giovedì 10 dicembre 2009

Crisi, Lombardo rompe con il Pdl

La maggioranza di centrodestra non c'è più. Cambiano gli equilibri all'Assemblea regionale siciliana dopo la seduta di ieri sera. Mezzo Pdl, da tempo in conflitto con il governatore Raffaele Lombardo, è pronto a uscire dalla giunta, mentre il Pd è disposto a sostenere dall'esterno il nuovo esecutivo che il presidente autonomista formerà entro la fine dell'anno.L'addio alla maggioranza è stato annunciato dai berlusconiani che fanno capo al coordinatore regionale Giuseppe Castiglione e più in generale all'asse Alfano-Schifani, dopo che ieri notte in aula è stato approvato un ordine del giorno nel quale da un lato si assicurano fiducia e sostengo pieno nell'operato del governatore e dall'altro si condanna in comportamento assunto negli ultimi mesi proprio da quella corrente del Popolo della libertà, accusata soprattutto di avere bocciato il documento di programmazione economica e finanziaria della Regione. L'odg è passato con 34 voti a favore, nove contrati e altrettante astensioni. «A questo punto usciamo dal governo», ha dichiarato il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini.Ma non tutti i berlusconiani si chiamano fuori. Anzi, l'altra ala del partito, quella che all'Assemblea regionale ha recentemente fondato il gruppo Pdl Sicilia, che fa capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè e da sempre si è dimostrata fedele alleata di Lombardo, resterà saldamente nell'esecutivo. Il Partito democratico, invece, è pronto a garantire l'appoggio esterno, anche se il segretario regionale, Giuseppe Lupo, usa parole di assoluta prudenza: "Valuteremo con attenzione i provvedimenti del governo".Un governo che però va riformato almeno per tre dodicesimi. Come annunciato dal capogruppo del Pdl Leontini, dovrebbero uscire i due assessori di area Alfano-Schifani cioè Mario Milone e Nino Beninati (nonostante quest'ultimo ieri sera abbia votato a favore dell'ordine del giorno di sostegno a Lombardo) e dovrebbe restare fuori anche Gaetano Armao, avvocato amministrativista finito nella bufera perché accusato da numerosi parlamentari di conflitto d'interessi. Nel nuovo esecutivo due posti, al momento, sono destinati a tecnici graditi al Partito democratico che però, ufficialmente, resterà fuori dalla partita.
«Lavoreremo senza odio e senza polemiche e con qualche anticipo rispetto alla data del 31 dicembre formeremo una nuova giunta», ha detto Lombardo al termine della seduta. «C'è una base che conta circa 30 deputati e che ha un programma - ha aggiunto - Ci sarà una convergenza su questo programma, che sarà realizzato nella chiarezza assoluta».Nel discorso che ha preceduto il voto dell'aula, Lombardo ha attaccato quei pezzi di maggioranza che avevano bocciato il Dpef: "E' stata - ha detto - la goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'ultima di una serie di aggressioni". Il governatore ha anche rievocato i ripetuti tentativi "di abbatterlo". Ora Lombardo si appresta a formare la sua terza giunta da quando è stato eletto presidente della Regione siciliana.«Dalla Sicilia parte la dissoluzione del centrodestra», afferma soddisfatto il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo. «Prendiamo atto che il presidente della Regione ha utilizzato parole dure verso la sua maggioranza e sulle politiche antimeridionaliste del governo Berlusconi. E' un dato politico interessante. Noi continueremo a svolgere il nostro ruolo di opposizione responsabile, valutando il merito dei provvedimenti del governo».

