lunedì 29 settembre 2008

Parenti sistemati alla Regione? Perché stupirsi, Quì è la regola.

di ROBERTO ALAJMO
Giuro che se non me l`avessero chiesto, io questo articolo non l`avrei scritto. E non l`avrei scritto per un ottimo motivo: non mi pare che sia successo niente di sostanzialmente nuovo. Lo scandalo dell`assunzione dei parenti dei politici siciliani non è peggiore di quello che colse il precedente presidente della regione, sorpreso con le dita infilate nella ricotta dei cannoli. Sei mesi fa si è andato a votare, in seguito a quello scandalo. E la coalizione di centrodestra ha guadagnato una decina di punti percentuali. Allo stesso modo, a Catania si è arrivati alla bancarotta, e questo non ha impedito che si eleggesse un sindaco dello stesso segno politico del precedente. Segno che i siciliani hanno apprezzato, se non le singole persone, almeno il sistema amministrativo. Difficile spiegare al resto del mondo perché in Sicilia succeda questo. Ma agli italiani forse sì, perché la palma di cui parlava Sciascia al nord ormai c`è arrivata, come testimonia l`identità di sentire politico fra i due opposti correlati: l`autonomismo lombardo e quello lombardiano. Il fatto è che un politico che riesca a piazzare i propri parenti non è considerato immorale, anzi. Il massimo che un siciliano pensa è: «Beato lui». O al limite: «Perché io no?». Da cui il corollario: «Magari io riesco a farmi piazzare la prossima volta». Ragion per cui se si votasse domani, il centrodestra di Lombardo prenderebbe l`80 per cento dei voti, avendo dimostrato che sa fare bene il lavoro per cui era stato eletto. In realtà fra centrodestra e centrosinistra la contrapposizione non è mai stata fra chi piazza i propri clienti e chi no, ma fra chi ne piazza molti e chi eventualmente ne piazzerebbe pochi. Per questo, confidando di rientrare fra i fortunati, i siciliani votano il centrodestra: perlomeno hanno maggiori possibilità. Di questi scandali i siciliani non hanno bisogno di leggere sui giornali perché lo sanno già. Lo sapevano anche prima di saperlo, perché li hanno votati apposta. I siciliani appartengono in maggioranza alla tipologia nazionale dello stupido-furbo, colui che credendo di fare i propri interessi si procura in realtà un danno. L`unica alternativa è il furbo-stupido, colui che strumentalizzando la massa degli stupidi furbi riesce ad aggirare i propri limiti e procurarsi un vantaggio personale. Ma anche in questo caso il sentimento generale nei suoi confronti non è di condanna, ma di invidia, sebbene tutto ciò risulti molto stupidamente furbesco. Come si esce da questa desolazione, allora? Certo, si può aspettare che l`encefalogramma del centrosinistra abbia qualche soprassalto, in modo da rosicchiare un paio di punti percentuali sulla trentina che attualmente ci sono di distacco fra i due schieramenti. Oppure aspettare di toccare il fondo. Aspettare il collasso che il sistema prima o poi è destinato a subire. Dopodiché, portare via le macerie e da lì ripartire nella ricostruzione di un tessuto morale nazionale.

IL RIFORMISTA
venerdì 26 settembre

domenica 28 settembre 2008

Potenziata la raccolta differenziata a Canalicchio


Giorno 18/09 la sicilia ha pubblicato un trafiletto in cui rendeva noto che il comune di Tremestieri Etneo ha potenziato la raccolta differenziata, nella freazione di Canalicchio. La foto commenta da sola il risultato.

Mobilitazione CGIL contro le politiche governative

Successo della mobilitazione della Cgil contro la politica economica del governo Berlusconi. Centocinquanta le piazze coinvolte in tutta Italia, a Roma il discorso di Epifani. Il segretario ha toccato i temi della scuola (minacciando la sciopero generale), della pubblica amministrazione, della crisi economica e della riforma del sistema contrattuale. E ha rivendicato un ruolo chiave nella trattativa su Alitalia

