lunedì 29 settembre 2008

Parenti sistemati alla Regione? Perché stupirsi, Quì è la regola.

di ROBERTO ALAJMO
Giuro che se non me l`avessero chiesto, io questo articolo non l`avrei scritto. E non l`avrei scritto per un ottimo motivo: non mi pare che sia successo niente di sostanzialmente nuovo. Lo scandalo dell`assunzione dei parenti dei politici siciliani non è peggiore di quello che colse il precedente presidente della regione, sorpreso con le dita infilate nella ricotta dei cannoli. Sei mesi fa si è andato a votare, in seguito a quello scandalo. E la coalizione di centrodestra ha guadagnato una decina di punti percentuali. Allo stesso modo, a Catania si è arrivati alla bancarotta, e questo non ha impedito che si eleggesse un sindaco dello stesso segno politico del precedente. Segno che i siciliani hanno apprezzato, se non le singole persone, almeno il sistema amministrativo. Difficile spiegare al resto del mondo perché in Sicilia succeda questo. Ma agli italiani forse sì, perché la palma di cui parlava Sciascia al nord ormai c`è arrivata, come testimonia l`identità di sentire politico fra i due opposti correlati: l`autonomismo lombardo e quello lombardiano. Il fatto è che un politico che riesca a piazzare i propri parenti non è considerato immorale, anzi. Il massimo che un siciliano pensa è: «Beato lui». O al limite: «Perché io no?». Da cui il corollario: «Magari io riesco a farmi piazzare la prossima volta». Ragion per cui se si votasse domani, il centrodestra di Lombardo prenderebbe l`80 per cento dei voti, avendo dimostrato che sa fare bene il lavoro per cui era stato eletto. In realtà fra centrodestra e centrosinistra la contrapposizione non è mai stata fra chi piazza i propri clienti e chi no, ma fra chi ne piazza molti e chi eventualmente ne piazzerebbe pochi. Per questo, confidando di rientrare fra i fortunati, i siciliani votano il centrodestra: perlomeno hanno maggiori possibilità. Di questi scandali i siciliani non hanno bisogno di leggere sui giornali perché lo sanno già. Lo sapevano anche prima di saperlo, perché li hanno votati apposta. I siciliani appartengono in maggioranza alla tipologia nazionale dello stupido-furbo, colui che credendo di fare i propri interessi si procura in realtà un danno. L`unica alternativa è il furbo-stupido, colui che strumentalizzando la massa degli stupidi furbi riesce ad aggirare i propri limiti e procurarsi un vantaggio personale. Ma anche in questo caso il sentimento generale nei suoi confronti non è di condanna, ma di invidia, sebbene tutto ciò risulti molto stupidamente furbesco. Come si esce da questa desolazione, allora? Certo, si può aspettare che l`encefalogramma del centrosinistra abbia qualche soprassalto, in modo da rosicchiare un paio di punti percentuali sulla trentina che attualmente ci sono di distacco fra i due schieramenti. Oppure aspettare di toccare il fondo. Aspettare il collasso che il sistema prima o poi è destinato a subire. Dopodiché, portare via le macerie e da lì ripartire nella ricostruzione di un tessuto morale nazionale.

IL RIFORMISTA
venerdì 26 settembre

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