lunedì 16 marzo 2009

Europee, accordo fatto Prc-Pdci


Il semaforo verde è scattato in una cena Diliberto-Ferrero: dopo qualche scintilla polemica, i due partiti sono passati alla fase operativa delle trattative, nominando le proprie delegazioni nel gruppo di lavoro comune. Continuano le trattative con Sinistra Critica


E' stata una cena fra Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto (che ha dovuto sacrificare alla ragione di partito la sua passione interista, nel giorno della sconfitta dei nerazzurri a Manchester) a sciogliere le ultime diffidenze fra Rifondazione comunista e i Comunisti italiani, in vista della lista comune per le elezioni europee. Dopo qualche scintilla polemica (il leader del Pdci Diliberto aveva accusato Ferrero di pensare a un Prc "autosufficiente"), i due partiti sono passati alla fase operativa delle trattative, nominando le proprie delegazioni nel gruppo di lavoro comune: Ramon Mantovani, Mimmo Caporusso e Gianluigi Pegolo per il Prc, Orazio Licandro, Nino Frosini e Alessandro Pignatiello per il Pdci.
Dalla prossima settimana ci saranno riunioni quasi quotidiane del gruppo di lavoro congiunto, con l'obiettivo di varare le liste entro fine mese: Rifondazione ha già convocato il comitato politico nazionale per il 28 marzo, il Pdci lo farà presto con il suo comitato centrale. "Per ora - dice Claudio Grassi, della segreteria del Prc - non ci sono criteri di proporzione fra i partiti per le liste, la cosa importante è aprire il più possibile a rappresentanti di movimento e personalità della sinistra". L'idea di una lista 'aperta' serve anche in vista della concorrenza della Sinistra per le libertà di Nichi Vendola (ex Prc) e Claudio Fava, che dovrebbero ufficializzare il matrimonio (e il simbolo comune) martedì prossimo.
Candidata ad allearsi con Prc e Pdci anche una terza formazione politica, Sinistra critica, nata dalla scissione dal Prc dei "dissidenti" del Governo Prodi. " Per ora nulla di concreto - ci spiega Cannavò (che proprio in queste ore si è ‘dimesso' dalla redazione di Liberazione, dove ha continuato formalmente a lavorare nonostante l'uscita dal partito)-. Siamo aperti al confronto, ma se non dovessimo trovare l'accordo, siamo pronti a presentarci da soli". Martedì è fissato un incontro con il segretario di Rifondazione Ferrero.Da sciogliere per il nuovo "matrimonio elettorale" l'annosa questione del il simbolo: sarà una falce e martello molto simile al simbolo di Rifondazione e del Pdci, ma Sinistra critica chiede che sotto il logo principale, in piccolo, siano presenti i tre simboli di partito su un piano paritario. A Rifondazione nicchiano, e comunque Sinistra critica pensa anche a una piccola rivincita "simbolica": la candidatura in testa di lista di Franco Turigliatto, proprio il senatore "dissidente" eletto nel 2006 con il Prc, il cui voto contrario alla politica estera di Romano Prodi e Massimo D'Alema avviò il processo della mini-scissione a fine 2007.

Monica Maro, 13 marzo 2009

AprileOnLine.info

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