"Tremestieri-bus" collegherà Canalicchio al Centro

"Tremestieri Bus" è il nuovo servizio che sarà in funzione, si prevede, prima di Natale. Il comune di Tremestieri ha appena acquistato - in leasing - un pulmino "Iveco" da 26 posti per 80 mila euro (da spalmare negli anni). Per attivare il servizio bisognerà però attendere l’autorizzazione della Regione al passaggio del mezzo a "porte chiuse" dai centri di Sant’Agata Li Battiati, San Giovani La Punta e San Gregorio, visto che dovrà attraversare questi tre Comuni per raggiungere la frazione di Canalicchio.
"Tremestieri Bus" sarà in funzione dal lunedì al venerdì. Saranno assicurate due corse nelle ore mattutine: partenza da Canalicchio e arrivo a Tremestieri centro, passando dai quartieri Immacolata e Piano dove saranno rispettate due fermate per consentire ai cittadini - rigorosamente di Tremestieri - di usufruire gratuitamente del servizio. Nel pomeriggio il pulmino
sarà utilizzato dagli anziani di Canalicchio e dei quartieri che vorranno raggiungere il Centro diurno della terza età. Successivamente il servizio sarà studiato in modo da approfittare di molte
delle coincidenze con i pullman diretti a Catania o verso i paesi etnei.
Il mezzo - che sarà guidato da un dipendente comunale - potrà essere utile il sabato e la domenica a tutte quelle associazioni sportive, culturali o di volontariato presenti nel territorio che
ne faranno richiesta.

Bocciata la proposta di mettere in liquidazione la Simeto Ambiente: «Strada rischiosa»

Uniti e d'accordo nell'analisi dei problemi, ma per il resto sindaci in ordine sparso. Non c'è un fronte comune dei primi cittadini che fanno capo all'Ato 3 Simeto Ambiente. E dopo tre ore e mezza di discussioni e interventi a ruota libera sull'emergenza rifiuti, l'unica proposta in campo, quella dei sindaci di Paternò e di Biancavilla, rispettivamente Pippo Failla e Pippo Glorioso, è stata bocciata. Non passa la linea dei due amministratori, che miravano a trascinare tutti i colleghi dei 18 centri dell'ambito territoriale a tentare la via della liquidazione coatta della Simeto Ambiente, visti i debiti superiori a 150milioni di euro. Quindi, un nulla di fatto e una spaccatura del fronte dei primi cittadini. E' quanto emerge dal vertice che ieri a Biancavilla si è tenuto su convocazione di Glorioso: su 18 sindaci, 11 presenti, mentre altri Comuni sono stati rappresentati da assessori e presidenti del Consiglio. In aula pure l'amministratore unico dell'Ato 3, Angelo Liggeri. «Quello che chiedevamo - spiega Failla - è di portare i libri contabili dell'Ato 3 al Tribunale e procedere con la liquidazione coatta per insolvenza. Sarebbe un modo per mettere un punto sull'emergenza. Con amarezza constato la mancanza di unità tra i sindaci. E' evidente: siamo scollati perché, lo capisco, non c'è certezza di un percorso chiaro».Una via - si è commentato fuori microfono, nei corridoi - tecnicamente non percorribile e pericolosamente demagogica. Un percorso, peraltro, che significherebbe, da parte dei Comuni, caricarsi, ognuno per la propria parte, tutti i debiti. «Ma almeno bloccheremmo il debito che comunque continuerà a crescere a dismisura», puntualizza il primo cittadino biancavillese, Glorioso, che in un primo momento aveva avanzato altre due proposte, di fatto non arrivate a conclusione. La prima: un maxicondono per gli anni 2004-09 con riferimento alla Tarsu 2003 come importo da fare pagare. La seconda: giungere a una risoluzione del contratto con il consorzio che ha l'incarico della raccolta rifiuti, rinegoziando il capitolato d'appalto ed escludendo quei servizi accessori materialmente non espletati che ora fanno lievitare la bolletta. Vista la diversificazione di posizioni, solo l'ipotesi di liquidazione della Simeto Ambiente è stata messa ai voti e silurata. Oltre ai proponenti, solo il sindaco di Motta Sant'Anastasia, Angelo Giuffrida, si è detto possibilista. Per il resto, un coro di no. «Non è una decisione da prendere a cuor leggero - spiega Ninella Caruso, sindaco di Misterbianco - stiamo parlando di una procedura di fallimento, dobbiamo considerare gli effetti sui cittadini: i 10 milioni che il mio Comune ha anticipato negli anni all'Ato che fine farebbero?». Analoghe perplessità da parte dei sindaci di Adrano, Pippo Ferrante, di Belpasso, Alfio Papale, di Ragalna, Mario Castro, di Tremestieri, Antonino Basile, di Gravina di Catania, Domenico Rapisarda. Perplessità, quanto meno - è stato precisato - che vanno valutate dopo un passaggio dalla Prefettura. Hanno abbandonato l'assemblea, moderata dal presidente del Consiglio, Nicola Tomasello, prima della conclusione, i sindaci di Nicolosi e Mascalucia, Antonino Borzì e Salvatore Maugeri. Alla fine, «incursione» di alcuni operatori ecologici della Dusty in servizio a Biancavilla: «Dell'anticipazione di 1000 euro promessa non abbiamo visto neanche un centesimo - precisa Marcello Mazzeo della Fit Cisl - continueremo le assemblee fino a sabato». E in serata nell'oasi ecologica di via della Montagna principio d'incendio appiccato da ignoti: per tutta la notte il sito è stato vigilato dalle forze dell'ordine.Vittorio Fiorenza