E' stata un successo la prima mobilitazione della Cgil contro la politica economica del governo Berlusconi. I primi dati, diffusi dal sindacato, parlano di una risposta positiva nei grandi centri: trentamila manifestanti a Milano e a Napoli, ventimila a Palermo, diecimila a Genova. Si tratta ovviamente di numeri parziali, visto che l'iniziativa "Diritti in piazza" ha toccato 150 piazze sparse in tutta la penisola e prosegue nel pomeriggio. L'epicentro della mobilitazione è la romana piazza Farnese, dove in mattinata, davanti a quindicimila persone, ha parlato il segretario generale Guglielmo Epifani. Il discorso del leader della Cgil è capitato in un momento cruciale, a poche ore dall'esito positivo della trattativa su Alitalia (in cui il suo sindacato ha giocato un ruolo chiave) e nel pieno della battaglia sulla riforma del sistema contrattuale. In questa partita, la Cgil si è schierata decisamente contro la Confindustria, al contrario di Cisl e UIl che appaiono più orientate a sostenere la piattaforma presentata dall'associazione degli industriali, che sterza decisamente verso la contrattazione di secondo livello a discapito del modello nazionale.
ALITALIA - Non ha proprio resistito, Epifani, e il sassolino dalla scarpa se l'è tolto prima di salire sul palco, con i giornalisti. Dopo giorni di attacchi, condotti soprattutto dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la vicenda della compagnia di bandiera si avvia a concludersi positivamente. A sbloccare tutto è stato il suo sì, subordinato alla garanzia di maggiori tutele per i precari e gli stipendi più bassi: solo allora la Compagnia aerea italiana si è rifatta avanti. Lo sfogo: "Hanno cercato di mettere la Cgil all'angolo ma non ci sono riusciti". Adesso Epifani si aspetta qualcosa di più, qualcosa che giudica legittimo: "Che chi più ha inveito contro di noi alla fine riconosca la nostra azione. Sarebbe un atto di onestà". Il messaggio, evidentemente, è rivolto anzitutto a Sacconi, il ministro che, quando la cordata sembrava aver rinunciato all'offerta, già dava la colpa al sindacato di Corso Italia e alla sua opposizione alla versione iniziale del piano Fenice. Ma la Cgil, dice il segretario generale, "in una situazione di quasi fallimento, ha dimostrato un atto di responsabilità e di salvaguardia della dignità dei lavoratori". Più tardi, dal palco, avrebbe criticato la latitanza di Gianni Alemanno dal tavolo delle trattative: "Avrei voluto un ruolo più deciso da parte del sindaco di Roma. Che si fosse battuto con più forza e invece non l'ho visto". Eppure, a pagare di più il fallimento di Alitalia sarebbe stata la città che amministra, visto che l'indotto dell'aeroporto di Fiumicino rappresenta uno dei bacini di occupazione più importanti della capitale.
SCUOLA - Presa di mira subito, all'inizio dell'intervento, la politica del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Epifani ha detto, con decisione: "E' chiaro, io spero che ci andremo unitariamente, ma se anche così non fosse, se le cose non cambiano andremo allo sciopero generale di tutta la scuola". L'astensione avrebbe lo scopo di "contrastare le politiche dei tagli e la controriforma del governo". L'esecutivo porta avanti una politica sulla scuola che è sbagliata, a partire dalla filosofia che la ispira. "Come si fa - si chiede il leader della Cgil - a dire che i bambini meno stanno a scuola e più imparano? Capirei per i liceali e per gli universitari ma in quale testo di pedagogia e' stato prelevato questo concetto? E' questa la funzione della scuola primaria? Perché distruggerla?". Già, perché ora come ora "paghiamo di più per avere di meno e favorire la sanità e la scuola privata".
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Al ministro Renato Brunetta Epifani chiede anzitutto rispetto: "Deve avere rispetto per i suoi interlocutori, per le organizzazioni dei lavoratori perché, non sono mance quelle che i lavoratori chiedono ma diritti e contratti". E poi, si chiede il segretario , "cos'è questa idea di Brunetta di voler dare i soldi da solo, come dice lui? Vuole fare nello stesso tempo sia il ministro sia il sindacalista?". Sulla sanità, invito accorato al governo: "O dai alla Regione Lazio ciò che hai pattuito sul ripiano del deficit della sanità, perché sono cinque i miliardi di euro che mancano all'appello, oppure qui nel Lazio la situazione precipita".
