mercoledì 10 dicembre 2008

Sciopero Generale

Concentramento ore 09,00 Piazza Dante Comizio ore 10,30 in Piazza Universita' Intervento del segretario nazionale cgil, Paola Agnello Modica

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http://www.cgil.it/nuovoportale/Banner/SCIOPERO121208/12DicembreLocandina.pdf

lunedì 8 dicembre 2008

Giù le mani dal Web

L'intervento Al prossimo G8, in Sardegna, il Presidente del Consiglio porterà sul tavolo "una proposta di regolamentazione di Internet in tutto il mondo". Su questa materia intendo presentare un'interrogazione per capire cosa andrà a dire

Al prossimo G8, in Sardegna, il Presidente del Consiglio porterà sul tavolo "una proposta di regolamentazione di Internet in tutto il mondo".Su questa materia intendo presentare un'interrogazione per capire cosa andrà a dire.Internet non ha bisogno di censure e tanto meno di regolamentazioni, perché per sua natura si autoregola.
Evidentemente ha una concezione proprietaria di tutti i sistemi di comunicazione e immagina un sistema di norme concepito in analogia con quanto avviene per qualunque testata. Tuttavia, con Internet non è così: non c'è uno spazio, un luogo in senso classico dove esercitare una forma di pressione o di condizionamento. Soprattutto, non funziona, è una forma libertaria di comunicazione.Il grande tema delle regole su Internet, che ci sono e di cui si dibatte è quello di come garantirsi nei confronti dei reati più gravi, come pedofilia e terrorismo, ma non è certo quello di mettere bavagli o censure: sarebbe politicamente grave oltre che tecnicamente impossibile.
L'impossibilità si esplica nello sciopero virtuale dei cibernauti, che già nei loro blog, siti e spazi "liberi" fanno a gara per esprimere pareri, timori e paure nei confronti di una regolamentazione inconcepibile per quelli che Derrick de Kerckhove definisce i Digital Natives.
I Nati Digitali non affidano più i loro segreti al diario: li condividono con gli altri attraverso la pubblicazione di se stessi su siti come MySpace. Pubblicano tutto: gusti, paure, amici, speranze. Obama è entrato in connessione mondiale, attraverso siti come facebook; ha presentando la sua campagna sotto forma virtuale facendo di internet uno strumento più evoluto di democrazia.
Perché regolamentare l'autoregolamentabile?Insomma, il Presidente del Consiglio si deve mettere una mano sulla coscienza: non si può telefonare ad internet come fa ad Emilio Fede.
Vincenzo Vita
Senatore Pd, membro Commissione cultura e commissione Vigilanza.
Aprile online 05 dicembre 2008,

Sciopero Generale - Documento del comitato direttivo della CGIL nazionale


Roma, 12 novembre - Il Comitato Direttivo approva la proposta per far fronte alla crisi economica e sociale presentata all’Assemblea delle delegate e dei delegati. Occupazione, lavoro, redditi, stato sociale, diritti e tutele richiedono una risposta da parte del governo che, superando limiti ed errori contenuti nella finanziaria, sia in grado di sostenere redditi da lavoro e da pensione, estendere le reti di protezione per i tanti che stanno perdendo il lavoro, a partire dai precari, riveda: i tagli nei settori pubblici, nella scuola e nell’università, e favorisca un piano straordinario di investimenti a partire dalla condizione del Mezzogiorno e dalle crisi industriali.Di fronte ai problemi del Paese, il Governo ha il dovere di aprire un confronto serio e trasparente con le grandi forze di rappresentanza sociale. La scelta di non aprire questi tavoli, di sostituirli con incontri, più o meno riservati, che tendono a escludere i più, a partire dalla Cgil, e dalle altre associazioni di impresa, rappresenta un fatto di eccezionale gravità, proprio mentre tutto esige regole democratiche e trasparenti, di democrazia e rappresentatività sindacale. Questo fatto, insieme, racchiude l’esistenza di una conseguente relazione tra lo stato del confronto sulla riforma del modello contrattuale e la volontà del Governo di dividere le Organizzazioni sindacali e premere in direzione di un accordo separato. La Cgil conferma l’insieme delle iniziative di mobilitazione e di lotta già decise e per richiedere una svolta di politica economica e sociale necessaria per governare la crisi, evitare che essa scarichi le proprie conseguenze sulle famiglie dei lavoratori e dei pensionati e sui precari, proclama uno sciopero generale per il giorno 12 dicembre. Durata e modalità dello sciopero saranno decisi nella giornata di lunedì, sentite le strutture dell’Organizzazione. Il Comitato Direttivo Cgil è riconvocato per il 22 dicembre.

La riscossione della tariffa depurazione acque è illegittima dove manca la rete fognaria

La Tariffa Depurazione Acque non si paga più
La riscossione della tariffa depurazione acque è illegittima dove manca la rete fognaria: così ha deciso la Suprema Corte, nella sentenza che dichiara incostituzionale l’articolo 155 del Codice Ambientale (D. Lgs. 152/96). Si conclude la vicenda con Acque Carcaci del Fasano. Soddisfazione della Federconsumatori di Mascalucia

Tutto era iniziato con un’ordinanza del Giudice di Pace di Gragnano il quale, nel 2007, aveva sollevato una questione di legittimità costituzionale sull’art. 14 della legge Galli (L. 36/94), legge che riorganizzava il servizio idrico ed introduceva la tariffa di depurazione delle acque, poi riaffermato dall’art. 155 del Codice Ambientale (D. Lgs. 152/06). Tali articoli prevedevano che “…la quota di tariffa riferita al servizio di pubblica fognatura e di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi…”. Nel provvedimento giudiziario venivano ribaditi i principi della nostra Carta Costituzionale – richiamati gli artt. 2, 3, 32, 41, 97 che collocano il cittadino come fulcro della vita democratica, libero da “forme di potere arbitrario e persecutorio” – quali punta di diamante della causa civile intentata da un utente campano nei confronti della società idrica che, nonostante la mancanza di rete fognaria pubblica, gli aveva imposto il pagamento della tariffa.
Il dubbio del giudice è arrivato così alla Corte Costituzionale la quale, con un’attenta disanima degli enunciati, si è espressa in questi giorni in maniera precisa ed ineluttabile ed ha dichiarato illegittimi costituzionalmente (sentenza n. 335 dello scorso 8 ottobre) sia l’art. 14, comma 1 della Legge Galli, che l’art. 155, comma 1, primo periodo del Codice Ambientale, emanato nel 2006 dall’allora Ministro Matteoli - decreto legislativo che per la sua bruttezza d’impianto rimane, ad oggi, inapplicabile.
E’ una grande vittoria del diritto e del principio di legalità, che vanno tutte a favore del cittadino: è quanto affermiamo noi di FEDERCONSUMATORI Mascalucia, che da oltre sei mesi lavoriamo in prima linea per affermare questa linea di principio, e ci riteniamo pienamente soddisfatti del lavoro dei giudici costituzionali. In effetti aspettavamo che arrivasse un autorevole pronunciamento sulla questione tariffe di depurazione delle acque e siamo d’accordo sulle espressioni contenute nella sentenza, in particolare quando viene riscontrata la palese violazione dell’art. 3 della Costituzione perché “… imponendo irragionevolmente agli utenti di versare la quota di tariffa servizio di fognatura e depurazione anche in mancanza del servizio stesso, [questa] determina una discriminazione dei cittadini che versano la tariffa senza usufruire del servizio di depurazione, rispetto a coloro che versano la tariffa e si giovano del servizio…” e dell’art. 97 perché viene imposta “…ai cittadini una sorta di tassa sine titulo la cui finalizzazione ad una futura esecuzione degli impianti appare generica e astratta…”.
Scendendo nel particolare, la recente sentenza pone per sempre la parola fine alla diatriba aperta da FEDERCONSUMATORI Mascalucia con la SpA Acque Carcaci del Fasano che, nei mesi scorsi, aveva tentato (indebitamente anche perché non possiede le autorizzazioni previste dalla normativa) di attivare la fatturazione della famigerata tariffa nonostante mancassero, nei comuni serviti dalla Società, le reti fognarie pubbliche. La sezione di Mascalucia aveva inoltrato, nelle scorse settimane, anche richiesta ufficiale all’Autorità d’Ambito Catania 2 Acque per l’accesso agli atti e riscontrare la eventuale legittimità sulla riscossione della tariffa per le società SIDRA e Acque Casalotto, che già da tempo la incassano.
Il bel castello di carte fondato sulla illegittimità ora è caduto rovinosamente: agli utenti dei comuni dove manca la rete fognaria pubblica, e senza possibilità alcuna di replica, le società idriche interessate saranno costrette a sospendere la fatturazione della tariffa e restituire quanto indebitamente sottratto loro.

Sentenza della Commissione Tributaria annulla fattura TIA

La Commissione Tributaria annulla fattura TIA poiché esula certamente dalla competenza dell'ATO CT 3 " Simeto Ambiente S.p.a". il potere di determinare l'entità della tariffa per il servizio rifiuti

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE DI CATANIA

LA SEZIONE 06 riunita con l'intervento dei Signori:VITELLIO DOTT. ITALO Presidente
VERGA DOTT. VINCENZO Relatore
RAMPOLLO DOTT. FLAVIO Giudice
Reg. gen. N. 0000/08
Udienza del 30.09.2008 ore 09:00
Sentenza n. 805/6/2008
Pronunciata il 30.09.2008
Depositata in segreteria il 14.10.2008
f.to il Segretario S. Grasso
Ha emesso la seguente
SENTENZA

sul ricorso n. xxxx/08 depositato il 14/03/2008
avverso ALTRO n.2007 00000000 TIA 2004 contro SIMETO AMBIENTE SPA ATO CATANIA 3
proposto dal ricorrente: CAIO N.Q. EREDE DI TIZIO VIA xxxxxxxxx N.x 95040 CAMPOROTONDO ETNEO CT
difeso da: SAITTA DANIELA MARIA VIA XXXXXXXXX 95127 CATANIA CT
avverso ALTRO n.2007 00000000 TIA 2005 contro SIMETO AMBIENTE SPA ATO CATANIA 3
proposto dal ricorrente: CAIO N.Q. EREDE TIZIO VIA xxxxxxxxx N.x 95040 CAMPOROTONDO ETNEO CT
difeso da: SAITTA DANIELA MARIA VIA XXXXXXXXX 95127 CATANIA CT

