lunedì 1 agosto 2011

E l’azienda di Tarantini finì nelle mani dell’amico di Bertolaso

4 febbraio 2010 - Lo scrive Il Fatto Quotidiano: la famosa TecnoHospital, che aveva come clienti le Asl pugliesi, è stata acquistata da Gian Luca Calvi, fratello di Gian Michele, presidente di un organismo della Protezione Civile
(http://www.giornalettismo.com/)

Come è piccolo a volte il mondo. Gianpaolo “Gianpi” Tarantini, nei famosi verbali secretati poi finiti sul Corrierone, diceva che l’amicizia di Berlusconi gli era preziosa perché voleva che il premier gli presentasse Guido Bertolaso, il responsabile della Protezione Civile per “esporgli le competenze” del suo amico Enrico Intini affinché la sua azienda potesse lavorare proprio con la Protezione Civile. La presentazione effettivamente avvenne, ma Bertolaso indirizzò semplicemente i due alla Finmeccanica, dalla quale non ricavarono alcunché.

COMPRAVENDITA - Per fortuna, però, l’amicizia qualcosa alla fine ha portato, e lo riferisce Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma Antonio Massari: la sua Tecnohospital, al centro di qualche problemino giudiziario e che nel frattempo era passata nelle mani della madre di Tarantini Maria Giovanna Tattoli, è stata acquistata per la bella cifra di euro 300mila. Da chi? L’acquirente, scrive il Fatto, si chiama Gian Luca Calvi, amministratore della Myrmex Spa, che lavora nello stesso ramo di business della Tecnohospital (le famose protesi). Un acquisto “in sicurezza”, visto che il compratore non si accolla i debiti (sei milioni di euro) e gli eventuali crediti dell’ex azienda di Tarantini, ma si porta a casa comunque un bell’affare. Gian Luca Calvi è il fratello di Gian Michele, “presidente della Eurocentre, organismo senza scopo di lucro (si legge nella sua homepage) fondato dalla Protezione Civile. E soprattutto suo referente per il progetto C.A.S.E. all’Aquila per la ricostruzione post terremoto. Calvi è definito da molti una solta di braccio destro di Bertolaso“.

E IL TRIBUNALE CHE NE PENSA? – In attesa di sapere che ne pensa il Tribunale di Bari, visto che per l’azienda c’è una procedura fallimentare in ballo, c’è anche da dire che la cifra (300mila euro) è suscettibile ancora di possibili variazioni: avendo rinunciato a debiti (tra i quali c’è quello con la stessa Myrmex pari a 1,3 milioni di euro) e crediti, l’acquirente non può sapere cosa succederà a questi ultimi dopo le decisioni del Tribunale, e quindi se l’acquisizione gli è costata troppo o poco lo si saprà solo al termine delle procedure giudiziarie. Nell’attesa, non resta che rilevare la stranissima coincidenza.

1 commento:

  1. Per quale motivo ho postato questo artcolo vecchio di più di un anno? i più attenti capiranno...

    RispondiElimina