mercoledì 22 ottobre 2008

ASSEMBLEA STUDENTI.

DOMANI ORE 9:30 FACOLTA' DI LETTERE ASSEMBLEA DI TUTTI GLI STUDENTI. LEGGE 133/08: LO SMANTELLAMENTO DEL' UNIVERSITA' PUBBLICA.

L’approvazione del DL n. 112, divenuto, con la conversione, la Legge n. 133/08, ha segnato un solco nella storia dell’Università italiana. Si esprimono forti dubbi sulla legittimità dell’iterlegislativo rapido, di norma concesso per le disposizioni urgenti, per una legge che, per quanto riguarda l’Università, mira a scardinarne il carattere pubblico e a stravolgerne il sistema.
1. L’art. 16 fornisce la possibilità agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato. Questa“possibilità” diventa un “invito” con tutte le agevolazioni tributarie ed economiche contenute e diventa una “costrizione” con i tagli ingenti previsti fino al 2013, che arrivano ad 1.441.500 €. Le Università diventeranno fondazioni in cui conteranno solo le scelte dei finanziatori e degli amministratori, sia nella didattica che nella ricerca, sotto la “vigilanza” del Ministro dell’Università e del Ministro delle Finanze.
Si chiede pertanto l’abrogazione di tale articolo che rischia di cancellare l’istituzione dell’Università Pubblica, di cancellare l’insegnamento libero, di cancellare la concezione dello studio come un diritto e per trasformarlo in una concessione di un privato.
2. A causa della limitazione delle assunzioni del personale a tempo indeterminato al 20% dei pensionamenti (viene assunto un professore ogni 5che ne vanno in pensione) contenuto nell’art. 66, i numeri chiusi verranno istituiti nella maggior parte dei nostri Corsi di Laurea per rispettare il rapporto docenti/studenti dei 'Requisiti necessari', e il Diritto allo Studio, cosi come il rispetto dell’Articolo 33 della Costituzione Italiana,diventerà un semplice optional. La conseguenza più incombente per chi frequenta già un corso di laurea triennale è il numero chiuso per accedere alla magistrale (specialistica). Per chi invece frequenta un corso di laurea magistrale e intende dedicarsi alla ricerca la conseguenza è una strada sbarrata dai troppi ricercatori rimasti in posizione precaria per il blocco delle assunzioni.
3. Con la riduzione del fondo di finanziamento per le spese di funzionamento degli Atenei, sempre nell’art. 66,riduzione che in 5 anni è di 1.441.500.000 €, le Università saranno costrette ad aumentare le tasse in maniera incontrollabile e a ridurre i servizi agli studenti per chiudere il bilancio in pareggio, poi a trasformarsi in fondazioni private cercando finanziatori esterni. Nel momento in cui saranno fondazioni private i finanziamenti pubblici saranno solo una parvenza, non ci saranno più vincoli di legge, non più didattica e ricerca svincolate da logiche di mercato e di potere, non più qualità, non più diritti.
Chiediamo l’abrogazione dell’art.66 che porterà gli Atenei a dividersi tra coloro che riusciranno a percepire finanziamenti privati e coloro che invece dovranno accontentarsi di finanziamenti pubblici ogni anno più ridotti diventando Atenei di serie “C”,tra coloro che discrimineranno gli studenti con tasse incontrollabili e coloro che discrimineranno gli studenti con numeri chiusi per accedere ad Atenei con didattica e servizi ridotti all’osso, tra coloro che avranno didattica e ricerca vincolate alle scelte dei finanziatori e coloro che avranno didattica e ricerca libere ma non i soldi per portarla avanti.

L’Università e la Ricerca sono il futuro diquesto Paese.
L’Università deve essere pubblica. L’insegnamento deve essere libero.
L’Università deve essere di qualità.
Tutti devono avere la possibilità di accedere ai più alti gradi dell’istruzione, senza numeri chiusi e aiutati da un adeguato sistema di diritto allo studio.
Inviato da Luca Tasinato

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