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con atto depositato il 14.3.2008, CAIO proponeva ricorso avverso la fattura Tia n. 2007 00000000 del 15.11.2007 per euro 271,80, relativa al conguaglio, periodo di riferimento 1.1.2004-31.12.2005, emessa dalla Serit Sicilia Spa per conto dell'ATO CT 3 " Simeto Ambiente S.p.A", riguardante il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, chiedendone l'annullamento. A sostegno della domanda il ricorrente deduceva: 1) la nullità degli atti impugnati perché la disciplina generale della T.I.A. non poteva che ascriversi alla competenza del Consiglio Comunale; 2) la violazione dell'ari. 49 del D.Lgs. n. 22/97 e del D.P.R. n. 158/'99; 3) incompetenza istituzionale della Serit. L'ente impositore non si costituiva in giudizio. All'odierna udienza camerale, la Commissione poneva in decisione il ricorso.
MOTIVI DELLA DECISIONE
A giudizio di questa Commissione il ricorso deve essere accolto, fondato appalesandosi il principale motivo di opposizione, poiché esula certamente dalla competenza dell'ATO CT 3 " Simeto Ambiente S.p.a". il potere di determinare l'entità della tariffa per il servizio in questione.
Ed invero, ai sensi del surrichiamato art. 49 del D.Lgs. n. 22/'97, così come modificato dalla legge n. 488/'99, ... i costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di qualsiasi natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche o soggette ad uso pubblico sono coperti dai Comuni mediante la istituzione di una tariffa... .composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio... e da una quota rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti. La tariffa è determinata dagli enti locali, anche in relazione al piano finanziario degli interventi relativo al servizi.
Con tale previsione legislativa, com'è evidente, è stata attribuita ai Comuni una specifica funzione, indiscutibilmente di natura pubblicistica, che riguarda espressamente la determinazione della tariffa correlata all'espletamento di un servizio collettivo, funzione alla quale gli stessi, in difetto di una previsione normativa di rango pari a quella della fonte attributiva, non possono rinunziare mediante l'esercizio del potere di senza pregiudicare la legittimità del proprio operato e di ogni provvedimento consequenziale.
A conferma della giustezza di tale principio va richiamata la giurisprudenza del Consiglio di Stato, secondo cui il potere di delega, in quanto altera l'ordine delle competenze degli organi abilitati ad emettere atti con efficacia esterna stabilite con atto normativo primario o secondario, necessita di un supporto normativo di valore almeno pari a quello attributivo della competenza ordinaria, in quanto diversamente opinando si renderebbe arbitra l'Amministrazione di spostarla caso per caso, e senza alcuna previsione di limiti aggettivi e soggettivi, con l'effetto di privare l'amministrato delle garanzie che sono insite nelle attribuzioni di uno specifico organo. Nel caso in esame, ad avviso di questa Commissione, le delibere commissariali e consiliari sulle quali TATO CT 3 fonda la propria legittimazione ad istituire le tariffe per il servizio, determinandone l'entità, sono da considerarsi illegittime perché adottate in assenza di disposizione di legge che le autorizzassero e devono essere disapplicate a norma dell'art. 5 della legge 20-03-1865 n. 2248, ali. E, secondo cui il giudice è tenuto ad applicare gli atti amministrativi ed i regolamenti generali e locali in quanto siano conformi alle leggi.
Tale convincimento trova conforto nell'impugnazione proposta dal Commissario dello Stato avverso l'art. 11, comma 1°, della legge regionale n. 17 del 2004, che esplicitamente assegnava alle Società d'Ambito la competenza a determinare la t.i.a., per il motivo che la disposizione adottata si poneva in contrasto con quanto previsto dall'art. 49, comma 8°, del D.Lgs. n. 22/'97 che assegna agli enti locali la competenza a determinare le tariffe relative al servizio in questione. A seguito di tale impugnazione, notisi, la legge regionale suddetta è stata pubblicata sulla G.U.R.S. n. 56 del 31-12-2004 senza la norma sopra menzionata, norma che, quindi, non è mai entrata in vigore.Non vale obiettare che, anche con sentenza recentemente emessa (n. 52 del 2008), il Tribunale Amministrativo Regionale, Sezione Staccata di Catania, ha riconosciuto la competenza delle Società d'Ambito a determinare la t.i.a.
Secondo tale sentenza in verità, era avvenuto un vero e proprio trasferimento di funzioni con relativo mutamento nella titolarità del potere, che dal Comune trasla, in via amministrativa, in capo all'Ente pubblico appositamente costituito. Il trasferimento di funzioni, a giudizio della Sezione staccata di Catania del T.A.R., era reso legittimo dall'art. 1 ter del D.L. 07-02-2003 n. 15 (convertito nella legge 08-04-2003 n.62), il quale, per fronteggiare la persistente eccezionale ed urgente necessità di superare l'emergenza ambientale, aveva espressamente confermato i vari decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri al riguardo emanati tra il 1999 ed il 2002, la nomina del Presidente della Regione siciliana a Commissario delegato ed i poteri e le competenze di cui all'O.M. 31 maggio 1999 n.2983 del Ministro dell'Interno delegato per il coordinamento della protezione civile, nonché le ordinanze di protezione civile ed i conseguenti provvedimenti emanati in regime commissariale, sul territorio nazionale, inerenti alle situazioni di emergenza ambientale e relativamente allo stato di inquinamento delle risorse idriche nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, speciali e speciali pericolosi, in materia di bonifica e risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione.
E' stato rilevato nella sentenza che con l'O.M. n. 2983 del 31-05-1999, era stata conferita al Commissario Delegato, ai fini dell'esecuzione del mandato, la potestà di derogare, ove necessario, ad una serie di norme, in esse compreso l'art. 32 della legge 09-06-1990 n. 142, come recepito dalla legge della Regione siciliana 11-12-1991 n. 48, articolo riguardante le competenze dei Consigli comunali, tra le quali rientrava l'istituzione e l'ordinamento dei tributi e la disciplina generale delle tariffe per la fruizione dei beni e dei servizi.
Ad avviso di questa Commissione, però, contrariamente a quanto affermato dal T.A.R., Sezione staccata di Catania, non può fondatamente ritenersi che con l'O.M. suddetta sia stata conferita al Commissario Delegato la potestà di derogare alla competenza dei Consigli comunali in materia di istituzione ed ordinamento dei tributi e di disciplina delle tariffe per la fruizione dei beni e dei servizi, di cui all'art. 32 comma 1 lett. g) della legge sopra richiamata. L'art. 15 della suindicata Ordinanza Ministeriale, infatti, prevede che il Commissario delegato possa derogare ad una serie di norme ma nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. E non è certamente conforme ai principi generati dell'Ordinamento che l'Ente comunale deleghi alle società d'ambito i suoi poteri relativi all'ordinamento dei tributi ed alla disciplina delle tariffe per la fruizione di beni e servizi.
Non può considerarsi decisiva, l'inclusione dell'art. 32 sopra citato nelle norme derogabili ai sensi dell'art. 15 dell'O.M. n. 2983 del 1999, oltre che per le considerazioni svolte, per il fatto che l'art. 32, oltre alla competenza dei Consigli comunali nella materia testé indicata, prevede quella degli stessi Consigli per tutta una serie di arti, per i quali nessun ostacolo normativo osta alla deroga. Tanto ciò è vero che l'art. 15 dell'Ordinanza sopra richiamata non prevede la facoltà di derogare all'ari. 49 del D.L.vo n. 22/'97, secondo il quale la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti è determinata dagli enti locali.
Né vale richiamare, come fa in un certo qual modo il T. A.R. nella succitata sentenza, il D.L.vo 03-04-2006 n. 152 (Norme in materia ambientale), non applicabile nella specie perché non ancora in vigore. L'art. 238, comma 6°, del D.L.vo testé menzionato, infatti,prevede che, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della parte quarta del decreto medesimo, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle attività produttive, sentiti la Conferenza Stato regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, le rappresentanze qualificate degli interessi economici e sociali presenti nel Consiglio economico e sociale per le politiche ambientali e i soggetti interessati, avrebbe disciplinato con apposito regolamento i criteri generali sulla base dei quali vengono definite le componenti dei costi e viene determinata la tariffa. Secondo lo stesso articolo, la tariffa sarebbe stata determinata dalle Autorità d'ambito entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento suddetto (art. 238, comma 3) e fino all'emanazione del regolamento e fino al compimento degli adempimenti per l'applicazione della tariffa avrebbero continuato ad applicarsi le discipline regolamentari vigenti.
Peraltro, la tesi accolta da questa Commissione trova riscontro nelle sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione prima (v. le sentenze a 2290/'07e2995/'07).
Con tali sentenze, il Tribunale Amministrativo Regionale, difformemente da quanto deciso dalla sua Sezione staccata di Catania, ha statuito che, in attesa dell'entrata in vigore del D. Lgs. n. 152/2006, il potere di determinare la tariffa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti spetta al Consiglio Comunale. A tale conclusione il Tribunale Amministrativo Regionale è pervenuto con le sentenze sopra richiamate considerando: che il legislatore, con l’art. 49 comma 8° del D.L.vo n. 22/'92, aveva espressamente previsto che la tariffa era determinata dagli Enti locali; che anche secondo il D.P.R. n. 158/'99 "l'Ente locale determina la tariffa" sulla base del piano finanziario; che alla contraria tesi non giovava il riferimento alle varie ordinanze emesse dal Presidente della Regione - Commissario Straordinario all'emergenza rifiuti; che, del resto, l'O.M. n. 2983 del 31-05-1999 non attribuiva al Commissario Straordinario il potere di apportare deroghe alla previsione normativa dell'art. 49 D. Lgs. n. 22/'97; che lo stesso piano di gestione per i rifiuti in Sicilia non risultava utile alla tesi contraria, prevedendo che "la tariffa è determinata dagli Enti locali ed applicata e riscossa dagli Enti gestori del servizio"; che il mantenimento del potere di determinazione della tariffa in capo all'ente comunale, così come previsto dall'ari 49 del D. Lgs. n. 22/'92, non costituiva ostacolo alla funzione organizzativa e gestoria dell’A.T.O.; che, ove fosse stato già legittimamente riconosciuto alla società di gestione il potere di fissare la tariffa, non si comprenderebbe il motivo per cui il legislatore regionale aveva attribuito, con l’art. 11, comma 1°, della Legge reg. n. 17 del 2004, alle Società d'ambito detto potere; che tale norma, comunque, era stata impugnata dal Commissario dello Stato per illegittimità costituzionale e non era stata, poi, pubblicata; che impropriamente era stata richiamata la novella legislativa di cui al D. Lgs. n. 152/'06, con la quale veniva attribuito alle Autorità d'Ambito, peraltro diverse dalle precedenti Società d'ambito, il potere di determinare la tariffa, perché non ancora in vigore.Le delibere commissariali e consiliari sulle quali TATO CT 3 fonda il suo operato, pertanto, non possono non essere dichiarate illegittime.
L'illegittimità delle ordinanze di cui si è detto, ovviamente, si estende alla fattura oggetto del presente giudizio, che pertanto deve essere annullata. Impregiudicato resta, ovviamente, il diritto dell'ATO CT 3 di richiedere in altra competente sede e sotto altro profilo, la determinazione e la liquidazione di un corrispettivo per il servizio prestato.
Per quanto concerne le spese processuali, ritiene la Commissione, avuto riguardo alla natura della controversia ed alle peculiarità delle questioni trattate, che ricorrano giusti motivi per compensarle integralmente tra le parti.
P. Q. M.
La Commissione accoglie il ricorso e compensa le spese.
Così deciso in Catania il 30.09.2008.

