lunedì 16 marzo 2009

Lettera ad una sinistra mai nata

Cara sinistra,
ti scrive un elettore, che malgrado tutto, dal 1983 ad oggi ha sempre votato per te. Ti ha votato quando ancora c’era Berlinguer e via via sino alla fallimentare esperienza dell’Arcobaleno. Ho votato per te nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte. Non voglio farla lunga, per cui mi limiterò a parlare degli ultimi anni.
Ho lasciato i DS quando questo partito decise di sciogliersi nel PD perché giudicai questo processo una fusione a freddo in cui non ci sarebbe stata una sintesi alta tra la cultura socialista (e post-comunista) e quella del più nobile cattolicesimo democratico. Ciò che pensai sul PD si è dimostrato vero, ma ciò che pensai su di te, cara sinistra, invece, non è risultato veritiero. Non entrai nel PD aderendo a Sinistra Democratica e dissi subito che quella scelta era finalizzata ad un processo: la creazione di un solido partito di sinistra unitario. Dissi subito che non sarei stato interessato ad un partitino del 2-3%. Ed in questa affermazione, cara sinistra, quanto sono stato ingenuo… quell’affermazione voleva dire: entro in Sinistra democratica per creare qualcosa di più grande, cioè la SINISTRA UNITA. Ma tu, cara sinistra, vestita dei colori dell’arcobaleno non è che fossi così tanto unita. Il risultato fu che mettendo insieme tutte le tue componenti, superammo appena quel 3% non entrando né in parlamento né all’ARS. E del resto, a cos’altro avresti potuto ambire quando nessuno o quasi dei tuoi generali credeva in te? Certo, la porcata di Calderoli e le scelte del piccolo Walter non ti aiutarono, ma tu, cara sinistra i tuoi problemi li avevi da sola: affetta da un male endogeno alla fine soccombesti sotto i colpi di fattori esterni, perché minata ed indebolita da una tua congenita debolezza.
Archiviammo subito l’esperienza dell’arcobaleno, rinchiudendoci, chi più chi meno, all’interno dei nostri piccoli recinti identitari ed andammo in ordine sparso alle amministrative. Dopo venne il periodo degli inutili congressi, in cui l’unica cosa vera fu la successiva scissione dentro rifondazione. Alla fine, contro la mia natura, per la seconda volta approvai una scissione (dopo quella di Mussi e Salvi alla quale partecipai, tifai per quella di Vendola). La speranza era quella che si facesse chiarezza e che, liberandoci dalle resistenze identitarie e dal conservatorismo di sinistra, potessimo creare, alla fine, una forza omogenea di sinistra libertaria, egualitaria, ambientalista e laica. Ma ho l’impressione che nemmeno questa sia la volta buona. Oggi è nata “Sinistra e Libertà” e detta così potrebbe dare adito a ipotesi ottimiste. I sondaggi riconoscono a sinistra e libertà la possibilità di superare il quorum e di arrivare sino al 6%. Ma complessivamente, cara sinistra, ne uscirai comunque disastrata. Per non parlare di quello che c’è oltre i sondaggi ed oltre la lista unitaria. Leggendo ieri un articolo sulla rivista “Aprile On Line” quotidiano per la sinistra, leggo che le varie anime della lista hanno passato il tempo a litigare sul nome. Le possibilità erano: sinistra x le libertà, sinistra x la libertà, sinistra e libertà…. Differenze sostanziali, su cui dibattere e a causa delle quali rinviare, così come si è fatto la presentazione del simbolo… Ma la cosa che mi ha lasciato l’amaro in bocca è la dichiarazione della portavoce dei verdi Francescato, la quale ha sottolineato che la partecipazione alla lista unitaria non è da confondere con lo scioglimento all’interno dell’eventuale partito della sinistra. Allora mi chiedo: questo nuovo partito sarà fatto solo da vendoliani e SD? E torniamo al punto di partenza vale a dire il mini partito verso il quale non nutro grandi interessi. Io ho solo sospeso il mio spirito maggioritario di chi ha militato in un partito di massa (Pci/Pds/Ds), per cui, cara sinistra, sebbene penso che ti voterò alle europee per farti superare il quorum, spero che tu ti decida a creare una forza unitaria e plurale che funga da seconda gamba del centro sinistra. Se si vuole fare politica vera (cioè incidere ed ambire al governo del Paese e delle amministrazioni locali) non si può prescindere dal Pd. Parlo di due gambe perché Idv e Prc-Pdci non hanno più intenzione di sorreggere niente…
Cara sinistra mai nata, io per l’ultima volta, sto attendendo il tuo vagito anche se non mi aspetto più niente ormai…