EMERGENZA ECONOMICA - Il segretario generale della Cgil si appella a Palazzo Chigi, perché metta in campo un radicale mutamento delle politiche fiscali e sociali: "Governo svegliati, perché il Paese sta perdendo colpi e l'occupazione sta andando indietro". Due i punti critici: "Occupazione e crisi industriale". Epifani ricorda che "con questa inflazione, a parità di salario, un lavoratore dipendente pagherà quest'anno 300 euro in più di imposta Irpef. Altro che abbassare le tasse, qui pensionati e lavoratori pagano più tasse dello scorso anno. Cosa aspetta il governo a dare una risposta? Perché non restituisce il drenaggio fiscale e aumenta il potere d'acquisto dei salari?". Certo, aggiunge Epifani, possono ancora dire "abbiamo detassato gli straordinari. Ma che risposta è questa quando nella realtà le persone perdono il posto di lavoro e vanno in cassa integrazione? Che politica industriale è? Che politica sociale è?". Oggi "chi sta peggio paga più tasse mentre coloro che stanno meglio continuano a fare sempre meglio".
CONTRATTI - Conclusa la battaglia su Alitalia, è appena cominciata la trattativa con Confindustria per la riforma del sistema contrattuale. Dal palco Epifani torna a puntare il dito contro la proposta dell'associazione di Emma Marcegaglia perché, dice, determinerebbe per i lavoratori una perdita di salario reale dello 0,5% l'anno, che equivale all'8% in 15 anni.Il leader della Cgil annuncia che "un accordo adesso è più difficile". Il documento di Confindustria, aggiunge, "per noi proprio non va bene, gli ultimatum si sono rivelati fino ad ora inefficaci" . L'opposizione è motivata così: "E' un documento un po' pieno di sanzioni e di divieti, un documento che potremo definire con una parola forte un po' sovietico. Io ho sempre immaginato diritti e doveri nella contrattazione", mentre adottando la proposta di Confindustria sulla base dell'inflazione programmata "il risultato sarebbe stato che i lavoratori avrebbero perso di più di oggi, mentre per noi devono guadagnare di più. Siamo d'accordo su tutto - conclude Epifani - purché il risultato finale sia di segno più per tutti. Altrimenti la riforma dei contratti non funziona".
Diritti in piazza a Catania:
«Il Paese e la città sull’orlo del disastro»
Circa cinquemila persone hanno risposto all’appello della Cgil partecipando alla manifestazione "Diritti in piazza" e protestando per quattro ore per esprimere il loro dissenso alle scelte del governo Berlusconi e per sottolineare che "la crisi finanziaria del Comune, ormai palesemente conclamata dopo anni di governo del centrodestra, sta determinando la scomparsa dei servizi, l’aumento esponenziale delle tasse, la svendita del patrimonio immobiliare, una crisi occupazionale e salariale senza precedenti". "Catania è al buio e sommersa dai rifiuti. In piazza
per contrastare la crisi e fermare il declino" è stato lo slogan dell’iniziativa tenutasi in piazza Università.
Folto il gruppo degli insegnanti che per hanno rivendicato il diritto ad una scuola pubblica, e che
valorizzi il sistema della conoscenza, senza dimenticare il "nodo" più doloroso: quello dei precari. Soltanto a Catania, secondo la Cgil, quest’anno si perdono 650 posti di cui 241 per il sostegno; perdite che saliranno a quota 1446 l’anno prossimo. "Il Governo nazionale - dice il segretario generale della Camera del lavoro Francesco Battiato - non tiene conto dei risvolti che le sue scelte possono avere sulla vita sociale degli italiani. Il potere di acquisto degli stipendi e delle pensioni è ridotto, ridotti sono i diritti sul mercato del lavoro, gli orari e le contrattazioni. Siamo di fonte a scelte che tagliano le risorse per la sanità, gli investimenti e le infrastrutture, penalizzando così anche il Sud. I catanesi, poi, si ritrovano un Comune sull’orlo del dissesto finanziario, una Provincia in crisi, una Regione che arranca e conquista le pagine dei giornali per le continue clientele della classe politica di governo. Catania rappresenta oramai uno spazio aperto per l’illegalità diffusa e si trova agli ultimi posti per la qualità della vita, senza contare che si stanno ponendo le basi della scomparsa dell’industria»