Il Relatore Il Presidente
Vincenzo Verga Italo Vitellio

La sentenz del Giudice di Pace a contro Simeto Ambiente

SENTENZA N. 754/08 del 22.10.2008

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI MASCALUCIA
L'avv. Antonio Zarrillo , Giudice di Pace di Mascalucia,
ha pronunciato la seguente sentenza nella causa civile iscritta al n. 803/08 R.G.,

PROMOSSA DA
XXX YYY nato a Pedara il 4.11.xx C.F.xxx xxx, residente in Tremestieri Etneo via xxxx, domiciliato presso la Federconsumatori di Mascalucia, Piazza Dante 7 -autodifeso- Attore –

CONTRO
-Serit Sicilia S.P.A. , Agente della Riscossione per le Provincia di Catania , partita IVA 04739330829, in persona del procuratore speciale signor Giuseppe Pilato, giusta procura rilasciata dal Presidente della Società ed autenticata il 3.6.2008 dal notaio Roberto Allotta di Palermo, rep. n. 16390 racc. n. 6873, elettivamente domiciliata in Paternò via Somalia 6, presso lo studio dell'avv. Maria Grazia Pannitteri che la rappresenta e difende giusta procura in calce all'avversato atto di citazione - CONVENUTA -

- La Simeto Ambiente SPA-ATO CT 3 in persona del suo legale rappresentante pro tempore, con sede in Catania C.so delle Province 111 - CONVENUTA - CONTUMACE-
Avente ad OGGETTO: Opposizione ex art. 615 c.p.c.
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con atto di citazione ritualmente notificato, XXX YYY esponeva :
- che in data 21.4.2008 la Serit Sicilia S.P.A., Agente incaricato della riscossione per conto della Simeto AMBIENTE S.P.A.Ato CT3, gli aveva notificato la fattura a saldo n. 2007 XXXXXXXX del 15.11.2007 di €.168,70 relativa al conguaglio della tariffa di Igiene Ambientale per il periodo 1.1.2004 al 31.12.2005;
- che illegittima era la fattura emessa.
Istanziava quindi per la declaratoria di nullità e/o illegittimità dell'impugnata fattura. Spese del giudizio compensate.
Si costituiva la Serit Sicilia S.P.A., Agente per la Provincia di Catania, incaricata della riscossione, la quale eccepiva il difetto di giurisdizione del Giudice adito in favore della Commissione Tributaria e la propria carenza di legittimazione passiva in ordine alle eccezioni di merito afferenti alla TIA.
Con vittoria di spese e compensi.
Contumace la Simeto Ambiente,sulle precisate conclusioni ,come in atti, alla udienza del 22.10.2008 la causa è stata introitata a sentenza.

MOTIVI DELLA DECISIONE
Va ante omnia dichiarata la contumacia della Simeto Ambiente la quale , benché regolarmente evocata in causa, non si è costituita in giudizio. Preliminarmente vanno rigettate le eccezioni sollevate dalla convenuta Serit Sicilia SpA per le considerazioni di seguito illustrate.

l. Sul difetto di legittimazione passiva della Serit Sicilia
Deve ritenersi parte necessaria nel giudizio di opposizione l'Agente incaricato della riscossione, quale soggetto da cui proviene l'atto oggetto dell'opposizione, il quale chiede il pagamento, avendo egli titolo per intervenire nel processo ( ex multis Cass. 5278/97; Cass. 4324/99;Cass. Civ. Sez.III 9 Aprile 2001 n. 5277 , Cass.Civ. Sez.I25.11.2203n. 17936).
Non ritiene questo decidente di condividere il contrario orientamento espresso dal Supremo Collegio ( Sez. I. 26 Ottobre 2006 n. 23016), secondo cui il concessionario della riscossione non è legittimato passivo e litisconsorte necessario nel giudizio di opposizione perché non sarebbe titolare della situazione sostanziale ( la pretesa sanzionatoria ) dedotta nel giudizio di opposizione, ma un semplice adiectus solutionis, in considerazione che non può negarsi al medesimo l'interesse a resistere anche per i riflessi che l'eventuale accoglimento dell'opposizione può comportare nei rapporti con l'Ente, che,suo tramite, avanza la pretesa creditoria .

2. Sul difetto di giurisdizione del Giudice adito in favore della Commissione Tributaria di Catania.
La tesi sostenuta dalla convenuta Serit Sicilia S.P.A. Catania non è condivisibile.
Con la recente sentenza n. 64 del 10 Marzo 2008, la Corte Costituzionale, nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546 (Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell'art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413), come modificato dall'art. 3-bis, comma 1, lettera b), del decreto-legge 30
settembre 2005, n. 203 (Misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria), convcrtito, con modificazioni, dall'ari. 1, comma 1, della legge 2 dicembre 2005, n. 248, promosso con ordinanza depositata il 2 novembre 2006 dal Tribunale di Roma nel procedimento civile vertente tra il Condominio di Viale Mazzini n. 119, il Comune di Roma ed altra parte, iscritta al n. 459 del registro ordinanze 2007 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 25, prima serie speciale, dell'anno 2007, ha affermato che la giurisdizione tributaria deve essere considerata un organo speciale di giurisdizione preesistente alla Costituzione (ex plurimis: sentenza n. 50 del 1989; ordinanze n. 144 del 1998, n. 152 del 1997, n. 351 del 1995).
Il Giudice delle Leggi, è pervenuto alla conclusione che la modificazione dell'oggetto della giurisdizione degli organi speciali di giurisdizione preesistenti alla Costituzione è consentita solo se non "snaturi" la materia originariamente attribuita alla cognizione del giudice speciale. Una volta che sia esclusa la natura tributaria della materia, l'attribuzione alla giurisdizione tributaria della relativa controversia "snatura" la materia originariamente attribuita alla cognizione del giudice tributario e, conseguentemente, è violato l'art. 102, secondo comma, Cost., il quale, vieta l'istituzione ex novo di giudici speciali diversi da quelli espressamente nominati in Costituzione.
La VI disposizione transitoria della Costituzione -- ad integrazione della disciplina posta dal citato art. 102 Cost. - impone l'obbligo di effettuare la revisione degli organi speciali di giurisdizione preesistenti alla Costituzione («salvo le giurisdizioni del Consiglio di Stato, della Corte dei conti e dei tribunali militari») entro il termine ordinatorio di cinque anni dall'entrata in vigore della Costituzione medesima. La stessa Corte ha poi precisato che, benché l'indicata revisione non crei nell'ordinamento «una sorta di immodificabilità nella configurazione e nel funzionamento» delle giurisdizioni revisionate, tuttavia il legislatore ordinario - - nel modificare la disciplina di tali organi giurisdizionali -incontra il duplice limite costituzionale «di non snaturare (come elemento essenziale e caratterizzante la giurisprudenza speciale) le materie attribuite» a dette giurisdizioni speciali «e di assicurare la conformità a Costituzione» delle medesime giurisdizioni (ordinanza n. 144 del 1998). Da tale giurisprudenza si desume che il menzionato duplice limite opera con riferimento ad ogni modificazione legislativa riguardante l'oggetto delle giurisdizioni speciali preesistenti alla Costituzione (sia in sede di prima revisione, che successivamente) e, altresì, che il mancato rispetto del limite di «non snaturare» le materie originariamente attribuite alle indicate giurisdizioni si traduce nell'istituzione di un "nuovo" giudice speciale, espressamente vietata dall'art. 102 Cost.
L'identità della "natura" delle materie oggetto delle suddette giurisdizioni costituisce, a giudizio del Giudice delle Leggi, una condizione essenziale perché le modifiche legislative di tale oggetto possano qualificarsi come una consentita «revisione» dei giudici speciali e non come una vietata introduzione di un "nuovo" giudice speciale.
In coerenza con i sopra evidenziati princìpi e con specifico riferimento alla materia devoluta alla cognizione dei giudici tributari, la Corte ha rilevato, in numerose pronunce, che la giurisdizione del giudice tributario «deve ritenersi imprescindibilmente collegata» alla «natura tributaria del rapporto» (ordinanze n. 395 del 2007; n. 427, n. 94, n. 35 e n. 34 del 2006).
L'attribuzione alla giurisdizione tributaria di controversie non aventi natura tributaria comporta la violazione del divieto costituzionale di istituire giudici speciali.
Tale illegittima attribuzione può derivare, direttamente, da una espressa disposizione legislativa che ampli la giurisdizione tributaria a materie non tributarie ovvero, indirettamente, dall'erronea qualificazione di "tributaria" data dal legislatore (o dall'interprete) ad una particolare materia (come avviene, ad esempio, allorché si riconducano indebitamente alla materia tributaria prestazioni patrimoniali imposte di
natura non tributaria).
Per valutare la sussistenza della denunciata violazione dell'art. 102, secondo comma della Costituzione,occorre accertare, perciò, se la controversia devoluta ai giudici tributari abbia o no effettiva natura tributaria.
E, a tal fine, non si può prescindere dai criteri elaborati dalla giurisprudenza della Corte medesima per qualificare come tributarie le entrate erariali; criteri che, indipendentemente dal nomen iuris utilizzato dalla normativa che disciplina tali entrate, consistono nella doverosità della prestazione e nel collegamento di questa alla pubblica spesa, con riferimento ad un presupposto economicamente rilevante (ex multis sentenze n. 334 del 2006 e n. 73 del 2005).
Ove sia stata accertata la natura non tributaria della materia attribuita alla cognizione dei giudici tributari, si deve affermare l'illegittimità costituzionale di detta attribuzione, né possono addursi in contrario argomenti che non trovano fondamento nell'art. 102, secondo comma, Cost. e nella VI disposizione transitoria della Costituzione. Non sarebbe sufficiente, al fine di negare lo "snaturamento" della materia attribuita alla giurisdizione tributaria, affermare che le controversie relative ad alcuni particolari canoni, pur non avendo natura tributaria, sono legittimamente attribuite alla cognizione delle commissioni tributarie per la sola ragione che il fatto generatore delle suddette prestazioni patrimoniali è simile al presupposto che, in passato, avevano avuto alcuni tributi.
Neppure sarebbe sufficiente addurre mere ragioni di opportunità per giustificare, sul piano costituzionale, la cognizione, da parte dei giudici tributari, di controversie non tributarie riguardanti fattispecie in qualche misura simili a quelle propriamente tributarie.
Il difetto della natura tributaria della controversia, afferma la Corte, fa necessariamente venir meno il fondamento costituzionale della giurisdizione del giudice tributario, con la conseguenza che l'attribuzione a tale giudice della cognizione della suddetta controversia si risolve inevitabilmente nella creazione, costituzionalmente vietata, di un "nuovo" giudice speciale.
In conclusione, secondo i giudici costituzionali, il legislatore non ha la discrezionalità di attribuire alle Commissioni Tributarie - considerate fin dalla fondamentale sentenza costituzionale 2877 1974 organi speciali di giurisdizione-tutte le controversie relative a prestazioni patrimoniali imposte che non siano tributi.
La giurisdizione tributaria può essere riconosciuta costituzionalmente legittima solo se ad essa sono devolute materie propriamente tributarie. Con sentenza 14 Maggio 2008, n. 230 il Giudice delle Leggi ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1, del decreto legislativo 31 Dicembre 1992, n. 546 ( Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell'art.30 della legge 30 Dicembre 1991, n. 413), nella parte in cui attribuisce alla giurisdizione tributaria le controversie relative alle sanzioni comunque irrogate da uffici finanziari, anche laddove esse conseguano alla violazione di disposizioni non aventi natura tributaria. Non c'è dubbio, afferma la Corte, che la lettura che dell'art. 2, comma I, del d Igs. n.546 del 1992, da il diritto vivente, finisce per attribuire alla giurisdizione tributaria le controversie relative a sanzioni unicamente sulla base del mero criterio soggettivo costituito dalla natura finanziaria dell'organo competente ad irrogarle e, dunque, a prescindere dalla natura tributaria del rapporto in cui tali sanzioni ineriscono.
Essa, dunque, si pone in contrasto con l'art. 102, secondo comma, e con la VI disposizione transitoria della Costituzione, risolvendosi nella creazione di un nuovo giudice speciale.