La Sinistra Sinistrata

Si pubblicano di seguito tre articoli riguardanti le tre macro aree della sinistra in italia ossia quella comunista ortodossa, quella socialista-libertaria-ambientalista e quella democratica.
Tre diverse visiono della sinistra, non sempre e non tutte ricomponibili, ma tutte, ognuna a proprio modo, coinvolta in un processo di evoluzione i cui risultati si vedranno in futuro. In ogno caso da questi processi, dalle elezioni europee e dall'evoluzione della situazione potica ed economica scaturirà qualcosa di nuovo o si arriverà ad un punto morto dell'evoluzione.
Personalmente spero che presto possa esserci un processo di ricomposizione e ricompattamento della sinistra, tra le forze più omogenee, in modo chiaro, trasparente e senza inciuci di convenienenza. Insomma spero che riprenda quel percorso arrestato bruscamente da Veltroni che oltre ad avere fatto male alla sinistra radicale ed allo stesso PD ha fatto danno alla democrazia del Paese. Ovviamente non tutti ci staranno, ma la ripresa del dialogo a sinistra è necessario.

Europee, accordo fatto Prc-Pdci


Il semaforo verde è scattato in una cena Diliberto-Ferrero: dopo qualche scintilla polemica, i due partiti sono passati alla fase operativa delle trattative, nominando le proprie delegazioni nel gruppo di lavoro comune. Continuano le trattative con Sinistra Critica


E' stata una cena fra Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto (che ha dovuto sacrificare alla ragione di partito la sua passione interista, nel giorno della sconfitta dei nerazzurri a Manchester) a sciogliere le ultime diffidenze fra Rifondazione comunista e i Comunisti italiani, in vista della lista comune per le elezioni europee. Dopo qualche scintilla polemica (il leader del Pdci Diliberto aveva accusato Ferrero di pensare a un Prc "autosufficiente"), i due partiti sono passati alla fase operativa delle trattative, nominando le proprie delegazioni nel gruppo di lavoro comune: Ramon Mantovani, Mimmo Caporusso e Gianluigi Pegolo per il Prc, Orazio Licandro, Nino Frosini e Alessandro Pignatiello per il Pdci.
Dalla prossima settimana ci saranno riunioni quasi quotidiane del gruppo di lavoro congiunto, con l'obiettivo di varare le liste entro fine mese: Rifondazione ha già convocato il comitato politico nazionale per il 28 marzo, il Pdci lo farà presto con il suo comitato centrale. "Per ora - dice Claudio Grassi, della segreteria del Prc - non ci sono criteri di proporzione fra i partiti per le liste, la cosa importante è aprire il più possibile a rappresentanti di movimento e personalità della sinistra". L'idea di una lista 'aperta' serve anche in vista della concorrenza della Sinistra per le libertà di Nichi Vendola (ex Prc) e Claudio Fava, che dovrebbero ufficializzare il matrimonio (e il simbolo comune) martedì prossimo.
Candidata ad allearsi con Prc e Pdci anche una terza formazione politica, Sinistra critica, nata dalla scissione dal Prc dei "dissidenti" del Governo Prodi. " Per ora nulla di concreto - ci spiega Cannavò (che proprio in queste ore si è ‘dimesso' dalla redazione di Liberazione, dove ha continuato formalmente a lavorare nonostante l'uscita dal partito)-. Siamo aperti al confronto, ma se non dovessimo trovare l'accordo, siamo pronti a presentarci da soli". Martedì è fissato un incontro con il segretario di Rifondazione Ferrero.Da sciogliere per il nuovo "matrimonio elettorale" l'annosa questione del il simbolo: sarà una falce e martello molto simile al simbolo di Rifondazione e del Pdci, ma Sinistra critica chiede che sotto il logo principale, in piccolo, siano presenti i tre simboli di partito su un piano paritario. A Rifondazione nicchiano, e comunque Sinistra critica pensa anche a una piccola rivincita "simbolica": la candidatura in testa di lista di Franco Turigliatto, proprio il senatore "dissidente" eletto nel 2006 con il Prc, il cui voto contrario alla politica estera di Romano Prodi e Massimo D'Alema avviò il processo della mini-scissione a fine 2007.

