giovedì 10 dicembre 2009

I nuovi “Miserabili

Ogni volta che nella Parigi di Victor Hugo sorgeva una nuova strada, la fogna allungava come un polipo un proprio sinuoso tentacolo, a conferma di un’inaspettata specularità tra il lerciume del sottosuolo e i fasti della superficie. I nuovi Miserabili sono, ad oggi, i 18 Comuni di A.T.O.3 che, nell’immondizia, rischiano di morire annegati. Tra questi, Misterbianco che, da un lato, imbelletta le proprie strade con nuovi orpelli toponomastici e, dall’altro, prova a guadare il gran mare di rifiuti, speculatori e cittadini imbufaliti. Da quando la raccolta dell’immondizia ha smesso di chiamarsi Tarsu e di essere corrisposta direttamente alle casse comunali, sembra essersi aperto un baratro. Con la nascita della controversa Tia, tra lo scarto quotidiano e la sua gestione si è frapposta, nutrita, tutta una serie di intermediari, dall’agenzia di riscossione, all’Ente d’ambito, ai gestori, passando per il Consorzio. E il biglietto va pagato a ogni fermata, lievitando almeno di un 40%, fino a sfilacciare quello che, un tempo, era un servizio e che, oggi, rischia di conclamarsi come vero e proprio businnes privato. Basti pensare alla determinazione della tariffa Tia che, ormai oltre il ragionevole e umile dubbio da parte dei contribuenti, ha notoriamente mostrato di essere illegittima, nella sua formulazione come nella sua riscossione. Anzi, la magagna sta già nelle parole che, qualche volta, non vengono usate (e storpiate) a caso. Infatti, la Tia non è per niente una tariffa, bensì un tributo, va determinata dai Consigli Comunali e va in prescrizione dopo 3 anni. Ebbene, gli Amministratori avrebbero dovuto ricordare questo aspetto, anziché tappezzare in questi anni le pubbliche mura, prima, di concilianti negoziazioni verso il pagamento da parte dei cittadini, poi, di vittoriosi inviti a chiedere il risarcimento del tributo. Ma la dispersione sarebbe arrivata anche oltre, cioè alla redazione di pubbliche epistole con cui il nostro Borgomastro chiedeva, addirittura, un potenziamento dello sportello del pianto, quello di via Palestro. La situazione odierna si profila delirante. L’unica tariffa che sembra essere stata determinata a norma di legge è quella del 2003, mentre rimarrebbero ingiustificabili le tariffe “creative” di Simeto Ambiente per gli anni 2004-2009. I cittadini non pagano; i sindacati chiedono la rateizzazione. Gli operatori ecologici minacciano il blocco, e attendono lo stipendio. Serit tende, lucrativa, la mano, ma l’Assessorato regionale al ramo chiede ai Consigli comunali di approvare le inapprovabili e illegali tariffe degli anni 2004-2009, brandendo l’arma del commissario ad acta. Il Consiglio Comunale misterbianchese, pavido, prende tempo, e approva un regolamento per l’applicazione della Tia, ancora come se questa dovesse davvero esistere. Altrove, nei paesi vicini, qualcuno tuona di uscire dall’Ato e qualcun altro si spoglia per protesta. Per una discarica che minaccia di chiudere la porta agli insolventi, un porticato si apre per i dannati, loro, i vessati pedemontani, che si riuniscono nella “Leaf”, associazione in difesa degli utenti Ato. E, tipicamente, si affratellano a fini difensivi i “consumatori”, non i cittadini. Salvo, beninteso, in tempo di coprifuoco e in sospensione delle garanzie costituzionali, quando lo stato dell’opera nasconde un non dichiarato stato di guerra.
Angelina De Luca

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