sabato 27 settembre 2008

Per la pace e contro le mafie:in memoria di Pio La Torre

La Fontana della Pace di Vittoria (Rg) verrà intitolata a Pio La Torre. Lo hanno deciso il Sindaco Giuseppe Nicosia e la sua Giunta che hanno già calendarizzato la cerimonia, che avrà luogo lunedì 29 Settembre. Appare importante ricordare la figura e l’opera di un illustre italiano barbaramente ucciso dalla mafia a Palermo, assieme al suo autista Rosario Di Salvo, il 30 aprile 1982. Il ricordo del dirigente della CGIL e del PCI, del combattente antimafia, dell’organizzatore delle lotte pacifiste a Comiso per il disarmo bilaterale si inserisce in una serie di iniziative comunali contro l’illegalità, le mafie e il pizzo. Nel momento in cui, con grave leggerezza e superficialità, si intende cancellare il nome illustre di Pio La Torre dall’aeroporto di Comiso, l’Amministrazione Comunale di Vittoria vuole invece onorarne la memoria intitolandogli la Fontana della Pace. Alla cerimonia, che vedrà la partecipazione del figlio di Pio La Torre, Franco, del parlamentare Marco Causi, dei rappresentanti del Centro Studi “Pio La Torre”, dei promotori del Coordinamento provinciale di “Libera”, sono state invitate anche le scuole della città e le diverse realtà associative. Nell’occasione, verrà inoltre presentato il libro “Pio La Torre. Una storia italiana”, di Giuseppe Baschetto (tra l’altro cittadino vittoriese) e Claudio Camarca. L’Amministrazione Comunale ha chiesto ai dirigenti scolastici locali di far partecipare alla intitolazione della fontana una delegazione di studenti in quanto è necessario costruire pazientemente la coscienza antimafia nelle giovani generazioni.