Monica Maro, 13 marzo 2009

AprileOnLine.info

A sinistra, con la libertà


Presentata a Roma la lista unica di Mps, Sd, Verdi, socialisti e Unire la Sinistra. Presenti Vendola, Fava, Francescato, Guidoni e Di Lello, ma anche Occhetto e Berlinguer. Ci sono logo e nome, ma soprattutto la fiducia di superare il 4%. Sabato, in piazza Farnese, il primo appuntamento pubblico


C'è un logo e c'è un nome, ma soprattutto una sfida da vincere a tutti i costi: superare lo sbarramento del 4% per varcare la soglia dell'Europarlamento. Per questo, e non solo, la Sinistra democratica di Fava, gli ex bertinottiani di Vendola usciti dal Prc, i socialisti di Nencini, i verdi di Francescato e i comunisti italiani di Guidoni e Belillo (ex Pdci) hanno dato vita ad una lista comune che è stata presentata oggi in conferenza stampa all'Hotel Nazionale di Roma.
Un cerchio per metà rosso e metà bianco su cui campeggiano le parole Sinistra e Libertà, perché è questo il nome scelto per la lista che debutterà in Europa il prossimo giugno. A campeggiare i simboli: la rosa rossa del Pse, riferimento di Sd e socialisti, l'ondina rosso-verde del Gue, famiglia a cui guardano gli ex Prc e gli ex Pdci, e il Sole che ride dei verdi, unico logo di partito che permette con la sua presenza di non raccogliere le firme per la competizione elettorale.
In sala tra i leader delle formazioni coinvolte, anche volti storici della sinistra. Due per tutti: Giovanni Berlinguer e Achille Occhetto, quest'ultimo pronto a ricordare come la sua presenza odierna sia in continuità con la sua storia. "Nessuna incoerenza, quest'anno si celebrano i 20 anni dalla Bolognina, allora la mia idea era fare un partito di sinistra, purtroppo le cose sono andate diversamente e chi era con me oggi ha sentito il bisogno di togliere la parola sinistra", dice l'ex segretario del Pds che guarda con interesse al tentativo costituente. In sala, anche Franco Giordano, Alfonso Gianni, Loredana De Petris, Gennaro Migliore.
Gli stessi che si troveranno sabato a Roma, in piazza Farnese, per la prima uscita pubblica di questo esperimento che si trova ad affrontare una sfida elettorale che è al contempo anche politica, partendo dalla necessaria riconquista di un elettorato smarrito l'aprile scorso e che ora ha bisogno di essere nuovamente coinvolto. Una battaglia per l'egemonia culturale, si sarebbe detto un tempo citando un padre nobile, che gravita proprio intorno alla parola libertà, da anni al centro dell'espansione della destra berlusconiana che se ne è appropriata stravolgendola. Per quanto riguarda il futuro, le amministrative e il dopo europee, la questione è naturalmente ancora aperta: l'importante, oggi, è lavorare per l'ingresso a Strasburgo, dopo l'estromissione a Montecitorio e Palazzo Madama.
"Non è un partito ma neanche un cartello elettorale", specifica Marco Di Lello (Ps), riferendosi alla natura di questa alleanza a sinistra, che nasce infatti da "un progetto tra forze coese che in questi mesi hanno lavorato insieme, prima che fosse introdotto lo sbarramento al 4%". E nonostante tale mannaia, le forze che si uniscono hanno un obiettivo che è prima di tutto politico: "riportare a sinistra la parola libertà che in questi anni è stata scippata da Berlusconi e dalla destra".E' una operazione difficile, ma che lascia spazio all'ottimismo. Secondo i sondaggi di quattro istituti diversi, Sinistra e Libertà oscillerebbe tra il 3,3% e il 6%, insomma "una buona partenza", che permette di lanciare il grido di "gettiamo il quorum oltre l'ostacolo", dice il leader socialista chiamato a fare le veci di Riccardo Nencini, ancora in convalescenza dopo l'incidente automobilistico della settimana scorsa.
Anche per Fava "la parola libertà non ha nulla a che fare con Berlusconi ed il Pdl", essendo concetto più ampio e alto di quello "sbandierato dal predellino di un auto". Libertà dalle mafie, dalle menzogne, di partecipare: così la declina il portavoce di Sd, insistendo su quest'ultimo aspetto. "Le nostre liste non saranno decise a Roma da un gruppo di dirigenti ma saranno il frutto della sovranità popolare, le costruiremo sul territorio con assemblee aperte, sarà un'esperienza unica nella vita politica italiana", il cui primo appuntamento saranno "le primarie delle idee". E proprio a Fava, che vanta un'esperienza da europarlamentare, tocca il compito di specificare sulla collocazione a Strasburgo. Tre sono infatti le famiglie di riferimento dei soggetti che corrono insieme: un fattore utilizzato come arma critica, anche a sinistra, ma che per Fava è piuttosto spuntata. "Questi tre gruppi hanno già affrontato e vinto insieme molte battaglie in Europa", dice l'ex ds, per cui "ognuno farà le sue scelte" ma le "diverse sensibilità dei gruppi" possono coesistere in un "progetto comune", perché a Strasburgo "c'è bisogno di larghe maggioranze, ogni gruppo è insufficiente da solo".
