domenica 19 luglio 2009

Colpi di sole e comunismo (e craxismo)

Evidentemente, la vocazione al masochismo della sinistra non finirà mai. Ultimo esempio? Le sparate di Emiliano sull'anticomunismo. Mi chiedo: non basta berlusconi a rompere le balle sull'anticomunismo? E noi continuiamo a cedere alla sub-cultura della destra anche in questo? Mi rendo conto che, dentro il PD ci sono persone che hanno vissuto sempre all'ombra della bandiera dell'anticomunismo, è pure vero che ci sono compagni che provengono dalla cultura del comunismo italiano. Personalmente ho l'orgoglio di potere dire che sono stato comunista. Lo sono stato. Adesso non mi reputo più tale, infatti i miei odierni riferimenti sono nel socialismo europeo (che poco e niente hanno a che vedere con il socialismo italiano inteso come craxismo). Ma non sono più comunista non perchè c'è stata l'URSS o la Cina, perchè il mio era comunismo di stampo italiano, quel comunismo alieno a dittature e totalitarismi che ha contribuito alla nascita della Repubblica Italiana. Non sono più comunista perchè ritengo che oggi il comunismo non sia uno strumento applicabile ad una società mutata e molto più complessa rispetto a quella del secolo scorso. Ma una cosa è dire ciò ed una cosa è definirsi anticomunisti. Ritengo che i comunisti attuali abbiano una visione non adeguata della realtà, ma molte delle problematiche che rivendicano sono comuni a tutto il popolo progresssista: la difesa degli ultimi, la lotta a fianco dei laavoratori, contro gli sfruttamenti...per fare degli esempi ovvii, sono rivendicazioni che fa anche il vaticano. Io sono fortemente critico con la politica portata avanti dai comunisti di Ferrero e Diliberto, ma ritengo che con tutti i limiti che hanno sono una componente del futuro schieramento di centro sinistra che dovrà battere le destre. Il nuovo centrosinistra non credo debba fare a meno di loro.
Ma a parte questo, tutti noi che abbiamo militato nel Partito Comunista, siamo eredi di Antonio Gramsci ed Enrico Berlinguer. Gramsci, già agli albori del movimento comunista, aveva spiccate peculiarità che hanno distinto il comunismo italiano da quello dei Paesi dell'Est. Enrico Berlinguer è stato il Segretario dello strappo da Mosca e della ricerca di una via democratica alternativa al socialismo reale.
In politica, così come nella vita, è necessario evolversi, ma non si possono recidere le proprie radici senza snaturarsi. E senza fondamenta qualunque costruzione risulta poco stabile. In più sono in tanti coloro che vorrebbero abrogare la sinistra dal PD e dal Paese.
I colpi di sole non mancano in questi giorni infuocati, tantè che prima di tali bischerate sull'anticomunismo l'ex Segretario del PD aveva dichiarato che Craxi è stato migliore di Berlinguer. Ma ci rendiamo conto di quello che diciamo? Colui che aveva istituzionalizzato i sistemi (non inventati da lui) di finanziamento illecito ai partiti sarebbe stato superiore a chi ha fatto della questione morale un caposaldo della propria politica? Craxi ci ha regalato il berlusconismo. Berrlinguer ci ha lasciato in eredità una critica lucda e spietata alla degenerazione del sistema dei partiti che è patologia del sistema democratico. Se solo oggi ascoltassimo di più gli insegnamenti di Berlinguer...
Ma se ci mettessimo tutti quanti la testa un po' all'ombra e provassimo a ragionare più lucidamente, ci renderemmo conto che se invece di giocare a chi la spara più grossa (ed a chi aiuta di più un premier in affanno), se pensassimo a creare un nuovo schieramento di centrosinistra con un forte progetto progressista, innovativo ed alternativo alle destre, faremmo un gran bene al Paese e a noi stessi.

3 commenti:

  1. io continuo a stupirmi con chi si stupisce delle professioni di fede anticomunista di esponenti del csx italiano, e continuo a invitare gli stupiti a rileggersi il piano di rinascita nazionale di Gelli che parla espressamente non solo di un partito come la PDL che riunisse tutte le destre, ma anche di un equivalente partito di csx che riunissse tutte le forze politiche a sinistra della DC purchè anticomuniste. L'alfa e l'omega del piano di Gelli è far rinascere il fascismo facendo maniacalmente attenzione a evitare di farlo apertamente, per cui anticomunismo sì, partito unico no, e quindi 2 partiti formalmente opposti ma entrambi anticomunisti. Per cui sì all'abolizione dello statuto dei lavoratori e di tutti i diritti dei lavoratori, ma no all'abolizione dei sindacati, e quindi 2 sindacati gialli (CISL e UIL) pronti a fare da spalla al governo e uno che anche se rappresenta più lavoratori degli altri due viene messo "democraticamente" in minoranza

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  2. ritengo che tu abbia ragine sul fatto che si stia attuando, passo dopo passo, il piano di Gelli e della P2 di cui l'isolamento della CGIL è un evento chiave. Ritengo anche che la nascita stessa del PDL sia organica al Piano di Rinascita di Gelli. Ma secondo me fai un errore di valutazione quando identifichi la sinistra con il movimento comunista. Quest'ultimo fa parte della sinistra ma insieme a SeL ed alla componente maggioritaria del PD.

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  3. Il Pd fa parte della sinistra? purtroppo no. ne fanno parte sicuramente moltissimi dei suoi iscritti, ma temo non sia la stessa cosa.
    Il PD è, oggi, ancora il partito immaginato e plasmato da Walter Veltroni. Lo è nella sostanza, nelle scelte politiche, nell'estetica e nella comunicazione. Come fa ad essere di sinistra un partito che ha fatto della governamentalità, della 'vocazione maggioritaria' il suo elemento identitario più forte? un partito i cui principali leader finora non hanno avuto altro riferimento ideologico se non quello del 'nuovo', da agitare come un mantra contrapponendolo disneyanamente al vecchio-cattivo, cioè la sinistra ideologica, il passato comunista?
    Che cos'ha di sinistra un partito che per bocca dei suoi leader ha dichiarato guerra alle identità politiche forti, vedendole come il principale nemico del proprio progetto governamentale?

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