lunedì 8 dicembre 2008

La riscossione della tariffa depurazione acque è illegittima dove manca la rete fognaria

La Tariffa Depurazione Acque non si paga più
La riscossione della tariffa depurazione acque è illegittima dove manca la rete fognaria: così ha deciso la Suprema Corte, nella sentenza che dichiara incostituzionale l’articolo 155 del Codice Ambientale (D. Lgs. 152/96). Si conclude la vicenda con Acque Carcaci del Fasano. Soddisfazione della Federconsumatori di Mascalucia

Tutto era iniziato con un’ordinanza del Giudice di Pace di Gragnano il quale, nel 2007, aveva sollevato una questione di legittimità costituzionale sull’art. 14 della legge Galli (L. 36/94), legge che riorganizzava il servizio idrico ed introduceva la tariffa di depurazione delle acque, poi riaffermato dall’art. 155 del Codice Ambientale (D. Lgs. 152/06). Tali articoli prevedevano che “…la quota di tariffa riferita al servizio di pubblica fognatura e di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi…”. Nel provvedimento giudiziario venivano ribaditi i principi della nostra Carta Costituzionale – richiamati gli artt. 2, 3, 32, 41, 97 che collocano il cittadino come fulcro della vita democratica, libero da “forme di potere arbitrario e persecutorio” – quali punta di diamante della causa civile intentata da un utente campano nei confronti della società idrica che, nonostante la mancanza di rete fognaria pubblica, gli aveva imposto il pagamento della tariffa.
Il dubbio del giudice è arrivato così alla Corte Costituzionale la quale, con un’attenta disanima degli enunciati, si è espressa in questi giorni in maniera precisa ed ineluttabile ed ha dichiarato illegittimi costituzionalmente (sentenza n. 335 dello scorso 8 ottobre) sia l’art. 14, comma 1 della Legge Galli, che l’art. 155, comma 1, primo periodo del Codice Ambientale, emanato nel 2006 dall’allora Ministro Matteoli - decreto legislativo che per la sua bruttezza d’impianto rimane, ad oggi, inapplicabile.
E’ una grande vittoria del diritto e del principio di legalità, che vanno tutte a favore del cittadino: è quanto affermiamo noi di FEDERCONSUMATORI Mascalucia, che da oltre sei mesi lavoriamo in prima linea per affermare questa linea di principio, e ci riteniamo pienamente soddisfatti del lavoro dei giudici costituzionali. In effetti aspettavamo che arrivasse un autorevole pronunciamento sulla questione tariffe di depurazione delle acque e siamo d’accordo sulle espressioni contenute nella sentenza, in particolare quando viene riscontrata la palese violazione dell’art. 3 della Costituzione perché “… imponendo irragionevolmente agli utenti di versare la quota di tariffa servizio di fognatura e depurazione anche in mancanza del servizio stesso, [questa] determina una discriminazione dei cittadini che versano la tariffa senza usufruire del servizio di depurazione, rispetto a coloro che versano la tariffa e si giovano del servizio…” e dell’art. 97 perché viene imposta “…ai cittadini una sorta di tassa sine titulo la cui finalizzazione ad una futura esecuzione degli impianti appare generica e astratta…”.
Scendendo nel particolare, la recente sentenza pone per sempre la parola fine alla diatriba aperta da FEDERCONSUMATORI Mascalucia con la SpA Acque Carcaci del Fasano che, nei mesi scorsi, aveva tentato (indebitamente anche perché non possiede le autorizzazioni previste dalla normativa) di attivare la fatturazione della famigerata tariffa nonostante mancassero, nei comuni serviti dalla Società, le reti fognarie pubbliche. La sezione di Mascalucia aveva inoltrato, nelle scorse settimane, anche richiesta ufficiale all’Autorità d’Ambito Catania 2 Acque per l’accesso agli atti e riscontrare la eventuale legittimità sulla riscossione della tariffa per le società SIDRA e Acque Casalotto, che già da tempo la incassano.
Il bel castello di carte fondato sulla illegittimità ora è caduto rovinosamente: agli utenti dei comuni dove manca la rete fognaria pubblica, e senza possibilità alcuna di replica, le società idriche interessate saranno costrette a sospendere la fatturazione della tariffa e restituire quanto indebitamente sottratto loro.

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