Uniti insieme, dunque, perché l'autosufficienza è un mito tramontato. Per accedere a Palazzo Chigi come all'Europarlamento. Lo ricorda anche Francescato, il cui partito nei giorni scorsi non ha nascosto l'insistenza sul fatto che questa alleanza comune per le europee non debba essere interpretata, da parte del Sole che ride, nella disponibilità a sciogliersi in una futura formazione partitica. "Noi vogliamo dimostrare di essere capaci a ricostruire una politica delle alleanze per battere il centrodestra" perché "il corro da solo del Pd si è rivelato un boomerang", dice il leader dei Verdi. E Sinistra e Libertà è la prova tangibile che si può fare, essendo un'unione "non transgenica che tiene insieme le identità ma ha sintonia sui contenuti", come per esempio la duplice battaglia su lavoro e ambiente.
Gli occhi e le orecchie comunque sono tutte rivolte a vedere ed ascoltare il governatore della Puglia. C'è la necessità pratica ma anche il sogno nel commento di Vendola, il quale il giorno dopo la trasmissione su RaiDue della fiction su Di Vittorio non può che citare la storia nobile del padre del sindacalismo italiano. "Si vede un bambino che prende due soldi e le sue scarpe per comprare il libro più prodigioso del mondo, il Dizionario. Questa è una metafora della sinistra che non deve presentarsi come un catalogo di certezze, ma ricominciare ritrovando le parole perdute", dice il presidente della Puglia. Recuperare parole perdute come appunto libertà, unico modo per contrastare quel "calce e randello" che è lo slogan della destra dominante, metafora di una politica della "speculazione edilizia e delle ronde" con cui è stato conquistato il paese. Una destra che non è capace, ricorda Vendola, di uscire dalla crisi. Ed è qui che il governatore lancia le sue proposte: "una moratoria sui licenziamenti", ma anche "la detassazione della cassa integrazione". Cita, poi, una scelta di successo sul fronte del welfare messa in atto dalla sua amministrazione e ne fa un modello esportabile a livello nazionale: "in Puglia la Regione si fa carico degli oneri fiscali per le badanti", spiega Vendola, chiedendo al governo di fare altrettanto. Ma bocciato è anche il Pd di Franceschini: "Imbarazzante" è l'aggettivo scelto per affossare la proposta del neosegretario democratico di tassare i ricchi per aiutare i poveri, perchè "non è così che si affronta una politica sociale". Si deve, dunque, "uscire dai talk show ed entrare nella vita quotidiana: questa è la sinistra che vogliamo ricostruire".
Un "ricominciamento" è la parola scelta da Vendola per definire il progetto di Sinistra e Libertà, rispetto a cui si dice a disposizione per quel che riguarda una sua possibile candidatura, sebbene "le vicende dei singoli sono dentro alla costruzione di questo progetto". Diciamo che attualmente sarebbe propenso a declinare l'offerta ("Oggi direi di no"), ma bisogna aspettare: "Vedremo quale sarà l'orientamento collettivo, discutiamo e poi siamo tutti a disposizione".
Più importante i criteri che le guideranno: il rispetto dei due generi, con il bilanciamento fra uomini e donne, e il protagonismo della base: oltre il 50% delle candidature - assicurano tutti i leader - verrà deciso sul territorio. Insomma, basta con i catapultati da Roma sulla testa dei militanti, ma confronto e discussione tenendo in considerazione la parola più importante, quella del popolo della sinistra. Qualche nome comunque già circola: il Ps candiderebbe gli uscenti Pia Locatelli ed Alessandro Battilocchio ed ha chiesto anche a Bobo Craxi di partecipare. I Verdi sponsorizzerebbero l'eurodeputato uscente Monica Frassoni: "Sono l'unica donna segretario - dice Francescato - e punto su una donna". Il leader di Sd Fava, attualmente eurodeputato, potrebbe essere candidato, così come l'ex astronauta, anche lui a Strasburgo, Guidoni.
Ma è un aspetto, quello delle candidature, che si dice secondario rispetto al progetto. Così come posticipato è l'interrogativo delle amministrative. Il "che fare?" alle elezioni locali, cioè se Sinistra e Libertà sarà presente anche nei comuni e nelle province, verrà dibattuto ad maiora. Fermo restando che "dove sarà possibile, questa lista sarà presente, ma vogliamo evitare editti romani", dice Fava. Con Francescato pronta a rimarcare che "non ci saranno diktat. Rispettiamo le libere scelte sul territorio".
Marzia Bonacci, 16 marzo 2009
AprileOnLine.info