I nuovi “Miserabili

Ogni volta che nella Parigi di Victor Hugo sorgeva una nuova strada, la fogna allungava come un polipo un proprio sinuoso tentacolo, a conferma di un’inaspettata specularità tra il lerciume del sottosuolo e i fasti della superficie. I nuovi Miserabili sono, ad oggi, i 18 Comuni di A.T.O.3 che, nell’immondizia, rischiano di morire annegati. Tra questi, Misterbianco che, da un lato, imbelletta le proprie strade con nuovi orpelli toponomastici e, dall’altro, prova a guadare il gran mare di rifiuti, speculatori e cittadini imbufaliti. Da quando la raccolta dell’immondizia ha smesso di chiamarsi Tarsu e di essere corrisposta direttamente alle casse comunali, sembra essersi aperto un baratro. Con la nascita della controversa Tia, tra lo scarto quotidiano e la sua gestione si è frapposta, nutrita, tutta una serie di intermediari, dall’agenzia di riscossione, all’Ente d’ambito, ai gestori, passando per il Consorzio. E il biglietto va pagato a ogni fermata, lievitando almeno di un 40%, fino a sfilacciare quello che, un tempo, era un servizio e che, oggi, rischia di conclamarsi come vero e proprio businnes privato. Basti pensare alla determinazione della tariffa Tia che, ormai oltre il ragionevole e umile dubbio da parte dei contribuenti, ha notoriamente mostrato di essere illegittima, nella sua formulazione come nella sua riscossione. Anzi, la magagna sta già nelle parole che, qualche volta, non vengono usate (e storpiate) a caso. Infatti, la Tia non è per niente una tariffa, bensì un tributo, va determinata dai Consigli Comunali e va in prescrizione dopo 3 anni. Ebbene, gli Amministratori avrebbero dovuto ricordare questo aspetto, anziché tappezzare in questi anni le pubbliche mura, prima, di concilianti negoziazioni verso il pagamento da parte dei cittadini, poi, di vittoriosi inviti a chiedere il risarcimento del tributo. Ma la dispersione sarebbe arrivata anche oltre, cioè alla redazione di pubbliche epistole con cui il nostro Borgomastro chiedeva, addirittura, un potenziamento dello sportello del pianto, quello di via Palestro. La situazione odierna si profila delirante. L’unica tariffa che sembra essere stata determinata a norma di legge è quella del 2003, mentre rimarrebbero ingiustificabili le tariffe “creative” di Simeto Ambiente per gli anni 2004-2009. I cittadini non pagano; i sindacati chiedono la rateizzazione. Gli operatori ecologici minacciano il blocco, e attendono lo stipendio. Serit tende, lucrativa, la mano, ma l’Assessorato regionale al ramo chiede ai Consigli comunali di approvare le inapprovabili e illegali tariffe degli anni 2004-2009, brandendo l’arma del commissario ad acta. Il Consiglio Comunale misterbianchese, pavido, prende tempo, e approva un regolamento per l’applicazione della Tia, ancora come se questa dovesse davvero esistere. Altrove, nei paesi vicini, qualcuno tuona di uscire dall’Ato e qualcun altro si spoglia per protesta. Per una discarica che minaccia di chiudere la porta agli insolventi, un porticato si apre per i dannati, loro, i vessati pedemontani, che si riuniscono nella “Leaf”, associazione in difesa degli utenti Ato. E, tipicamente, si affratellano a fini difensivi i “consumatori”, non i cittadini. Salvo, beninteso, in tempo di coprifuoco e in sospensione delle garanzie costituzionali, quando lo stato dell’opera nasconde un non dichiarato stato di guerra.
Angelina De Luca