La nozione di tributo
Secondo i criteri elaborati dalla giurisprudenza costituzionale, al fine di qualificare una controversia come tributaria è del tutto irrilevante il nomen Juris che il legislatore attribuisce ad essa.
Per definire la materia tributaria è necessario riferirsi all'art. 53 Cost. piuttosto che all'art. 23 Cost, in quanto la coattività è sì elemento essenziale del tributo, ma non distintivo.
Le controversie attinenti alla TIA non hanno natura tributaria. La " tariffa di Igiene Ambientale " è prevista dalla Direttiva 91-56 CEE (1991) Direttiva 75-442 CEE (1975)Direttiva 91-156-CEE (1991)Decreto Legislativo 22-97 (1997) Legge Regionale 25-98 ( 1998) Dpr 158/99 (1999).
La T.I.A. è disegnata come corrispettivo per la raccolta dei rifiuti domestici e di quelli cosiddetti assimilati ovvero di quelli derivanti da attività economiche, artigianali, industriali che possono essere assimilati per qualità a quelli domestici.
Soggetti passivi sono i detentori di immobili e di superfìci scoperte operative a qualsiasi uso destinate che esistono nel territorio del Comune impositore.
L'Ente territoriale, con apposito regolamento, stabilisce delle categorie a cui corrispondono delle tariffe al metroquadro.
La tariffa applicata al metro quadro sarà fissata tenendo conto della tipologia e potenziale quantità di rifiuto prodotto.
La commisurazione della tassa non è legata all'effettiva produzione di rifiuti, ma alla superficie netta calpestabile dell'immobile. Appare assai evidente che essendo tenuti a concorrere alla spesa sopportata dal Comune, per il servizio di raccolta e smaltimento, i detentori di immobili e di superfìci scoperte, è da escludere che tale corrispettivo possa qualificarsi come tributo perché non sono destinatari del medesimo, secondo la definizione dell'art. 53 della Costituzione, tutti i cittadini in ragione della loro capacità contributiva.
Pertanto è esclusa la giurisdizione della Commissione tributaria in favore del giudice ordinario e nella fattispecie di questo giudice ratione materiae valorisque.

Sul merito
I Consigli comunali, giusta il combinato disposto del DPR n. 158/1999 e dell'art. 42, lett.f, D.lgs. n. 267/00, determinano la tariffa ( art.2 DPR 158/99), approvano il piano finanziario ( art.8) e deliberano, ex art. 49.8 del Dlgs. n.22/97, la TIA.
La determinazione della tariffa di riferimento costituisce il regolamento del canone.
II principio normativo secondo cui potestà e competenza impositiva in materia di TIA sono attribuite al Consiglio Comunale è statuito dall'alt. 49.8 del Dlgs.n. 22/97.
L'art. 49, coma 8, D.Lgs. 22/97 assegna ai Comuni la competenza a istituire la tariffa relativa alla T.I.A; attribuzione prevista dall'art.32, comma 2, lettera g) della L. 142/90 che prevede la competenza in materia di istituzione e ordinamento dei tributi e di disciplina generale delle tariffe per la fruizione da parte dei cittadini di beni e servizi.
L'Ordinanza Ministeriale n. 2983/1999, istitutiva dell'Ufficio del Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti in Sicilia, attribuisce a quest'ultimo una competenza di carattere emergenziale mirata alla esecuzione di interventi tra i quali non può ritenersi annoverata la materia tariffaria de qua. L'ordinanza del Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti della Regione Sicilia n. 855 dell'8.8.20038 (Regolamento tipo per la determinazione della tariffa d'ambito provvisoria per la gestione dei rifiuti e assimilati) invero si limita a dettare soltanto il modello di regolamento al fine della istituzione della tariffa di Igiene Ambientale in sede locale.
La sentenza del T.A.R. Sicilia ( n. 2295/07 depositata il 25.10.2007) ha affermato che il Commissario Straordinario non può apportare deroghe alle previsioni del calendato art.49 D.Lgs. 22/97, malgrado la dettagliata normativa in tema di poteri derogatori attribuiti ex art. 15.
Con riferimento alla determinazione della TIA, la lettura che il Tar di Palermo, con le due sentenze n. 2290/7 e n. 2295/07, da delle disposizioni del Dlgs. n. 22/97 e del DPR n. 158/99 è che la competenza appartiene all'ente locale. Secondo il Tar, il Consiglio comunale è il legittimo ed esclusivo titolare della competenza a determinare la tariffa, finché non interverranno le modifiche predisposte dal DLgs. 152/06, "previa espressa abrogazione della tariffa di cui
ali 'art.49 DLgs.22/97e sulla base dei cr iteri fissati dal regolamento da emanarsi entro sei mesi ".
Con le richiamate sentenza, il TAR di Palermo ha altresì affermato che "nell'ambito degli ampi poteri attribuiti al Presidente della Regione-Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, non è dato ricomprendere quello di apportare deroghe alle previsioni normative dell'art.49 D.lgs.22/97, malgrado la dettagliata normativa in tema di poteri derogatori attribuiti ex art.15".
Non essendo stato mai approvato il regolamento, il Dlgs. 152/06, relativamente al profilo della titolarità della determinazione della tariffa, non è mai entrato in vigore.
Infine la L. n. 296/06 ha reiterato, anche per il 2007, il divieto di passaggio da Tarsu a TI A.
Nel caso di specie, il Comune di Tremestieri Etneo, nel cui territorio è ubicata la utenza de qua, non ha disciplinato i criteri generali della tariffa di riferimento né approvato il piano finanziario né fissato ex art. 49.8 D.lgs. n. 22/97 l'importo della Tia.
In mancanza di tali atti prodromici, la richiesta della somma portata dalla impugnata fattura è illegittima.
Tali disposizioni normative trovano conferma in copiosa giurisprudenza ( ex multis sent. 800/2007 Tar Toscana, Tar Sicilia sent. 2290/2007 e n. 2295/2007). Non è stata contestata e, pertanto, deve ritenersi pacifica la circostanza che il Consiglio Comunale di Tremestieri Etneo non ha istituito né regolamentato la T.I.A. per gli anni 2004-2005.
Con sentenza 196/3/08 del 10.4.2008, la Commissione Tributaria Provinciale di Catania, richiamandosi alle precitate sentenze del Tar di Palermo, ha annullato le fatture emesse dalla Simeto Ambiente S.P.A. per difetto assoluto di competenza.
Per le considerazione che precedono, la domanda è fondata e merita quindi accoglimento.
Trattandosi di questione ampiamente dibattuta, vanno compensate le spese del giudizio .

P.Q.M.
Il Giudice di Pace di Mascalucia , pronunciando nella causa civile promossa da XXX YYY contro la Simeto Ambiente S.P.A. Ato CT3 e Serit Sicilia S.P.A., in accoglimento della domanda proposta, dichiara la illegittimità della impugnata fattura e la non tenutezza al relativo pagamento.
Spese del giudizio compensate.

La presente sentenza è immediatamente esecutiva ex lege.
Così deciso, in Mascalucia, il 22-10-2008

Depositato in cancelleria
22 ottobre 2008


Il Cancelliere Rag. N. Ecora Il Giudice di Pace Avv. Antonio Zarrillo

Emergenza Rifiuti


Tornano al lavoro i dipendenti del consorzio Simeto ambiente chwe gestisce la raccolta dei rifiuti in 18 Comuni della provincia di Catania dove nelle ultime settimane si sono formati grandi immondezzai per le strade a causa dell'interruzione del servizio. Questa sera e' stata raggiunta un'intesa tra i rappresentanti sindacali della Funzione Pubblica Cgil, Filt Cisl e Uil Trasporti con l'azienda per il pagamento delle due mensilita' arretrate e della tredicesima a fronte dell'interruzione dello stato di agitazione proclamato il 17 ottobre scorso. L'intesa e' stata siglata a Catania, al tavolo di trattative convocato dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, per scongiurare il pericolo della precettazione dei lavoratori. Una ipotesi che era stata prospettata dalla prefettura per sbloccare la raccolta dei rifiuti nei diciotto Comuni aderenti al consorzio Simeto. Da domattina i lavoratori torneranno, quindi, al lavoro e le discariche riapriranno i battenti. La situazione tornera' progressivamente alla normalita', mentre entro 24 ore anche la situazione dei pagamenti sara' risolta. Soddisfazione per l'esito della vertenza e' stato espresso dai rappresentanti sindacali, che per primi avevano sollecitato l'apertura di un tavolo di confronto diretto con il presidente della Regione.

mercoledì 26 novembre 2008

La Sinistra

Ci siamo, il tempo è adesso: il 22 novembre a Genova è nata La Sinistra, nel corso di un'assemblea partecipatissima, tanto che non c'erano posti a sedere per tutti, in un contesto che superava le più ottimistiche previsioni. È un segnale chiaro e forte: all'Italia serve ora una nuova forza credibile, concreta, ampia, che non sia un cartello di particolarismi ma un nuovo soggetto, che non abbia paura di affermare con forza e convinzione che un altro Paese è possibile, e che non abbia paura di farlo riconoscendosi nei valori della sinistra: la giustizia sociale, il diritto al lavoro, la valorizzazione della scuola pubblica, il superamento di qualsiasi discriminazione.A Genova è da mesi che stiamo svolgendo un lavoro comune, sia sui territori che nelle istituzioni: abbiamo lavorato e lavoriamo insieme con grande impegno e determinazione, militanti e simpatizzanti, iscritti e non iscritti a forza politiche, a movimenti ed associazioni, assieme a tutti coloro che hanno sentito l'esigenza di darci il loro contributo affinchè la parola “Sinistra” possa continuare ad avere un futuro nel Paese. Ci siamo conosciuti, abbiamo avuto confronti e discussioni anche vivaci ed articolate (com'è giusto che sia), ci siamo riconosciuti tutti nei valori che caratterizzano la Sinistra che oggi vogliamo andare a costruire, e siamo oggi più determinati che mai a continuare il nostro cammino verso la Costituente, precedendo anche i tempi del percorso a livello nazionale. Genova è da sempre una città con forti ideali di sinistra e legati alla resistenza, e poco tempo fa è stato presentato un documento il cui oggetto è la nascita della Sinistra a Genova e che ha raccolto in poche settimane centinaia di adesioni nel mondo politico, delle istituzioni, del sindacato, delle associazioni e più in generale da parte di tanti singoli, espressione della società civile, che si sentono solidali con questo progetto e che ci dicono oggi: il tempo di fare è adesso.Il Governo attuale, con stampo fortemente autoritario, vuole eliminare qualsiasi forma di opposizione, e se in Parlamento le cose si risolvono a colpi di decreti legge, fuori dalle aule i colpi sono quelli dei manganelli che colpiscono anche gli studenti che difendono il diritto all'istruzione e che si preoccupano per un futuro, se va bene, da precari.D'altro canto l'opposizione parlamentare rappresentata dal Partito Democratico è totalmente allo sbando: basti pensare alle parole di Veltroni riguardo alla vicenda Villari: “Ora Berlusconi risolva il problema” quando invece il problema è interno al PD, che sembra oggi più che mai una casa pericolante perchè si ostina a poggiarsi su mille fondamenta diverse.L'Italia dei Valori? No, non vogliamo lasciare l'opposizione a Di Pietro, soprattutto dopo che il suo “no” alla commissione d'inchiesta sul G8 di Genova ha scosso profondamente una città già scossa dalle tragedie e dalle torture che si sono consumate in quegli orribili giorni di luglio. La vergognosa sentenza del processo sui fatti accaduti alla scuola Diaz sottolinea una volta in più come una commissione d'inchiesta fosse stata indispensabile.I compagni Franco Giordano e Marco Fumagalli, presenti all'assemblea della Sinistra genovese, sono rimasti molto colpiti dalla numerosità, dalla forza e dalla determinazione di chi era in sala ad appoggiare questo processo costituente. Come loro stessi hanno affermato, la gente non ce la fa più a vedere il teatrino che anima la scena politica in Parlamento, e chiede con forza ogni giorno di più una nuova forza credibile, di sinistra, subito: il tempo è adesso.
Fonte