Il futuro della Sinistra è nel Pd

Il partito di Franceschini è un contenitore che per poter conquistare consenso deve radunare il meglio delle forze politiche e coinvolgere l'elettorato più ampio possibile con le primarie. L'ambizione è grande, perciò è importante che faccia spazio alla sinistra, ma anche ad un centro/destra intelligente e democratico. Cioè, al meglio dell'Italia


Dopo aver scritto l'intervento "Il futuro del PD è nelle primarie" (pubblicato da Aprileonline il 9 marzo 2009) ho letto molti articoli sul dibattito tra le varie componenti della sinistra, disastrata, che vuole giustamente ridarsi un ruolo adeguato e significativo nell'ambito che le appartiene, cioè quello della politica italiana.
Tutti, purtroppo, pensano, parlano e formalmente propongono con lo sguardo rivolto al passato, perché non vogliono perdere la memoria della tradizione comunista e partigiana, delle lotte operaie, della sinistra coraggiosamente ideologica e barricadera e non hanno idea di quale possa essere la sinistra del futuro. Essa è troppo vaga e indefinita e, quindi, giustamente, non dà affidamento.
Capisco che la situazione sia difficile, però è proprio per questo che dobbiamo buttarci coraggiosamente allo sbaraglio nel futuro, da precisare con la nostra azione determinata, sottraendoci al tentativo di ricostruire un passato che appartiene ormai ai libri di storia (anche se è una storia importante).
Sono anche convinto che la mia opinione non sarà seguita, almeno per ora, e che la sinistra italiana, rabberciata in gruppi, gruppetti e listine, correrà al precipizio del voto europeo, ove cadrà, sparendo di nuovo dal quadro politico italiano.
Questo avverrà perché i dirigenti del passato preferiscono la tradizione, convinti che gli elettori li seguiranno. "Ma hanno sempre fatto così", affermano con convinzione. Questo è vero, ma è accaduto appunto nel passato.
Stiamo vivendo in tutto il mondo (che include l'Italia) un periodo di grande trasformazione, che molto elettorato (soprattutto di sinistra) vede e comprende. Attenzione all'intelligenza aggiornata dell'elettore di sinistra che mette "la monnezza" ove essa appartiene, cioè nel termovalorizzatore dell'astensione dal voto.
La mia opinione l'ho già accennata, ma mi sembra opportuno ripeterla e svilupparla adeguatamente, perché venga seriamente compresa. Essa si riassume in una frase:" Il futuro della sinistra è nel partito democratico". Ma una frase non basta. Bisogna capire che il PD è un contenitore, che per poter contare deve radunare tutta la sinistra e molto del centro e della destra, purché tutti siano democratici e intelligenti.
L'ambizione è grande e lo scopo è quello di governare, cioè l'unico che conta in politica. Un partito, senza la capacità di governare, è un guscio vuoto, che serve a poco. Forse per parlarsi addosso, per accusarsi reciprocamente, per fare discorsi stralunati ed incoerenti, per pensare (giustamente) quanto il passato era meglio del presente.
La sinistra responsabile, cioè che crede nel proprio futuro, non vuole che il partito democratico rimanga un guscio vuoto. Non vuole che Berlusconi continui a stravincere su un'opposizione divisa in tanti pezzetti che si osteggiano l'un l'altro. Non vuole che la sinistra in Italia sopravviva solamente al livello amministrativo. Non vuole che il ricordo del passato le impedisca di vivere il presente.
Vuole invece girare pagina, seppure gloriosa, ed iniziare a scrivere con coraggio e determinazione non solo il proprio futuro ma anche, e soprattutto, quello del paese.
Gli italiani meritano molto di più che essere "educati" dalle televisioni, di vedere le donne quali "oggetti orizzontali", di pensare solo al proprio "porco interesse", di sostituire il calcio ad ogni altra passione. Essi vogliono vivere con pienezza e soddisfazione la loro vita, tentando di realizzare il meglio che possono, ed in ciò sperano di essere aiutati ed inspirati dal partito che votano.
Bisogna, quindi costruire un partito vincente, nel quale fare spazio alla sinistra, non solamente intensificando le proposte e le battute "anti-Berlusconi" ma soprattutto aprendo a tutti gli esponenti della sinistra (a tutti i livelli, anche di età) le porte della segreteria e degli altri incarichi di partito e di governo ombra, purché essi partecipino alle primarie.
Queste diventeranno quindi un vero campo di battaglia politico (auspicabilmente, per lungo tempo) dal quale emergeranno nuove idee contrastanti e nuovi visi di leaders, oggi non conosciuti. In una campagna elettorale per le primarie del PD, che duri dal termine delle elezioni europee sino a due settimane prima del congresso di ottobre, non si potrà che chiarire significativamente il futuro della sinistra italiana, ma con decisione sottoposta alla volontà dell'elettore e non all'arbitrio del dirigente storico.
In altre parole, il PD dimostrerà, finalmente, attraverso primarie aperte a tutti, di essere un partito veramente democratico, capace di unire in sé una sinistra visionaria ed un centro/destra intelligente e democratico. Cioè, il meglio dell'Italia.
Franco Cotta, 16 marzo 2009
Aprile OnLine.info

