lunedì 4 maggio 2009

Referendum, un passpartout verso il regime

A questo punto il tema del referendum elettorale ha cambiato di segno. Se poteva apparire, all'origine, un tentativo di rompere con l'attuale sistema -il famigeratissimo ‘porcellum'- ora ha assunto ben altre sembianze. Quelle di uno strumento (potenziale, certo, ma non irrealistico) per legittimare alle prossime urne politiche (all'uopo anticipate) un regime autoritario. E, infatti, il partito che prendesse la maggioranza relativa otterrebbe il 55% dei seggi. Berlusconi ha fatto rapidamente sapere che andrà a votare, eccome, non ritenendosi ingenuo o misericordioso. Quanto a rivedere la legge attuale, Cicchitto e altri sono accorsi a rispondere a chi riteneva (e ritiene) inevitabile cambiare il ‘porcellum' dopo l'ipotetico successo del sì: il referendum opera chirurgicamente sulle norme e si applica immediatamente. Un bel servito alla Lega, che sbraita contro, ma che con la secca presa di posizione del Pdl si trova indebolita e spiazzata.
E' doveroso ora prendere in esame le novità, il nuovo contesto, rivedendo l'originaria propensione di tanti (a partire dalla grande maggioranza del Partito democratico) per il sì, visto come grimaldello per la riforma. Mentre quella speranza si è rapidamente rovesciata nel suo contrario. Il sì ha perduto il suo significato.
Cambiare opinione non vuol dire venir meno alla necessità di mettere in campo un progetto di legge elettorale, in grado di riconsegnare ai cittadini il diritto di scelta oggi negato, con le ‘nomine' dall'alto dei parlamentari. Per questo, però, è indispensabile ridiscutere e scegliere di battersi contro il referendum, per evitare il peggio.
Siamo in una situazione molto delicata e già molte delle strutture democratiche sono indebolite. In presenza di un concreto e quotidiano rischio autoritario condito di populismo elettronico, l'incentivo referendario può divenire il moltiplicatore decisivo. Purtroppo. Ci si pensi finché si è in tempo. La nascita e la crescita di un regime avviene storicamente -pur con le dovute differenze- mediante sequenze apparentemente isolate o casuali di atti. Dopo la storia è chiara nella sua sintesi, quando è tardi per intervenire. John Ford diceva che quando nelle prime scene di un film viene inquadrato un fucile, prima o poi sparerà.
Aprile on line
Vincenzo Vita, 02 maggio 2009

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