Continua la farsa dei rifiuti tra cumili puzzolenti e stipendi non riscossi

Sindaci convocati a Palermo
Simeto Ambiente. Oggi riunione all’assessorato Enti locali sul cosiddetto «fondo di rotazione»

La nota è arrivata nel pomeriggio di ieri. I sindaci sono stati convocati per oggi alla Regione Siciliana per un incontro con l’assessore regionale agli Enti locali, Francesco Scoma. La convocazione ha come oggetto "accesso straordinario al fondo di rotazione", senza specificare cosa ciò significhi nel dettaglio.
Nel fax arrivato ai primi cittadini, rimasti titubanti, non si fa nessun cenno, se la riunione avrà come argomento una ulteriore disponibilità dei sindaci a stanziare nuove somme per coprire le spese del prossimo mese del servizio di Simeto-Ambiente, sempre sottraendole al fondo di rotazione, o se al centro del dibattito vi saranno altri aspetti legati,
comunque, al fondo di rotazione appena concesso. L’assessorato regionale agli Enti Locali è l’organo competente a dare il via libera per l’erogazione delle somme necessarie a pagare gli stipendi dei lavoratori del consorzio Simco e le discariche relativamente al mese di ottobre.
Somme non ancora liberate e ferme proprio in assessorato, tra la disperazione dei lavoratori che avevano avuto rassicurazioni che sarebbero stati pagati entro la settimana. I sindaci hanno accolto la notizia come un fulmine a ciel sereno e si augurano solo che non ci siano ulteriori intoppi o sorprese dell’ultima ora.
Loro, i primi cittadini, e le manifestazioni di Paternò, Biancavilla e Gravina lo dimostrano, sono i primi che pagano sulla loro pelle, la rabbia e la disperazione dei lavoratori.
"Non sappiamo per quale motivo siamo stati convocati - evidenzia il sindaco di Paternò, Pippo Failla - Non resta che ascoltare le comunicazioni". "E’ veramente assurdo - evidenzia il sindaco di Adrano, Pippo Ferrante - La Regione Siciliana trascura la situazione non facendo legge e su questo non c’è neanche nessun impegno. Ho la sensazione che non riusciremo a mantenere i tempi previsti, fissati in prima battuta al di 31 dicembre. Questo significa ulteriori difficoltà per tutti. La vicenda sta diventando gravissima".
MARY SOTTILE
La Sicilia 26 novembre

La presunta conversione di Gramsci, vergogne e miserie del revisionismo storico

GRAMSCI: VATICANO “UN INSIDIA ANTROPOLOGICA”
Antonio Gramsci definiva il Vaticano “un insidia antropologica”
Come dargli torto??????
A 71 anni dalla sua morte, il Vaticano sta ancora insidiando il filosofo comunista
Secondo Monsignor Luigi De Magistris (propenitenziere emerito del Vaticano), Antonio Gramsci trovò la fede, poco prima della morte, nel 1937 e ricevette i sacramenti cristiani.
(fonte repubblica)

Secondo Antonio Gramsci (1891-1937), pensatore italiano tra i più significativi del secolo scorso, il Vaticano è la più grande forza reazionaria esistente in Italia, interessata soprattutto a conservare i suoi privilegi:
la Chiesa “è disposta a lottare solo per difendere le sue particolari libertà … cioè i privilegi che proclama legati alla propria essenza divina; per questa difesa la Chiesa non esclude nessun mezzo, nè l’insurrezione armata, nè l’attentato individuale, nè l’appello all’invasione straniera.
Tutto il resto è relativamente trascurabile, a meno che non sia legato alle condizioni esistenziali proprie.
Per “dispotismo” la Chiesa intende l’intervento dell’autorità statale laica nel limitare e sopprimere i suoi privilegi, non molto di più: essa riconosce qualsiasi potestà di fatto e, purché non tocchi i suoi privilegi, la legittima; se poi accresce i privilegi, la esalta e la proclama provvidenziale”
la Chiesa Note sul Machiavelli, in Quaderni dal carcere, Torino 1952,( p 238)
Secondo voi una persona che fa queste affermazioni chiede la conversione?????
DE MAGISTRIS: “Gramsci è morto con i Sacramenti, è tornato alla fede della sua infanzia. La misericordia di Dio santamente ci ‘perseguita’. Il Signore non si rassegna a perderci”
Commento: mi risulta che fosse perseguitato da ben altri Signori … più che dalla pia opra dall’ovra, ma forse la storia, rovesciando Benedetto Croce in un bel bidet-boudoir e vomitandoci sopra, la si fa coi se, con i ma, con gli omissis, con certe conversioni degne da manualetto dell’Inquisizione. Che dire?
Letteralmente, non sanno più che cosa inventare…
Mi viene in mente un’intervista a Richard Dawkins, in cui parlava di una sua particolare preoccupazione: lo sciacallaggio sulla propria memoria, una volta defunto, basato sulla divulgazione di false notizie su un’eventuale conversione in punto di morte…
Evidentemente è una pratica comune.
ASPETTO SOLO CHE CI DICANO CHE GRAMSCI ERA UN LIBERALE, PERCHE’ E’ EVIDENTE CHE I COMUNISTI E I LAICI POSSONO ESSERE SOLO ASSASSINI O PENTITI…..
E’ PROPRIO VERO: la concezione neoliberista è in declino, dopo il crollo dei mercati finanziari si riscopre l’intervento dello stato nell’economia e salta fuori che Gramsci morì da cattolico, la Chiesa non perde tempo!!!

lunedì 24 novembre 2008

Quando l'ambientalismo non è un utopia...

Raccolta porta a porta da oggi a Mirabella
Avrà inizio oggi, nel centro storico di Mirabella Imbaccari , la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Lo ha reso noto la società d’ambito «Kalat Ambiente », che gestisce il servizio integrato nel territorio del Calatino- Sud Simeto.
Scarti di prodotti organici (ogni lunedì, mercoledì e venerdì) e rifiuti indifferenziati (ogni martedì, giovedì e sabato) saranno ritirati con il sistema «porta a porta» nelle zone antiche del centro abitato.
Materiali plastici e alluminio, cartone e carta, invece, saranno ritirati dagli operatori ecologici ogni martedì e mercoledì.
Nelle nuove aree edilizie (Acquanova, Sottocanale e Paradiso) non subiranno variazioni le vecchie modalità di conferimento, che prevedono l’utilizzo dei cassonetti per la frazione differenziata e indifferenziata. Secondo il sindaco, Enzo Marchingiglio, e l’assessore Giuseppe Giustolisi, «l’iniziativa determinerà una progressiva riduzione dei costi dei servizi ecologici, elevando gli standard di qualità e pulizia dell’ambiente. Le attività dovrebbero, entro un breve lasso di tempo, alzare al 25-30% la soglia dei rifiuti selezionati».
L’avvio del nuovo sistema di raccolta è stato preceduto, nei giorni scorsi, da una capillare campagna di comunicazione, che ha interessato, oltre agli operatori ecologici, vigili urbani e cittadini.

domenica 23 novembre 2008

Sicurezza, la paura nasce sui media

In Italia i reati più gravi sono in calo da 15 anni, ma il senso d'insicurezza dei cittadini cresce. Vediamo perché




sabato 22 novembre 2008

DUE NUOVE SENTENZE ANNULLANO FATTURE TIA DI SIMETO AMBIENTE


Con le sentenze 805/6/08 della Commissione Tributaria di Catania del 30.09.2008 e 835/08 del 14.11.2008 del Giudice di Pace di Mascalucia, in accoglimento di ricorsi effettuati da soci della Federconsumatori sez. di Mascalucia, sono state annullate ancora delle fatture TIA emesse dalla Simeto Ambiente SpA – illegittimamente determinata.
Nella sentenza 835 vi è lunga la trattativa dedicata alla competenza del Giudice di Pace a decidere sulle controversie aventi come oggetto la TIA. Si apprezza quanto deciso nella sentenza 64 del 10 marzo 2008 della Corte Costituzionale: "L'attribuzione alla giurisdizione tributaria di controversie non aventi natura tributaria comporta la violazione del divieto costituzionale di istituire giudici speciali". Se la TIA è una tariffa gravata da IVA, che il cittadino paga a fronte della fruizione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, questa non può essere considerata un tributo. Quindi le conclusioni a cui giunge il Giudice delle Leggi: le controversie afferenti canoni e tariffe quali la COSAP, la TOSAP e la TIA non hanno natura tributaria e sono di competenza del Giudice Ordinario invece che delle Commissioni Tributarie.
In entrambe le sentenze ampio commento è riservato poi sulla illegittimità della Tariffa Igiene Ambientale, se determinata dall'ATO: il D. Lgs. 22/97 – Decreto Ronchi – sancisce, al c. 8 dell'art. 49, la competenza nella determinazione della TIA ai Consigli Comunali.
Il D. Lgs. 152/06 (Codice Ambientale), a cui si richiama continuamente la Simeto Ambiente, dichiarandosi, ai sensi di questa norma, abilitata a determinare le tariffe, non possiede i regolamenti attuativi e quindi, a causa della sua inapplicabilità, non sostituisce la normativa in essere.
Il Giudice di Pace ricorda infine che le sentenze del TAR Sicilia (2290/07 e 2995/07) e della Commissione Tributaria di Catania (196/3/08 e 805/6/08), sono concordi nel determinare l'incompetenza delle ATO a determinare la tariffa, competenza che rimane a tutt'oggi affidata ai Consigli Comunali.