domenica 15 marzo 2009

Che fine ha fatto la classe operaia (le foto)







Riuscita l'iniziativa svoltasi sabato alla biblioteca Calabrò (Casa Rosa). Le relazioni sono state interessanti e seguite con attenzione. Il dibattito è stato arrichhito, tra l'altro, dall'intervento di compagni della Cesame e di altri esponenti del mondo del lavoro.

martedì 10 marzo 2009

Che fine ha fatto la classe operaia

SABATO 14 MARZO ore 09.30BIBLIOTECA CALABRO’
via Magna Grecia -Canalicchio
LAVORI SUL TEMA:
“CHE FINE HA FATTO LA CLASSE OPERAIA? ”
Conferenza dibattito sui grandi temi della sinistra italiana
Ore 09.30: Apertura dei lavori.Presentazione del Segretario del Circolo territoriale del Partito Democratico dott.ssa L. Tomasello.

Saluto del Sindaco rag. A. Basile e dell’assessore ai Beni Culturali dott. C. Maugeri.

Introduzione degli argomenti trattati a cura di L. Tasinato.
Ore 10.00: Relazione su “Che fine ha fatto la classe operaia? ” a cura di F. Zuccaro.

Ore 10.30: Intervento del prof. C. Nicosia sul tema “ Crisi della Democrazia ”

Ore 11.00: Dibattito e conclusioni a cura del coordinatore del movimento “L’altra Tremestieri per il Rinnovamento” G. Romeo.