Il caso Comiso, e l’egemonia culturale della destra

La decisione del sindaco di Comiso di AN, Giuseppe Alfano, di cambiare il nome dell’aeroporto Pio La Torre ha destato indignazione e stupore. “La Giunta municipale ha deliberato il ripristino del vecchio nome dell’aeroporto che torna quindi ad essere intitolato al generale dell’Aeronautica Vincenzo Magliocco, caduto in azione in Africa orientale nel 1936”. Le prime stringate parole del comunicato stampa forniscono, già, tutti gli elementi per valutare la gravità dell’accaduto. Al nome di Pio La Torre la nuova giunta, sostenuta, a detta del sindaco, dal consenso dei cittadini che si sarebbero espressi tramite un sondaggio web pubblicato sul sito del comune, ha preferito nientemeno che quello di un generale fascista morto durante la guerra di conquista coloniale voluta da Mussolini in Etiopia.
La reazione dei partiti del centro sinistra, di associazioni, intellettuali, dei familiari è stata subito di netta condanna. Franco La Torre, figlio di Pio, ha parlato di “una ferita che si è riaperta”. In difesa dell’intitolazione a Pio La Torre è stata lanciata da Articolo 21 anche una raccolta firme che sta registrando un’ adesione massiccia. Mentre per l’11 ottobre è stata annunciata una manifestazione a Comiso.
Era il 2 novembre del 2004 quando per la prima volta compariva su Liberazione la proposta di intitolare l’aeroporto di Comiso al segretario regionale del PCI Pio La Torre, ammazzato dalla mafia nel 1982. Il giorno precedente era stata, infatti, posta la prima pietra che avrebbe trasformato finalmente l’aeroporto da base NATO in struttura civile. Era l’epilogo di un lungo e travagliato cammino intrapreso dal movimento per la pace che aveva in Sicilia la sua guida, il suo principale animatore nel leader comunista Pio La Torre .
A lui si deve la raccolta in poche settimane di un milione di firme contro l’installazione dei 200 missili Cruise e l’organizzazione di una grande manifestazione di popolo che coinvolse ben centomila siciliani. Se i missili poi furono smantellati si deve anche al successo dell’azione politica di Pio La Torre in quei mesi.
Il piombo mafioso lo raggiunse, però, probabilmente, a causa di quella relazione di minoranza della commissione nazionale antimafia di cui La Torre fu primo firmatario, oltre che principale estensore insieme al giudice Terranova. Allegata a quella relazione stava la proposta di legge che istituiva il reato di associazione mafiosa, il 416 bis, e prevedeva, inoltre, per i boss, la confisca dei beni. Sarà, una volta approvata la legge Rognoni - La Torre, una vera rivoluzione nell’attività di contrasto alla mafia.
Ma al sindaco di AN sembra che questo non basti a giustificare l’intitolazione dell’aeroporto e che valga di più ricordare la morte del generale fascista.Quello di Comiso, dell’apparente improntitudine del sindaco comisano è, però, un caso che deve far riflettere. Il tentativo di relegare nell’oblio un nome come quello di Pio La Torre assume nel clima politico e culturale che stiamo vivendo in Italia un connotato ancora più preoccupante. C’è sicuramente, ancora, nell’humus culturale che ha permesso un simile gesto, una mentalità mafiosa che continua a influenzare i metodi di certa politica isolana. Ma c’è anche dell’altro. Non tutto può essere risolto sotto la lente delle “peculiarità” siciliane che fanno dell’isola, spesso a ragione, un territorio a parte, una regione a se stante.
Si è parlato, a ragion veduta, anche per l’atto del sindaco di Comiso di un ennesimo caso di revisionismo storico. E la matrice è sempre la stessa. Quella che da alcuni anni, prima sommessamente, e poi in modo sempre più aggressivo, ha costantemente attaccato i principi ispiratori, i metodi e le persone che hanno animato la Resistenza. Qui il gioco era quello di stravolgere l’antitesi fascismo – antifascismo al fine di costruire una artefatta equiparazione tra fascismo e comunismo. Il mercimonio dell’uso pubblico della storia piegata a contingenti fini politici è evidente e ha trovato sempre più posto nei media e, purtroppo nelle coscienze degli italiani.
Dal revisionismo storico si è passati, ora, a una sorta di “guerra iconoclasta” per cui a Comiso si cancella il nome Pio La Torre, mentre a Capo d’orlando il sindaco prende a picconate la targa che da il nome alla piazza intitolata a Garibaldi ricevendo l’elogio del governatore Raffaele Lombardo.Il problema di fondo, è che per la prima volta nella storia della repubblica la destra sta ottenendo, o è già riuscita a conquistare, un’egemonia culturale nel nostro Paese. E questo potrebbe essere la faccia più drammatica della vittoria di Berlusconi e delle ultime vicende che hanno caratterizzato la cosiddetta seconda repubblica.
Come si è arrivati fino a questo punto? Seppelliti il PSI e la DC sotto le scuri dei magistrati di Tangentopoli e fagocitate, per poi scomparire nel nulla, la storia e la memoria del partito comunista all’interno dell’operazione PCI – PDS – DS –PD sono venuti a mancare i grandi soggetti che dei principi sanciti nella costituzione repubblicana sono stati fondatori e garanti. Dopo, lo scenario è diventato mobile e la destra ha avuto buon gioco nel conquistare sempre più spazio attaccando alle fondamenta i valori che stavano alla base del patto di convivenza civile stipulato all’indomani del secondo conflitto mondiale.
L’allarme non pare ingiustificato e il modo migliore per reagire, per rispondere alle nubi che si addensano sul futuro prossimo del nostro Paese è quello di costituire un soggetto della sinistra che sappia bene, però, dove poggiare i piedi. Una sinistra che si vuole rinnovare, che vuole essere di governo e di lotta, che non vuole chiudersi in una nicchia di pura testimonianza, né omologarsi al pensiero unico preponderante, deve avere chiare quali sono le radici in cui affonda la propria storia, senza coartate amnesie che facciano dimenticare da dove veniamo. Solo così sarà possibile ripartire.