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FEDERCONSUMATORI MASCALUCIA

domenica 16 novembre 2008

Ritorna in Parlamento il ddl che fa tremare i blogger

L'incubo dei blogger italiani è tornato, e la rete è di nuovo in subbuglio. Motivo dell'agitazione la riproposizione del disegno di legge sull'editoria del deputato Riccardo Franco Levi, risalente alla scorsa legislatura e oggi tornato alla ribalta perché presentato nuovamente dal deputato del Pd e in discussione in Commissione Cultura. Non è complicato capire perché i blogger siano sul piede di guerra: se la proposta di legge Levi divenisse legge, moltissimi di loro dovrebbero iscriversi a un registro pubblico appositamente creato, il Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC), pena il rischio di una condanna per stampa clandestina.
Ottobre 2007, Romano Prodi è Presidente del Consiglio dei Ministri, Riccardo Franco Levi è sottosegretario alla presidenza del consiglio. Il consiglio dei ministri dell'allora governo di centrosinistra approva il disegno di legge Levi-Prodi sulla disciplina del settore dell'editoria, e su internet si scatena il putiferio. Il disegno di legge non comporta infatti solo l'obbligo dell'iscrizione al ROC ma anche l'estensione sui blogger della procedibilità per i reati a mezzo stampa. Di fatto, la norma entrando in vigore priverebbe i blog della caratteristica fondamentale che li ha resi uno strumento centrale della comunicazione e dell'informazione fatta dai cittadini: la facilità di utilizzo e l'immediatezza della pubblicazione. All'approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei Ministri seguirono numerose proteste degli utenti della rete, e alcuni componenti dell'allora maggioranza si sfilarono da quella decisione. Il primo a rompere le righe fu Antonio Di Pietro, al tempo ministro per le infrastrutture, seguito dall'allora ministro per le comunicazioni Paolo Gentiloni nonché dal presidente della commissione cultura della Camera, Pietro Folena. Condivisero tutti la stessa motivazione, riguardo il ddl: «Scusate, non lo abbiamo letto». A seguito delle proteste, Levi modificò il ddl così che l'iscrizione al Roc fosse obbligatoria solo per i siti internet che "non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro". E' sufficiente però la presenza in pagina di un piccolo banner pubblicitario per rientrare nella categoria di "organizzazione imprenditoriale del lavoro", per cui la modifica non servì a rassicurare i blogger.
Riccardo Levi, rieletto alla Camera in questa legislatura, presenta nuovamente la sua proposta di legge, e questa è da una settimana in discussione in Commissione Cultura alla Camera. I blogger sono di nuovo in subbuglio, e fanno quadrato tentando di resistere nuovamente a un'avanzata che minerebbe la loro libertà. A opera - stavolta - di un deputato democratico.
Tratto da:
L'unita on line del 16 novembre
Articolo integrale:

giovedì 13 novembre 2008

Anti blogger

I blogger sono a "rischio stampa". Nel senso che il decreto "anti blogger" - il Levi-Prodi chiamato così nella scorsa legislatura e ritirato per le contestazioni dei blogger, "gira di nuovo nelle aule nel nostro Parlamento". A darne notizia è un sito specializzato in Web 2.0. A spiegare le differenze di
questo progetto di legge che inasprirebbe ancora di più le pene per i blogger rispetto al recedente è http://informazionesenzafiltro.blogspot.com/ . Come tutte le cattive notizie l'annuncio sta correndo velocemente.
L'Unità
12 novembre 2008

mercoledì 5 novembre 2008

Forse il vento sta cambiando


"La vittoria di Obama dimostra che nessuna persona, ovunque sulla Terra deve avere ancora paura di sognare di potere cambiare il mondo in meglio."

Nelson Mandela



domenica 2 novembre 2008

Informazioni utili su Tremestieri


Ufficio tributi da via Etnea al Polo tecnico
E' in corso il trasferimento dell’Ufficio tributi. Il settore che attualmente si trova nei locali di via Etnea 358 si sposterà in quelli di via Trapani (Polo tecnico). Il ricevimento del pubblico già sospeso, sarà ripreso lunedì 10 novembre nella nuova sede rispettando i normali orari di ufficio.

giovedì 30 ottobre 2008

Grillo fischiato dagli studenti: "Buffone, buffone"

A Bologna, la città del suo primo "V-day", il corteo degli studenti caccia Beppe Grillo. In città per preparare alcune repliche del suo spettacolo, il comico genovese era apparso a sorpresa di prima mattina alle "scuderie" di piazza Verdi, ritrovo studentesco in piena zona universitaria, per incontrare il "suo" movimento, ma anche, aveva spiegato ai cronisti, per "dare una mano a questi ragazzi a scoprire i poliziotti finti, quelli infiltrati". Quando il corteo studentesco si è messo in movimento, Grillo si è avvicinato alla testa, incontrando però un’accoglienza tutt’altro che festosa: "Vai a fare il tuo protagonismo da un’altra parte", gli hanno gridato.
La repubblica on line 30 ottobre

Siamo l'onda che vi travolge











Fascismo conclamato


martedì 28 ottobre 2008

MASCALUCIA. No alla «Riforma Gelmini»


Riforma "Gelmini". Il no dei genitori degli alunni del Circolo didattico "Giuseppe Fava" di Mascalucia è un no deciso, espresso al termine di una assemblea di Circolo, indetta per esprimere un giudizio sul decreto legge del 1 settembre 2008, n. 137, attualmente al vaglio del Parlamento per la conversione in legge.
In particolare i genitori ritengono negativi la reintroduzione del maestro unico, la riduzione dell’orario scolastico da 30 a 24 ore e l’aumento del numero di scolari per classe. Le misure in via di approvazione peggiorerebbero la qualità dell’istruzione nella scuola italiana poiché il modulo di insegnanti, come recitano le statistiche dell’Ocse, pone la Scuola primaria (elementare) italiana fra le prime nel mondo; nel confronto fra maestro unico (che operava prima del 1990) e modulo di insegnanti (introdotto dal 1990), si evidenzia un diverso percorso formativo che vede gli scolari istruiti con più insegnanti conseguire, al termine del ciclo primario, un bagaglio di conoscenza superiore.
L’orario ridotto a 24 ore - per i genitori del "Fava" - ridurrebbe a dismisura il numero di ore da dedicare all’insegnamento "con grave pregiudizio per materie ritenute unanimamente fondamentali nel bagaglio d’istruzione dello scolaro quali italiano e matematica". E poi, in considerazione della riduzione dell’orario che vedrebbe la frequenza giornaliera dal lunedì al sabato ricadere nella fascia 8.15/12.15 o in alternativa 8.30/12.30, si provocherebbero enormi disagi alle famiglie, anche in considerazione della circostanza in cui un figlio, già iscritto nell’anno corrente, uscirebbe alle 13.15 mentre un nuovo iscritto uscirebbe un’ora prima. In ultimo l’offerta formativa verrebbe peggiorata anche dall’aumento del numero degli alunni per ogni classe che passerebbero dai 20/22 attuali a 25 se non addirittura oltre. «Se il fine ultimo della "Riforma Gelmini - si legge in una nota - è realmente una Scuola italiana migliore, i genitori del Circolo non capiscono come esso possa essere raggiunto con un solo insegnante, con un orario ridotto da 30 a 24 ore e l’aumento degli scolari per ogni classe". I genitori auspicano un ripensamento da parte del Parlamento e trasmettono le proprie considerazioni alle autorità preposte affinché, ognuno per la sua parte, contribuisca a bloccare la Riforma.
CARMELO DI MAURO
La Sicilia 28/10/08

domenica 26 ottobre 2008

Manifestazione del PD

Era un Walter Veltroni visibilmente raggiante quello che ha preso la parola dal palchetto del Circo Massimo. A chi lo ha visto prima, in mezzo al corteo che è partito da piazza Esedra, è parsa subito evidente la gioia del segretario del Partito democratico. Un volto che era tutto un sorriso. Non poteva essere altrimenti. E' andata bene, a Veltroni. E' andata bene perché la partecipazione, come ha scandito lui stesso a inizio discorso, è stata "oltre le più rosee aspettative". L'asticella del milione di manifestanti che avrebbe sancito, se oltrepassata, il successo dell'iniziativa è stata alla fine, stando alle cifre fornite dal partito, più che doppiata: due milioni e mezzo, forse più. Va bene che si gonfia sempre un po' ma insomma, fino a un certo punto. Quella fiumana di teste e bandiere, poi, l'hanno potuta vedere tutti, e il colpo d'occhio del Circo Massimo pieno era effettivamente niente male.
Veltroni ha recuperato la ricetta con cui ha inaugurato il corso di leadership nel Pd, nell'ottobre scorso, quando furono le primarie che gli spalancarono la porta della segreteria. Bagno di folla, innanzitutto: allora si fece votare da tre milioni e mezzo di cittadini, oggi ne ha voluti una bella fetta a mettere le ali al suo messaggio. Non è un caso che il palco l'ha collocato in mezzo alla gente, non dietro dietro, come avrebbe imposto la prassi. Il secondo ingrediente è stato l'unità del partito, quell'unità che, ancora una volta, ha voluto fosse rappresentata fino all'ultimo dettaglio. Lo scorso anno "scese in campo" solo dopo la richiesta esplicita di tutti i maggiorenti, oggi se li è messi dietro, in fila e in bella mostra. In maniera tale che chi seguisse l'evento attraverso le dirette televisive potesse riconoscerli, i loro volti a far capolino in secondo piano alle spalle di quello sudato del segretario. Fassino, Fioroni, Letta, la Bindi, Franceschini, solo per citarne alcuni. E D'Alema, of course.
Non ha buttato a mare, l'ex sindaco di Roma, l'occasione per rilanciare il Pd. Il discorso è suonato calibrato. Alle direttrici note alla vigilia (scuola, economia, pensioni, lavoro, sicurezza, ambiente) ha aggiunto in apertura una concessione studiata per il popolo democratico nella sua versione "di piazza", quindi in grandissima parte ex o post comunista: un antiberlusconismo declinato con accenti antifascisti.
Il filo conduttore è stato una sorta di slogan, ripetuto dall'inizio alla fine quattro volte: "L'Italia è un paese migliore della destra che lo governa", pensato per marcare la diversità dalla maggioranza di governo e, nello stesso tempo, coniugarla con la necessità di una proposta programmatica solida. Che deve, per forza di cose, pendere dalla parte dei "più deboli" (i pensionati, i precari, i redditi fissi erosi dalla crisi) ed essere proiettata su un "reale" diverso dal "virtuale" delle televisioni dominate da Berlusconi e dai suoi. L'interesse generale, ha detto Veltroni, "sarà sempre la nostra stella polare".
Antifascismo, quindi, ma non di maniera, perché dall'antifascismo nasce e trova i suoi pilastri ideali la nostra democrazia. L'antifascismo che il premier snobba - "penso a lavorare" - e il concetto di democrazia che Berlusconi non sopporta, perché ne rifiuta uno dei cardini, le opposizioni, siano esse parlamentari, sindacali o sociali. Ma le opposizioni sono il sale della democrazia perché, ha detto il segretario del Pd, "il governo ce l'hanno tutti, le opposizioni solo le vere democrazie". Quindi rispetto, ascolto, Veltroni li pretende da Berlusconi.
Sulla scuola, tema caldo, imposto dalle proteste degli ultimi giorni, il governo dimostri capacità di ascolto del disagio, ritiri il decreto e si faccia carico delle richieste di tutti, perché sono tutti a protestare: studenti, genitori, docenti. Le manifestazioni sono "giuste, e non servono irresponsabili avvisi ai naviganti: i naviganti la rotta la conoscono e la stanno seguendo, hanno a cuore la scuola, lo dimostrano promuovendo lezioni di fisica e filosofia all'aperto". Appoggio alle esigenze di chi protesta, pur essendo consapevole che "in fatto di scuola ogni conservatorismo è sbagliato, la riforma è necessaria ma va pensata tenendo conto di innovazione e merito. Ma che innovazione sono i maestri unici, i tagli a quella conquista civile che è il tempo pieno, il sette in condotta per combattere un bullismo che nasce innanzitutto da un vuoto alimentato dalla destra?".
Per quanto riguarda l'altro fronte dell'attualità politica, la crisi economica, Veltroni ha chiesto un piano di detassazione, a partire dalla prossima tredicesima, delle pensioni e dei redditi fissi più deboli, da sei miliardi: "E' una cifra onerosa, ma le nostre finanze pubbliche se la possono permettere. Sia per la maggiore flessibilità concessa dall'Europa, sia perché i conti li ha risanati uno come Romano Prodi". Si muova, il governo, per i deboli, come si è mosso "per salvare le banche". Ha l'opportunità di essere coerente, inoltre, con le promesse elettorali che garantivano un calo della pressione fiscale. Ma, ha detto Veltroni, le tasse nel complesso stanno aumentando.
L'esecutivo tuteli anche i piccoli e medi imprenditori, ne aiuti il credito che già si va strozzando. Le uniche cose viste sinora sono il taglio del 32 per cento al fondo per le famiglie, servito a finanziare l'abolizione dell'Ici sulla prima casa. Il sostegno ai penalizzati è tanto più necessario se si pensa che la destra italiana è responsabile di questo disastro, "l'ha preparato negli anni scorsi spargendo tre tossine: "L'iperliberismo, una certa ostilità verso l'Europa, l'esaltazione della finanza in quanto tale". Berlusconi, tuttavia, non pare avere le idee chiare: prima dice che la crisi finanziaria non avrebbe avuto effetti sull'economia reale, poi si ricrede e dichiara che l'intervento dello stato è un "imperativo categorico". Ma a favore di chi?
Sulla sicurezza Veltroni ha accusato il governo di fare marketing della paura, ma "la paura andrebbe combattuta, anche se paga in termini elettorali". E' tornato per un frangente sindaco di Roma quando ha invocato più severità nella concessione dei benefici carcerari e nelle scarcerazioni, ma deve restare fermo il principio che "responsabili sono gli individui, non i gruppi". Il governo, invece, gioca col fuoco del razzismo, ma misure concrete poche: da quando si è insediato, "gli sbarchi sono aumentati e gli espatri di clandestini sono fermi". In risposta, Veltroni ha ribadito una proposta di integrazione: voto agli immigrati dalle prossime elezioni amministrative.
Chiusura sull'ambiente con contestazione alla posizione italiana in Europa - "Economia e ambiente dovrebbero essere fratelli" - e richiesta esaudita di applauso (è stato il più fragoroso) per Roberto Saviano. La promessa finale dice che "un'altra Italia è possibile, la faremo insieme". Di sicuro oggi Veltroni ha giocato bene, e ci sarà per più del poco tempo che alcuni desideravano e altri temevano avesse ancora a disposizione alla testa del maggiore partito dell'opposizione.
Aprile
Andrea Scarchilli , 25 ottobre 2008, 20:57