venerdì 6 marzo 2009

Reddito minimo garantito nel Lazio

Nel Lazio il ‘reddito minimo garantito’ è ormai una realtà. Con il via libera del Consiglio regionale i disoccupati, gli inoccupati e i precari di questa regione, con un reddito inferiore ai 8.000 euro, potranno beneficiare di un assegno mensile di circa 580 euro e di una serie di agevolazioni per la fruizione di servizi primari. La Regione Lazio si prende così il merito di aver adottato una misura di civiltà degna delle più avanzate democrazie europee. Una legge fortemente voluta dall’assessore al Lavoro Alessandra Tibaldi (del gruppo della Sinistra). Il Lazio si è mosso in totale solitudine visto che le risorse che verranno utilizzate provengono interamente dalle casse regionali: 20 milioni solo per il 2009, cifra raddoppiata dall’assessore al Bilancio Luigi Nieri (anche lui, non a caso, della Sinistra), ben 40 milioni di euro per i prossimi tre anni.
In questo Paese in crisi, non sola economica, ma anche di idee, è bastata una buona proposta come questa per mettere in evidenza alcune contraddizioni e debolezze dei principali schieramenti politici. A cominciare dal Pd. Che ha fatto di tutto per rivendicare la paternità di una legge che non gli è mai appartenuta. Secondo l’edizione romana del Corsera, il provvedimento è seguito al richiamo del segretario del Pd Dario Franceschini, il quale solo pochi giorni prima aveva invocato l’adozione da parte del Governo di un sussidio per i disoccupati. Così, con un colpo di bacchetta magica. Poco importa che si tratta di un disegno di legge che risale al lontano 2005, anno in cui la promotrice, l’assessore al Lavoro della Giunta Marrazzo Alessandra Tibaldi, cominciò il confronto con le associazioni sindacali, con quelle di volontariato, con i centri sociali, con le reti per il diritto alla casa. Allora chi parlava di questi argomenti era un sognatore e un estremista. La battaglia per il lavoro e quella contro i danni della precarietà sulle singole esistenze, roba per gli stucchevoli oppositori della legge Biagi e per romantici baumiani. Oggi, per uno strano scherzo del destino, la conclusione dell’iter della legge sul reddito minimo garantito, cade proprio all’indomani di questa ‘nuova’ battaglia del Partito Democratico che in massa plaude e si rivendica il risultato ottenuto. Oggi la flessibilità non è più un’opportunità, il loft non è più di moda.
Questa volta, invece, è la Sinistra che ha vinto. Ha vinto nella perseveranza e nella tenacia con cui ha condotto e sostenuto una battaglia culturale prima ancora che politica e nella concretezza con cui ha realizzato i suoi obiettivi. Il ‘leggero’ Partito Democratico ancora una volta ha dimostrato i suoi limiti. Non si può pensare di affrontare il berlusconismo con i soli strumenti della comunicazione. Qualche volta servirebbe un po’ più di coraggio.

martedì 3 marzo 2009

La crisi della politica tra interessi ed ideali




TERREMOTO ATO: IL CGA ANNULLA LE TARIFFA TIA SIN DAL PRIMO GIORNO E DICHIARA ANCORA IN VIGORE LA TARSU 2003


"E' finalmente successo. Accogliendo il ricorso di Assoutenti di Enna, il Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliano ribalta i contenuti della sentenza 52/08 del TAR di Catania, che affidava agli ATO il potere di determinare le tariffe igiene urbana. E' quanto aspettavamo da tempo, in FEDERCONSUMATORI" dichiara il presidente della sezione di Mascalucia, Lucio Traina. "Nella sentenza 1/2009 del 15 gennaio, depositata lo scorso 9 febbraio, il CGA preclude, anche in via provvisoria, la determinazione della TIA da parte delle Società d'Ambito, poichè mancano i regolamenti attuativi dell'art. 238 d. lgs. 152/06 e: "sicché le società d'ambito, finché non sia stato emanato il predetto regolamento, non hanno il potere di determinazione della tariffa prevista dal citato art. 238, ma possono soltanto gestire il servizio sulla base delle tariffe già determinate dai diversi comuni interessati. Va pertanto annullata l'impugnata tariffa, con conseguente reviviscenza delle tasse per la raccolta dei rifiuti anteriormente fissate dai comuni...". Così, come invochiamo da tempo, anche nelle cause che i nostri legali patrocinano per i soci, torniamo al regime TARSU - continua Traina.
"Vorrei precisare che il Collegio giudicante puntualizza che: "Essendosi escluso in radice il potere della Società di determinare - al di fuori del contesto, ancora in itinere, tracciato dal citato art. 238 - la tariffa per il servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani, resta assorbita l'ulteriore censura volta a contestarne l'applicazione retroattiva all'anno 2006, in base al principio di irretroattività dell'imposizione tributaria... il Collegio reputa di dover ricondurre la tariffa in discorso al genus delle prestazioni patrimoniali imposte, perché su di essa gli amministrati non hanno modo di sottrarsi: si tratta dunque, almeno lato sensu, di un contributo". Ciò significa che potrebbero essere tutte da rivedere le delibere emesse in queste settimane dai Consigli Comunali dei Comuni aderenti all'ATO CT3 Simeto Ambiente, alcuni tra i quali hanno riconosciuto le tariffe a far data dal 2004; tra l'altro - con il termine contributo per prestazioni patrimoniali - si eccepisce che la pronucia giurisprudenziale va tutta a favore del giudice ordinario e non della Commissione Tributaria, così come affermiamo da tempo in Federconsumatori.

