venerdì 24 ottobre 2008

Adesso picchiateci tutti!



Le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi lasciano a dir poco esterrefatti. Gli studenti universitari che protestano per difendere il futuro proprio e dell'università si sono sentiti dire di tutto in questi giorni.L'attacco è partito dal Min. Mariastella Gelmini, che ha iniziato con il dire che gli studenti protestano senza cognizione di causa, senza avere nemmeno letto il testo delle leggi che stanno contestando. Che cosa si può rispondere a un Ministro che rilascia queste dichiarazioni quando dal momento del suo insediamento non ha risposto a una sola delle interrogazioni presentatele dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, l'organo di rappresentanza nazionale degli studenti universitari? Che cosa si può rispondere ad un Ministro che il 10 di ottobre chiede agli studenti che manifestavano davanti al MIUR, attraverso i suoi funzionari, di consegnare un documento con le motivazioni della loro protesta e con le loro richieste e che a quindici giorni di distanza non ha ancora replicato in nessuna maniera? Anche il Min. Meloni si è profuso in osservazioni della stessa natura, dimostrando come il Ministro della Gioventù non abbia nessuna conoscenza di quello che si sta muovendo all'interno delle scuole e delle università, ove si trova gran parte di quei giovani che dovrebbe rappresentare.
Non poteva certo mancare all'appello una dichiarazione dell'On. Berlusconi, che come previsto non si è fatta attendere. Certo però non ci si poteva aspettare che le parole da lui pronunciate fossero di tale gravità. Alla pacifica e civilissima protesta degli studenti, che scaturisce proprio da quell'informazione che ha spesso tentato di negarci e che abbiamo provato a recuperare attraverso le tante assemblee che si sono susseguite in quasi tutti gli Atenei italiani, ha risposto con quelle che non possiamo definire che minacce. Proporre di impiegare le forze dell'ordine per sopprimere la protesta degli studenti significa non essere consapevoli del fatto che essere Presidente del Consiglio di un Paese democratico significa rappresentare tutti i cittadini, anche quelle centinaia di migliaia di studenti che stanno scendendo in piazza in questi giorni sempre più numerosi, che stanno occupando le aule universitarie per cercare di evitare che vengano svuotate per sempre da una legge che mette a serio repentaglio la sopravvivenza delle università pubbliche, che stanno riunendosi in assemblee quasi quotidianamente per approfondire i contenuti delle leggi e per immaginare un'università migliore di quella, sicuramente in crisi, in cui viviamo.Proporre di impiegare le forze dell'ordine per sopprimere la protesta degli studenti significa soprattutto non rispettare le più basilari regole democratiche, che imporrebbero di ascoltare le ragioni di chi dissente dai provvedimenti adottati e di aprire con loro un confronto... e se proprio non si vuole arrivare a tanto almeno imporrebbero di rispettare la libertà di parola e di pensiero dei cittadini del proprio Paese. In molti Atenei all'interno delle assemblee quegli studenti che vengono dipinti dal Premier e dalle sue Ministre come tanti ignoranti hanno spesso citato un testo scritto tanti anni fa da Pietro Calamandrei, uno degli estensori della nostra Carta Costituzionale, che sembrava prevedere il futuro spiegando come un Presidente del Consiglio che volesse instaurare una "larvata dittatura" senza apparentemente violare nessuna delle leggi dello Stato dovrebbe come prima cosa smantellare il sistema di formazione pubblica. Nemmeno nelle più pessimistiche immaginazioni di Calamandrei si arrivava però a pensare che si tentasse di imporre il pensiero unico attraverso la repressione di ogni forma di dissenso. Ci permettiamo di consigliare all'On. Silvio Berlusconi la lettura di questo testo. Nel frattempo garantiamo al Premier che non saranno le forze dell'ordine a smorzare la nostra protesta, che continuerà in questi giorni in maniera sempre più attiva sino ad arrivare alla data del 14 novembre in cui l'Unione degli Universitari, insieme ai tanti studenti che hanno fatto questa richiesta attraverso democratiche e partecipatissime assemblee, scenderà in piazza a fianco dei sindacati universitari in una grande manifestazione. Noi non ci fermeremo, l'On. Silvio Berlusconi non riuscirà con queste minacce a farci stare zitti...se vuole rovinare ancora di più l'immagine che l'Italia ha agli occhi del mondo, può anche picchiarci tutti!

Federica Musetta*,

Aprile 22 ottobre 2008, 20:24
*Coordinatore Nazionale - Unione degli Universitari

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