venerdì 24 ottobre 2008

Beata ignoranza




La politica frantumata

Il mercato non si autoregola, ci vuole lo Stato. I banchieri sono “banksters” (banchiere più gangster). Il “supercapitalismo” globalizzato e finanzia rizzato ha spremuto risorse umane e naturali, portando l’umanità sulla soglia di una crisi economica e sociale planetaria e di un collasso ambientale. Declina l’egemonia americana, siamo al tramonto della leadership mondiale degli Usa. L’Italia è il Paese Ocse in cui nell’ultimo quarto di secolo è cresciuta di più e più rapidamente la distanza tra ricchi e poveri, cioè la diseguaglianza.Non c’è una parola di mio in quel che ho scritto fin qui: sono frasi che si leggono correntemente su qualsiasi quotidiano dei più vari orientamenti. Aggiungo subito che abbiamo sotto gli occhi lo sviluppo impetuoso di un movimento che nasce nelle scuole, nelle università e nei centri di ricerca, sulla questione cruciale della conoscenza, privo di padri parlamentari, politici e sindacali. Perché allora quel che resta della sinistra appare stonato, marginale, irrilevante? Per sua colpa, per sua colpa, per sua grandissima colpa.¬¬E’ evidente, ad un anno di distanza, che la formazione del Partito democratico ha spostato la parte maggioritaria della sinistra italiana in una terra di nessuno dove dubito potrà restare ancora a lungo. La crisi di quel progetto è già evidente, e non solo per ragioni elettorali. La batosta della ”Sinistra arcobaleno” alle elezioni politiche ha aggravato la frammentazione, la crisi culturale e lo stato di sradicamento in cui si sono trovate, in un tornante cruciale, le forze e i gruppi alla sinistra del Pd. Non esistono ripari simbolici e identitari a questa radicale incapacità di stare dentro i conflitti moderni ed essere popolari, nel senso di rappresentare bisogni, figure e forme della società, e di “creare società con la politica”, come dice Mario Tronti. Se il problema è far sopravvivere qualche sezione del ceto politico, è meglio uscire tutti di scena e togliere l’inutile ingombro. Se il problema è un altro, e cioè restituire peso ad un’altra idea della società, produrre idee oltre che subirne, incidere sugli equilibri politici, allora vale la pena di provare ancora. Partendo dall’Italia e dal mondo, non da noi stessi. Ci vuole un partito politico, e un partito dai tratti innovativi, alla sinistra del Pd. Il tempo stringe. Una parte importante di questo Paese si sta muovendo. Non c’è alternativa alla Costituente della sinistra, che potrebbe ora davvero aprirsi in un rapporto fecondo e vero con soggetti indipendenti dal berlusconismo. E ribelli.

Fabio Mussi

Adesso picchiateci tutti!



Le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi lasciano a dir poco esterrefatti. Gli studenti universitari che protestano per difendere il futuro proprio e dell'università si sono sentiti dire di tutto in questi giorni.L'attacco è partito dal Min. Mariastella Gelmini, che ha iniziato con il dire che gli studenti protestano senza cognizione di causa, senza avere nemmeno letto il testo delle leggi che stanno contestando. Che cosa si può rispondere a un Ministro che rilascia queste dichiarazioni quando dal momento del suo insediamento non ha risposto a una sola delle interrogazioni presentatele dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, l'organo di rappresentanza nazionale degli studenti universitari? Che cosa si può rispondere ad un Ministro che il 10 di ottobre chiede agli studenti che manifestavano davanti al MIUR, attraverso i suoi funzionari, di consegnare un documento con le motivazioni della loro protesta e con le loro richieste e che a quindici giorni di distanza non ha ancora replicato in nessuna maniera? Anche il Min. Meloni si è profuso in osservazioni della stessa natura, dimostrando come il Ministro della Gioventù non abbia nessuna conoscenza di quello che si sta muovendo all'interno delle scuole e delle università, ove si trova gran parte di quei giovani che dovrebbe rappresentare.
Non poteva certo mancare all'appello una dichiarazione dell'On. Berlusconi, che come previsto non si è fatta attendere. Certo però non ci si poteva aspettare che le parole da lui pronunciate fossero di tale gravità. Alla pacifica e civilissima protesta degli studenti, che scaturisce proprio da quell'informazione che ha spesso tentato di negarci e che abbiamo provato a recuperare attraverso le tante assemblee che si sono susseguite in quasi tutti gli Atenei italiani, ha risposto con quelle che non possiamo definire che minacce. Proporre di impiegare le forze dell'ordine per sopprimere la protesta degli studenti significa non essere consapevoli del fatto che essere Presidente del Consiglio di un Paese democratico significa rappresentare tutti i cittadini, anche quelle centinaia di migliaia di studenti che stanno scendendo in piazza in questi giorni sempre più numerosi, che stanno occupando le aule universitarie per cercare di evitare che vengano svuotate per sempre da una legge che mette a serio repentaglio la sopravvivenza delle università pubbliche, che stanno riunendosi in assemblee quasi quotidianamente per approfondire i contenuti delle leggi e per immaginare un'università migliore di quella, sicuramente in crisi, in cui viviamo.Proporre di impiegare le forze dell'ordine per sopprimere la protesta degli studenti significa soprattutto non rispettare le più basilari regole democratiche, che imporrebbero di ascoltare le ragioni di chi dissente dai provvedimenti adottati e di aprire con loro un confronto... e se proprio non si vuole arrivare a tanto almeno imporrebbero di rispettare la libertà di parola e di pensiero dei cittadini del proprio Paese. In molti Atenei all'interno delle assemblee quegli studenti che vengono dipinti dal Premier e dalle sue Ministre come tanti ignoranti hanno spesso citato un testo scritto tanti anni fa da Pietro Calamandrei, uno degli estensori della nostra Carta Costituzionale, che sembrava prevedere il futuro spiegando come un Presidente del Consiglio che volesse instaurare una "larvata dittatura" senza apparentemente violare nessuna delle leggi dello Stato dovrebbe come prima cosa smantellare il sistema di formazione pubblica. Nemmeno nelle più pessimistiche immaginazioni di Calamandrei si arrivava però a pensare che si tentasse di imporre il pensiero unico attraverso la repressione di ogni forma di dissenso. Ci permettiamo di consigliare all'On. Silvio Berlusconi la lettura di questo testo. Nel frattempo garantiamo al Premier che non saranno le forze dell'ordine a smorzare la nostra protesta, che continuerà in questi giorni in maniera sempre più attiva sino ad arrivare alla data del 14 novembre in cui l'Unione degli Universitari, insieme ai tanti studenti che hanno fatto questa richiesta attraverso democratiche e partecipatissime assemblee, scenderà in piazza a fianco dei sindacati universitari in una grande manifestazione. Noi non ci fermeremo, l'On. Silvio Berlusconi non riuscirà con queste minacce a farci stare zitti...se vuole rovinare ancora di più l'immagine che l'Italia ha agli occhi del mondo, può anche picchiarci tutti!

Federica Musetta*,

Aprile 22 ottobre 2008, 20:24
*Coordinatore Nazionale - Unione degli Universitari

Federconsumatori Mascalucia/2

SECONDA VITTORIA IN DUE GIORNI !!!!!!!!
ANCHE LA VI COMMISSIONE TRIBUTARIA DI CATANIA ACCOGLIE IL PRIMO DEI 60 RICORSI DI NOSTRI SOCI CONTRO L'INCOMPETENZA DELLA SIMETO AMBIENTE A DETERMINARE LA TARIFFA PRESENTATI NEGLI SCORSI MESI DI FEBBRAIO E MARZO.
LA PROSSIMA SETTIMANA LEGGEREMO LA SENTENZA.
-- FEDERCONSUMATORI MASCALUCIA

mercoledì 22 ottobre 2008

ASSEMBLEA STUDENTI.

DOMANI ORE 9:30 FACOLTA' DI LETTERE ASSEMBLEA DI TUTTI GLI STUDENTI. LEGGE 133/08: LO SMANTELLAMENTO DEL' UNIVERSITA' PUBBLICA.