venerdì 26 settembre 2008

DIRITTI IN PIAZZA


Con la giornata di domani il primo sindacato italiano dà l'avvio alla mobilitazione contro le scelte governative come prima tappa verso l'apertura di una trattativa sui temi della politica economica, sociale e fiscale


Con 45 manifestazioni, 16 comizi, 59 presidi, 18 iniziative tra gazebo, volantinaggi e incontri e 7 sit-in si articolerà "Diritti in piazza" l'iniziativa territoriale della Cgil che coinvolgerà domani 27 settembre oltre 150 piazze in tutte le regioni. "Lo scopo di questa iniziativa è dire che c'è una grande emergenza sul terreno dell'occupazione - ha affermato il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani - e che la condizione del reddito dei dipendenti e dei pensionati, di fronte all'inflazione e alla mancanza di interventi sui prezzi, sta diventando molto pesante". Una manifestazione che nasce dal malessere diffuso nel paese a causa delle scelte economiche, sociali e fiscali dell'esecutivo che rischiano di aggravare la pesante crisi economica in atto. Ma anche una data che non rimane unica poiché segna solo l'inizio di una mobilitazione "che non si fermerà se il Governo non darà delle risposte positive" ha aggiunto Epifani. Domani saranno chiamati a manifestare tutti i cittadini, i lavoratori, i giovani, i precari, i pensionati che non accettano le scelte del governo Berlusconi. In ballo c'è la riduzione del potere di acquisto di salari e pensioni e il peggioramento delle condizioni di lavoro, il taglio delle retribuzioni al pubblico impiego e lo stravolgimento della scuola pubblica a scapito di una istruzione di qualità; la cancellazione de facto della sede di contrattazione e l'aumento del rischio salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, a cui si aggiungono le pesanti decurtazioni a welfare e sanità, mentre il taglio degli investimenti e delle infrastrutture penalizza il Sud e l'occupazione accentuando le disuguaglianze nel paese e bloccando lo sviluppo. Una manifestazione, questa del 27, che vuole anche rispondere al clima politico e sociale sempre più pesante che negli ultimi tempi grava sulla società. Due esempi su tutti: a Genova, come annunciato dal segretario confederale Cgil, Enrico Panini, ci sarà la deposizione di una corona al sacrario dei caduti della Resistenza come "segnale significativo contro recenti e inaccettabili dichiarazioni", mentre a Vicenza si discuterà sulla base Usa in previsione della consultazione popolare del 5 ottobre.
Per coloro che non potranno recarsi nelle piazze o che vorranno avere uno sguardo d'insieme della giornata la Cgil ha organizzato una finestra aperta sul territorio attraverso un restyling del sito web, che per tutta la giornata di domani seguirà gli avvenimenti trasmettendo notizie, interviste, foto e video delle varie iniziative. Dalle 00:01 alle 09:15 il sito trasmetterà filmati di repertorio, video, manifesti e volantini; alle ore 10:00 ci sarà il primo collegamento da Piazza Farnese a Roma, dove a mezzogiorno parlerà Guglielmo Epifani, realizzato con il contributo di RadioArticolo1 che manterrà il ponte con gli ascoltatori da tantissime piazze.
Tra gli interventi previsti sono da segnalare quello del segretario confederale Fulvio Fammoni a Milano in Piazza Garibaldi, mentre a Vicenza interverrà Enrico Panini. Susanna Camusso sarà a Ravenna e il segretario della Fiom, Gianni Rinaldini, parlerà a Reggio Emilia. A Terni interverrà Paola Modica Agnello, segretaria confederale, mentre a Campobasso ci sarà Morena Piccinini, della segreteria nazionale. Ancora, a Pesaro in Piazza Lazzarini, ci sarà Walter Schiavella, neo eletto segretario generale della Fillea, a Perugia in Piazza della Repubblica interverrà la segretaria generale della Flai, Stefania Crogi. A Napoli parlerà Fabrizio Solari e a Potenza Vera Laconica, segretaria confederale; a Matera interverrà Filomena Trizio, segretaria generale del Nidil, mentre Mimmo Pantaleo, segretario della Flc sarà a Brindisi. Emilio Miceli segretario generale della Slc si troverà a Taranto e infine a Palermo interverrà Carlo Podda, segretario generale della Fp.
Tra le adesioni, quelle delle associazioni dei consumatori Federconsumatori e Adusbef mobilitate soprattutto sul tema del carovita, che nell' evidenziare come "I costanti aumenti di prezzi e tariffe che si susseguono incessantemente dal 2002 aggravano fortemente la situazione" invitano tutti i cittadini a partecipare alle iniziative nelle varie città per dare "una scossa" alle politiche di governo, mentre dalla politica è arrivata l'adesione di Sinistra Democratica. Anche il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha aderito alla iniziativa con una lettera indirizzata al segretario della Cgil in cui dichiara "E' un momento difficile per i lavoratori, i pensionati, i giovani del nostro Paese. Condivido, quindi, la piattaforma rivendicativa della manifestazione 'Diritti in piazza' ed esprimo alla Cgil la mia vicinanza per una iniziativa che si propone di portare al centro dell'azione sindacale, la salvaguardia del potere d'acquisto dei salari, la lotta alla precarietà, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la tutela del welfare''.


SABATO ORE 09.00 PIAZZA UNIVERSITA' CATANIA

I grandi temi: 1) Il nucleare

Il nucleare non serve all'Italia
Costi, sicurezza, tecnologia e tempi: ecco perché l'atomo è una falsa soluzione in un dossier di Greenpeace, Legambiente e WWF