COMUNICATO FEDERCONSUMATORI SEZ. DI MASCALUCIA DEL 3 MARZO 2009

Le consulenze d'oro di Lombardo Spesi due milioni alla vigilia del voto


Una montagna di documenti: 15 mila fotocopie di delibere, curriculum, piante organiche. Con un blitz di due giorni, effettuato alla fine della scorsa settimana nel centro direzionale di via Nuovaluce, gli agenti della Guardia di finanza hanno acquisito tutti gli atti relativi agli incarichi assegnati dall´ex presidente della Provincia di Catania, Raffaele Lombardo, oggi governatore della Sicilia. C´è un´inchiesta giudiziaria sulla raffica di nomine di dirigenti a contratto, di consulenti, di collaboratori, disposte da Lombardo nel periodo in cui ha guidato l´ente etneo, dal giugno del 2003 sino a febbraio del 2008. Le indagini, affidate al pm Alessandra Chiavegatti, sono coordinate dal procuratore capo Vincenzo D´Agata. Si tratta, per il momento, dell´apertura di un fascicolo di «atti relativi» e non è stato emesso alcun avviso di garanzia. Ma i magistrati vogliono vederci chiaro su presunte irregolarità nell´affidamento degli incarichi da parte di Lombardo. Hanno deciso di verificare se i membri dello staff o gli esperti prescelti avessero i titoli richiesti e se la loro assunzione fosse motivata da esigenze d´organico. L´attività istruttoria, dicono in Procura a Catania, prende le mosse da una denuncia ma sarebbe da collegare, vista anche la coincidenza temporale, con la pubblicazione sul sito web Il dito.it di un lungo e dettagliato elenco di provvedimenti firmati da Lombardo. Una lista di 220 atti con cui l´ex presidente della Provincia ha nominato o confermato nell´incarico la sua "corte". La spesa? Oltre 4 milioni di euro. Gran parte di essa si è concentrata negli ultimi due mesi prima delle dimissioni di Lombardo, formalizzate l´otto febbraio 2008. Prima della campagna elettorale per le regionali che ha visto il leader dell´Mpa trionfare il 14 aprile. Ottantadue gli incarichi attribuiti in quel periodo, per un totale di due milioni 269 mila euro. Giornalisti, avvocati dell´ufficio legale, membri della segreteria tecnica, dirigenti fedelissimi come Carmelo Marcello Messina, Massimo Scatà (oggi nell´ufficio di gabinetto dell´assessore regionale al Territorio Giuseppe Sorbello) o Aurelio Bruno, tutti beneficiari per il 2008 di contratti da 100 mila euro l´anno. Fra le nomine firmate l´8 febbraio, poco prima dell´addio di Lombardo alla Provincia, quella dell´ex procuratore generale di Catania Giacomo Scalzo (già candidato sindaco di Caltagirone) designato alla guida di "Servizi idrici etnei" e quella di Filippo Sciuto, ex candidato sindaco di Pedara, entrato nel cda del teatro stabile di Catania.Ma ci sono molti volti noti del mondo lombardiano, nell´elenco al vaglio dei magistrati: dalla storica segretaria Maria Bonanno all´allora capo di gabinetto Maria Arena. Dall´ideologo dell´Mpa Elio Rossitto, che prima di litigare con Lombardo ha avuto il 31 dicembre del 2007 l´ultimo contratto da esperto da 22 mila euro annui, all´ex assessore comunale dell´Mpa Melita Schillaci, indicata presidente del consorzio universitario calatino all´interno del pacchetto di nomine varato al fotofinish, l´8 febbraio. Nella lista una sfilza di consulenze (ben 39) per il progetto di formazione nel settore turistico Ori Etna Tour e alcuni incarichi curiosi: allo studio Crastolla, ad esempio il 29 dicembre 2006 furono assegnati 36 mila euro per l´assistenza tecnico-legale al programma di cooperazione Bulgaria-Romania, studio finalizzato alla promozione delle imprese catanesi in quel territorio. Mentre il signor Elio Aloi è stato messo sotto contratto «per l´attività di controllo in occasione di manifestazioni o eventi al centro fieristico Le ciminiere». Nomine e conferme, ancora nomine. Alcune a titolo gratuito, altre a spese di altri enti. Una pratica con cui Lombardo ha alimentato il suo bacino di consensi. Sulla cui legittimità indaga adesso la Procura

di Emanuele LauriaLa Repubblica On Line(03 marzo 2009)