L’approvazione del DL n. 112, divenuto, con la conversione, la Legge n. 133/08, ha segnato un solco nella storia dell’Università italiana. Si esprimono forti dubbi sulla legittimità dell’iterlegislativo rapido, di norma concesso per le disposizioni urgenti, per una legge che, per quanto riguarda l’Università, mira a scardinarne il carattere pubblico e a stravolgerne il sistema.
1. L’art. 16 fornisce la possibilità agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato. Questa“possibilità” diventa un “invito” con tutte le agevolazioni tributarie ed economiche contenute e diventa una “costrizione” con i tagli ingenti previsti fino al 2013, che arrivano ad 1.441.500 €. Le Università diventeranno fondazioni in cui conteranno solo le scelte dei finanziatori e degli amministratori, sia nella didattica che nella ricerca, sotto la “vigilanza” del Ministro dell’Università e del Ministro delle Finanze.
Si chiede pertanto l’abrogazione di tale articolo che rischia di cancellare l’istituzione dell’Università Pubblica, di cancellare l’insegnamento libero, di cancellare la concezione dello studio come un diritto e per trasformarlo in una concessione di un privato.
2. A causa della limitazione delle assunzioni del personale a tempo indeterminato al 20% dei pensionamenti (viene assunto un professore ogni 5che ne vanno in pensione) contenuto nell’art. 66, i numeri chiusi verranno istituiti nella maggior parte dei nostri Corsi di Laurea per rispettare il rapporto docenti/studenti dei 'Requisiti necessari', e il Diritto allo Studio, cosi come il rispetto dell’Articolo 33 della Costituzione Italiana,diventerà un semplice optional. La conseguenza più incombente per chi frequenta già un corso di laurea triennale è il numero chiuso per accedere alla magistrale (specialistica). Per chi invece frequenta un corso di laurea magistrale e intende dedicarsi alla ricerca la conseguenza è una strada sbarrata dai troppi ricercatori rimasti in posizione precaria per il blocco delle assunzioni.
3. Con la riduzione del fondo di finanziamento per le spese di funzionamento degli Atenei, sempre nell’art. 66,riduzione che in 5 anni è di 1.441.500.000 €, le Università saranno costrette ad aumentare le tasse in maniera incontrollabile e a ridurre i servizi agli studenti per chiudere il bilancio in pareggio, poi a trasformarsi in fondazioni private cercando finanziatori esterni. Nel momento in cui saranno fondazioni private i finanziamenti pubblici saranno solo una parvenza, non ci saranno più vincoli di legge, non più didattica e ricerca svincolate da logiche di mercato e di potere, non più qualità, non più diritti.
Chiediamo l’abrogazione dell’art.66 che porterà gli Atenei a dividersi tra coloro che riusciranno a percepire finanziamenti privati e coloro che invece dovranno accontentarsi di finanziamenti pubblici ogni anno più ridotti diventando Atenei di serie “C”,tra coloro che discrimineranno gli studenti con tasse incontrollabili e coloro che discrimineranno gli studenti con numeri chiusi per accedere ad Atenei con didattica e servizi ridotti all’osso, tra coloro che avranno didattica e ricerca vincolate alle scelte dei finanziatori e coloro che avranno didattica e ricerca libere ma non i soldi per portarla avanti.

L’Università e la Ricerca sono il futuro diquesto Paese.
L’Università deve essere pubblica. L’insegnamento deve essere libero.
L’Università deve essere di qualità.
Tutti devono avere la possibilità di accedere ai più alti gradi dell’istruzione, senza numeri chiusi e aiutati da un adeguato sistema di diritto allo studio.
Inviato da Luca Tasinato

Federconsumatori MAscalucia/COMUNICATO STAMPA DEL 22 OTTOBRE 2008 - VINTO IL PRIMO RICORSO CONTRO LA TIA PRESSO IL GIUDICE DI PACE

E' DI OGGI, MERCOLEDI' 22 OTTOBRE 2008, LA PRIMA SENTENZA EMESSA DAL GIUDICE DI PACE DI MASCALUCIA, IN ACCOGLIMENTO DEL RICORSO DI UN CITTADINO DI TREMESTIERI ETNEO PRESENTATO IN AUTODIFESA - SOTTO LA REGIA DI FEDERCONSUMATORI MASCALUCIA - CHE ANNULLA, PER INCOMPETENZA ASSOLUTA SULLA TARIFFAZIONE, UNA FATTURA DI CONGUAGLIO TIA 2004/2005 EMESSA DALLA SIMETO AMBIENTE.
DOMANI, PUBBLICO IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA.

martedì 21 ottobre 2008

Democrazia putrefatta/1


Cammino per le strade di Tremestieri Etneo. Da mesi i rifiuti sono parte integrante del paesaggio. I cassonetti sono letteralmente coperti dai sacchi della spazzatura… si tratta di quegli stessi cassonetti che a detta del sindaco Basile avrebbero dovuto rilanciare la raccolta differenziata. Il sistema degli ATO è allo sfascio. E’ uno dei più grossi fallimenti della politica in questo millennio. Immagino a cosa possono pensare i turisti in giro per la valle del Simeto e per i comuni pedemontani etnei.
Per i bambini dell’età di mia figlia, sembrerà naturale, se continua così, vedere montagne di rifiuti ad ogni angolo di strada.
Non c’è indignazione. La gente passa. Si tura il naso e va avanti. Non quando vota. Montanelli votava la merda turandosi il naso. Oggi gli elettori votano la merda e la mangiano al posto della ricotta dentro una squisita cialda di cannoli siciliani. Tutti sono invitati alla premiata pasticceria ‘U zu Totò & don Raffaele’. A proposito di Vasa Vasa, l’africano. Mi sono veramente commosso nel vedere la foto pubblicata dal Corriere della Sera che ritraeva il leader della DC di un Paese africano (non ricordo più quale) con Vasa Vasa e Cappiddazzu (alias compagno Mirello Crisafulli). Mi ha commosso capire come siano cosa nostra (di noi siciliani) l’internazionalismo, il terzomondismo e lo spirito bipartisan.
Decisamente, l’immagine del terzo millennio è fatta di merda e rifiuti putrefatti. Un ritorno al medioevo. Nessuno è indignato, nessuno protesta, nessuno si ribella. Mediovevo prossimo venturo. Benedetto XVI va a Pompei (Campania dove la camorra minaccia di morte uno scrittore, così come hanno già fatto gli imam iranianiani) e cosa fa? Attacca l’anticlericalismo, male assoluto (insieme al relativismo) del nostro secolo. Ma nessuno se ne accorge. Ascolto la notizia per radio e non posso fare a meno di ricordare una scena di Johnny Stecchino in cui l’autista del taxi dopo avere fatto una apologia di Palermo, conclude dicendo che però quella terra ha un male terrificante che la rode e la mina al suo interno… il traffico ovviamente. Certo ce lo vedo Nazinger (pardon errore di battitura) che fa l’autista del taxi.
Medioevo. I credenti saranno felici di ritrovarsi in chiesa la messa in latino e forse presto anche il Sant’uffizio tornerà di moda… Ma soprattutto avremo nuovamente gli Stati Vaticani dalle Alpi a Lampedusa. Sarà vietato abortire, divorziare, scopare utilizzando posizioni diverse dalla missionaria e con l’obbligo della procreazione (tanto gli stipendi consentono a tutti di avere decine di figli). I gay saranno condannati alla lapidazione… e siccome sono tutti senza peccati… già oggi che ci si può rifare chirurgicamente una verginità in senso letterale, cioè in senso fisico, perché in senso morale non è più necessario nemmeno rifarsela la verginità… ma meglio interrompere questo argomento che potrebbe farci scivolare con facilità in pessime cadute di stile scurrili.
I gay e i laici(sti) saranno condannati al rogo. Tutto il potere al clero, ad eccezione dei padri comboliani che avendo la pretesa di sventolare l’odiosa bandiera iridata della pace, hanno gettato la maschera mostrando di essere degli sporchi comunisti. Ma tanto, finalmente, lasciatemelo dire, sono felice che i comunisti siano stati cancellati in parlamento (è forse una citazione? Ogni riferimento a fatti o persone realmente esisttiti (non) è puramente casuale).
Potere e potere spirituale e potere… temporale… piove governo ladro…
E’ bello leggere i giornali e guardare la televisione per capire come vanno le cose in questo maledetto assurdo Bel Paese. Si scopre che la CGIL (che è una grossa Holding finanziaria!!!) stava per essere responsabile del fallimento della nostra compagnia di bandiera (c’è qualcuno che ricorda gli stipendi faraonici degli amministratori delegati di questa compagnia?). Inoltre ovviamente difende i fannulloni che non amano fare lo straordinario-ordinario; scopriamo che il più grande e antico sindacato italiano difende quel covo di scioperati ex-sessantottini, eversivi ed ignoranti a cui affidiamo l’istruzione dei nostri figli (certo la severità ed il sadismo delle suore è indiscutibilmente migliore). Impariamo a conoscere i tanti innumerevoli mali di cui questi lavativi e sporchi sindacalisti, sono responsabili.
Ma la scuola fa schifo è vero ed anche la sanità. Continuiamo ad elargire milioni di euro alle strutture private e smantelliamo il sistema pubblico. Tanto il socialismo è stato messo in soffitta pieno di polvere e di muffa… tranne quando bisogna sostenere le banche!
E la saggezza e l’acume politico della destra lo si può vedere ovunque, ma su internet ho trovato una chicca strepitosa. Un tizio commentava una puntata di Ulisse in cui si era parlato delle opere dell’ingegnere Eiffel (la famosa ed omonima torre e l’altrettanto famosa statua della libertà). In quella trasmissione si diceva che la Torre è stata costruita senza ke morisse nessun operaio e che la Statua è stata costruita con il sangue ed il sudore (le parole sono mie) di tanti operai immigrati italiani sfruttati miserevolmente. Il simpaticissimo camerata traduceva questi concetti nel modo seguente: i comunisti (Alberto e Piero Angela), fanno propaganda politica anche quando non si parla di politica. Perché? Ovvio: il riferimento al fatto che non ci siano stati morti nella costruzione della Tour Eiffel, era un’accusa di assassinio fatta alle nostre imprese (escusazio non petita accusazio manifesta… mi pare… non ho studiato il latino). Il riferimento ai nostri immigrati sfruttati era una stilettata alla lega condita dal solito e stucchevole antiamericanismo (già, immaginate anke voi i due Angela bruciare una bandiera a stelle e striscie mentre cantano Jenkie go home?).
Cammini per strada e vedi intolleranza. La destra governa perché asseconda il ventre molle e pieno di escrementi della nostra società. Ho letto un avviso affisso accanto al portone di un elegante palazzo signorile al centro di Catania: è severamente vietato l’ingresso a coloro che distribuiscono posta pubblicitaria. Vabbè, lasciando perdere il fatto che tanti ragazzi lavorano tutto il giorno camminando come i pazzi per quattro soldi, questo è un segno dell’intolleranza dei nostri tempi: nessuno deve entrare nel mio fantastico mondo e rompere i coglioni; quanta marmaglia c’è oggi per le strade: venditori ambulanti, lavavetri, zingari… Mussolini si che sapeva come trattare sta gentaglia! Ed a proposito di intolleranza e razzismo e modernità: mentre stiamo per ripristinare i lager-manicomio (è finito anche il tempo del comunista Basaglia), creiamo le classi differenziali per bambini extracomunitari. Ho abbastanza anni da ricordare le classi differenziali per bambini con problemi mentali. Li chiamavamo i malati ed avevamo paura di loro. Domani mia figlia che all’asilo ha diversi compagnetti extracomunitari dovrà avere paura di chi ha un’etnia differente? E’ veramente triste!
Ma lasciatemi concludere (provvisoriamente) con una considerazione su un menestrello del potere. Ho parlato di potere temporale e potere spirituale. Ora esiste un serio e preparato uomo di scienza (e siamo tutti onorati di averlo come espressione del popolo siciliano) che sa essere un bravo menestrello a servizio di entrambi i poteri: un tale Zichichi. Lasciamo perdere la sua dubbia onestà intellettuale di chi non sa o non vuole evitare sconfinamenti della religione nella scienza. Ho letto un articolo illuminante (non illuminista per carità che queste parole offensive non bisogna utilizzarle più) in cui il noto scienziato spiegava che il governo italiano fa bene a rifiutare le misure in difesa del clima. Infatti – sosteneva – non ci sono basi scientifiche a sostegno dell’azione dell’uomo sui mutamenti climatici, che la CO2 serve alle piante e che l’effetto serra non esiste. Difendere il clima dall’inquinamento è assolutamente antiscientifico!

E la primavera tarda ad arrivare…