Il nucleare è la fonte energetica più costosa che ci sia. Non ha risolto nessuno dei problemi di smaltimento delle scorie e di sicurezza degli impianti. Non è la risposta al mutamento climatico. Per Greenpeace, Legambiente e WWF la soluzione per fermare la febbre del pianeta e ridurre la bolletta energetica italiana è molto più semplice dell'opzione nuclearista rilanciata dal ministro Claudio Scajola: è fondata sul risparmio, sull'efficienza energetica e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Semplicemente perché è la via più immediata, più economica e sostenibile.
Non è vero, infatti, che il nucleare sia economico. Gran parte del costo dell'elettricità da nucleare è legato al costo di investimento per la progettazione e realizzazione delle centrali, che è almeno doppio di quanto ufficialmente dichiarato, e richiede tempi di ritorno di circa 20 anni. Se a questo si considerano anche i costi di smaltimento delle scorie e di decommissioning degli impianti i costi diventano addirittura poco calcolabili. Tutti gli studi internazionali mostrano come sia la fonte energetica più costosa. Dove il kWh da nucleare costa apparentemente poco è perché lo Stato si fa carico dei costi per lo smaltimento definitivo delle scorie e per lo smantellamento delle centrali. E sono proprio queste spese ad aver scoraggiato gli investimenti privati negli ultimi decenni.
Tant'è che tutti gli scenari - persino quello dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica - prevedono nei prossimi anni una riduzione del peso dell'atomo nella produzione elettrica mondiale. Secondo le stime dell'Aiea contenute nel rapporto Energy, elettricity, and nuclear power estimates for the period up to 2030 si passerebbe dal 15% del 2006 a circa il 13% del 2030, nonostante la ripresa dei programmi nucleari in alcuni Paesi.
Nucleare e liberalizzazione del mercato sono incompatibili.
Secondo le ultime stime disponibili del DOE statunitense il costo industriale dell'elettricità da nucleare da nuovi impianti è piu' alto rispetto alle fonti tradizionali. Tra costo industriale e sussidi per sostenere il nucleare il costo raggiunge circa gli 80 dollari al MWh.
Secondo l'agenzia di rating Moody's nonostante i generosi incentivi e sussidi negli USA solo uno o due centrali verranno costruite sulla trentina attese.
In Italia, il nucleare non consentirebbe pertanto di ridurre la bolletta energetica. Per renderlo un pezzo consistente della produzione energetica nazionale occorrerebbe costruire da zero tutta la filiera, con un immenso esborso di risorse pubbliche. Servirebbero almeno 10 centrali, per un totale di 10-15mila MW di potenza installata, e tra i 30 e i 50 miliardi di euro di investimenti (con il forte rischio di sottrarre risorse allo sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica), senza dimenticare gli impianti di produzione del combustibile e il deposito per lo smaltimento delle scorie. Anche assumendo uno schema "finlandese" - con un consorzio di industrie consumatrici che si impegna a comprare per lungo tempo elettricità dai produttori nucleari i rischi finanziari, come dimostra proprio il caso finlandese, sarebbero elevatissimi. Le centrali, nella migliore delle ipotesi, entrerebbero in funzione dopo il 2020, e gli investimenti rientrerebbero solo dopo 15 o 20 anni.
Non è vero che il nucleare sia la risposta ai cambiamenti climatici. In Italia, scegliere l'opzione nucleare significherebbe mettere una pietra tombale su qualsiasi prospettiva di riduzione delle emissioni di CO2. Nella migliore delle ipotesi, senza incontrare quindi nessun problema nella localizzazione e nella costruzione delle centrali, il primo impianto entrerebbe in funzione tra almeno 10 anni, e l'obiettivo dichiarato da Enel e Edison è di coprire il 15-20% del fabbisogno elettrico al 2030 con 10-15 centrali. Se la priorità fosse realizzare centrali nucleari, poiché gli investimenti sono economicamente alternativi, dovremmo dire addio agli obiettivi comunitari e vincolanti del 30% di riduzione delle emissioni di CO2, del 20% di produzione energetica da rinnovabili e del 20% di miglioramento dell'efficienza energetica al 2020. Uno scenario che consente di sviluppare imprese innovative, realizzare migliaia di nuovi posti di lavoro nella ricerca e sviluppo, avere città più moderne e pulite, a portata di mano anche nel nostro Paese nonostante il suo grave ritardo rispetto agli obblighi di Kyoto.
Il nucleare, inoltre, può fornire solo elettricità: questa rappresenta il 15% degli usi finali di energia mentre l'85% è costituito da carburanti per i trasporti e calore per riscaldamento e processi industriali.
Non è vero che il nucleare di oggi sia sicuro. Sulla sicurezza degli impianti ancora oggi, a oltre 22 anni dall'incidente di Chernobyl, non esistono garanzie per l'eliminazione del rischio di incidente nucleare e la conseguente contaminazione radioattiva. Nella migliore delle ipotesi discusse a livello internazionale, con esiti positivi di tutti i possibili sviluppi tecnologici attualmente in fase di ricerca, si parla del 2030 per vedere in attività la prima centrale di quarta generazione. Ma le dichiarazioni di Scajola mostrano che nemmeno lui crede alla IV Generazione ("aspetteremo il 2100): una ammissione che il nucleare sicuro è utopia.
Così, stando alle dichiarazioni del ministro per lo sviluppo economico, il governo italiano promuoverebbe a caro prezzo un programma arretrato e insicuro di centrali di terza generazione.
Rimangono tutti i problemi legati alla contaminazione "ordinaria", derivante dal rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento delle centrali, a cui sono esposti i lavoratori e la popolazione che vive nei pressi.
Scorie: di nuovo a Scanzano?
Non esistono ad oggi soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall'attività degli impianti o dalla loro dismissione. Le circa 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte finora nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivi. Lo stesso vale ovviamente anche per il nostro Paese che conta secondo l'inventario curato da Apat circa 25mila m3 di rifiuti radioattivi, 250 tonnellate di combustibile irraggiato, a cui vanno sommati i circa 1.500 m3 di rifiuti prodotti annualmente da ricerca, medicina e industria e i circa 80_90mila m3 di rifiuti che deriverebbero dallo smantellamento delle nostre 4 centrali e degli impianti del ciclo del combustibile. Con quale procedura e garanzie avremo la localizzazione del sito? Sappiamo già la risposta: tornare a Scanzano Jonico.
scarica il dossier:
scarica il dossier sui costi del nucleare:

