giovedì 12 febbraio 2009

La fine della democrazia


Dall’attacco distruttivo al sistema scolastico, a quello al sistema giudiziario. Dalle leggi razziali contro gli extracomunitari all’attacco diretto alla costituzione (filosovietica) della nostra repubblica. Dalla spaccatura creata all’interno delle organizzazioni sindacali alla demolizione del principio di laicità dello stato…
Questa è una maggioranza eversiva, antidemocratica e con forti germi di totalitarismo dispotico. L’attuale maggioranza di governo, mera portavoce di un solo ducetto, pericoloso quanto squallido, sta demolendo, mattone dopo mattone, il sistema democratico del nostro Paese. Oggi in Parlamento hanno i numeri per farlo e lo stanno facendo. Ma si tratta di un processo innescato da almeno un ventennio, da prima che Berlusconi prendesse per la prima volta il potere. Oggi la destra è in grado di modificare in senso reazionario ed illiberale il tessuto del nostro Stato, grazie ad un lavoro certosino e capillare di demolizione di quella che era stata l’egemonia culturale progressista nel nostro Paese. A poco a poco, ma con precisione scientifica, la coscienza critica, la memoria storica ed il senso di solidarietà sociale, sono stati cancellati dalle televisioni Fininvest/Mediaset. I cittadini sono diventati consumatori, l’individualismo più becero ha preso il sopravvento. L’onestà e la giustizia hanno perso il senso di valore assoluto nella coscienza delle masse.
La totale berlusconizzazione della nostra società, di fatto, ha fatto breccia anche all’interno della sinistra, che non ha capito in tempo ciò che gli avversari politici stavano facendo. E adesso, non solo le destre hanno una maggioranza schiacciante in parlamento ma non hanno quasi completamente un’opposizione sociale strutturata. All’inizio del berlusconismo, noi, il popolo della sinistra, avevamo paura che Berlusconi potesse demolire la democrazia. Adesso che lo sta facendo in modo sistematico, siamo tutti narcotizzati, assuefatti, sfiduciati al punto tale da non sapere reagire. Ci sono state solo due eccezioni meritevole di nota: lo sciopero generale della CGIL e le manifestazioni a sostegno del Presidente Napoletano.
Del resto, lo scenario politico, all’interno del centro-sinistra è del tutto sconfortante. Dei due partiti rappresentati in parlamento, uno, Idv, ha intrapreso una via populista, leaderista, giustizialista e priva di qualunque spessore politico. L’altro, il PD, ha un leader che faceva una figura sicuramente più decorosa, quando pubblicava i vecchi album delle figurine Panini. Un partito pieno di contraddizioni e di confusioni ideali e strategiche e che per iniziare ad essere rappresentativo di coloro che vorrebbe/potrebbe rappresentare, dovrebbe fare chiarezza al suo interno, ancha a costo di perdita di qualche spezzone. E poi c’è la ex sinistra radicale divisa tra vendolian-faviani che non sanno andare oltre loro stessi e comunisti iper identitari ed ordissi, più integralisti del clero romano.
Scusatemi la domanda: ma con questa sinistra dove dobbiamo andare? Chi ci deve tutelare come cittadini, lavoratori, studenti , pensionati ecc?
E noi che di questa sinistra facciamo parte, cosa aspettiamo a farci sentire e a riappropriarci degli spazi che ci competono?

4 commenti:

  1. Il piano di Gelli si è quasi completamente attuato, lo steso capo massone ha dichiarato che il suo pupillo migliore è stato Berlusconi che è riuscito ad attuare il famoso piano .
    Da pare nostra che dire , abbiamo sbagliato parecchio , la cosa più brutta e che continuiamo a farlo.
    Io ho sempre sostenuto l'idea che il centro sinistra avesse due gambe solida,una il P.D. come forza riformatrice più moderata, per poter intaccare quel bagaglio di voti nel centro che la sola margherita non riusciva ad catturare, ma che erano indispensabili per poter avere in futuro una maggioranza in parlamento senza più ricorrere a partitini del 2 per cento,ma in quasi concomitanza doveva nascere quella forza di sinistra moderna non più massimalista che metteva al centro il rinnovamento della società a partire dal lavoro e non dai soliti problemi di costume ( gay, lesbiche, trans, ti ricordi quel periodo sembrava che la sinistra italiana dovesse occuparsi solo di questi argomenti, e la grande crisi era alle porte, mi sembrò di vedere il film del Titanic , tutti ballavano mentre la nave affondava).
    Ciò non è accaduto e le due gambe sono diventate 3 ,4, e tutte mal ridotte.
    Adeso dovremmo smetterla di dividerci e ognuno di noi negli ambiti in cui opera lavorare per costruire.

    RispondiElimina
  2. Non è che l'Italia si è berlusconizzata; è che il capitalismo in Italia ha trovato modo di riformarsi (rispetto alla rforma sanitaria del '78. O a cose come "l'equo canone" e tanti altri bonus per i poveri che diminuivano certi profitti) tramite l'attuazione del piano di rinascita democratica. Sulla cui colabroazione il fronte è bipartisan. Nelle logge trovano posto sia i forzaitalioti, che i radicali, che i piddini.
    Questo ingessa vere posizioni avverse all'uccisione delle istituzioni democratiche cui assistiamo ora.
    cloro

    RispondiElimina
  3. Cara Cloro, hai ragione, ma rimane il fatto che gli italiani amano essere sotto lo stivale della dittatura esentati dall'impegno insito in un pensiero autonomo.
    Ciao Red

    RispondiElimina
  4. Piero, come dice Bertinotti nella sua recente intervista, a Sinistra abbiamo fallito tutti sia i moderati che i radicali.
    Potrebbe essere un punto di partenza per non continuare a fare sempre gli stessi errori.
    Red

    RispondiElimina