Fine dell’incubo (per dieci giorni)

Finisce l’incubo. Da questa mattina, dopo sei giorni, i cumuli di rifiuti lasceranno le strade dei comuni gestiti dalla Simeto-Ambiente. Il servizio riprende regolarmente, grazie all’impegno dei sindaci, che hanno firmato un’ordinanza urgente con la quale si prevede di pagare il conferimento nella discarica Oikos di Motta Sant’Anastasia, al servizio di dieci Comuni dei diciotto della Simeto-Ambiente (si tratta di Adrano, Biancavilla,Santa Maria di Licodia, Paternò, Belpasso, Ragalna, Camporotondo Etneo, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, e San Pietro Clarenza). Secondo quanto stabilito i sindaci dovrebbero pagare per circa cinque giorni. Una spesa che, comunque, varierà da Comune a Comune, a seconda della popolazione e, quindi, della quantità di spazzatura conferita in discarica. Anche la Provincia Regionale di Catania farà la sua parte, partecipando al pagamento degli stipendi dei lavoratori del Consorzio Simco, con una percentuale che rispecchierà la quota azionaria che l’Ente possiede sulla Simeto-Ambiente.
Il sindaco di Biancavilla, Pippo Glorioso, è stato il primo a firmare l’ordinanza, mercoledì notte, con il servizio già ripreso regolarmente ieri mattina. "Era necessario firmare l’ordinanza - evidenzia il primo cittadino biancavillese, Pippo Glorioso - Soprattutto il vista della festa patronale. Non potevamo lasciare le nostre strade ricolme di rifiuti". Un impegno straordinario, questo dei sindaci, attuato per uscire dalla crisi di questi giorni. "Il servizio sarà assicurato - evidenzia il sindaco di Ragalna, Mario Castro - I cittadini devono però capire che la bolletta va pagata. Siamo convinti, comunque, che gli Ato debbano scomparire, per far tornare la gestione del servizio ai Comuni". Dello stesso parere, il sindaco di Adrano, Pippo Ferrante: "Penso ad un consorzio di Comuni evidenzia - per la gestione del servizio.
Gli Ato sono dispersivi e ad oggi on hanno dato i risultati sperati". Sul ritorno del servizio ai Comuni, anche il indaco di Paternò, Pippo Failla: "Da empo evidenzio il fallimento degli Ato. aghiamo un servizio costoso e non efficiente". Gurda positivamente alla risoluzione ella momentanea crisi, anche il residente di Simeto-Ambiente, Andrea astelli: "Finalmente si è riusciti a bloccare la discarica. Ora siamo impegnati risolvere il problema dei lavoratori.
C’è la consapevolezza che la lotta al’evasione è la risoluzione a tutti i mali visto che l’unica risorsa degli Ato sono le bollette degli utenti". "Se dobbiamo occuparci di nuovo della gestione - dice il sindaco di San Pietro Clarenza, Enzo Santanocito - bisognerà punire penalmente chi ha sbagliato, soltanto così si eviteranno in futuro situazioni così scabrose".
Sul fronte della vertenza Simeto-Ambiente interviene anche la Serit. La società di riscossione, per voce del direttore della sede di Catania, Ermanno Sorce, precisa che sul no alle anticipazioni di cassa, votato dal cda, va evidenziato come "negli ultimi mesi la Serit ha già anticipato oltre quaranta milioni di euro a fronte di un recupero di soli quindici milioni. La situazione degli Ato, com’è noto da tempo, è difficile, ma ci teniamo a precisare che fino a questo momento la Serit è intervenuta sostenendo ampiamente tali difficoltà. E lo ha fatto anticipando il 90 per cento delle somme che l’Ato ci ha consegnato come ruoli. Ciò significa - continua il direttore Sorce - che su circa 53 milioni di euro di ruoli Tia in carico, ne ha anticipato già oltre 40. Il cda della Serit dunque - dichiara Sorce - presieduto da Domenico Sudano, ha ritenuto opportuno prendere la decisione di rinegoziare nuove convenzioni con la Simeto alla luce dell’andamento delle attuali riscossioni. La Serit Sicilia, come è evidente, non è un istituto finanziario né una banca che eroga finanziamenti a Enti diversi".
MARY SOTTILE
La Sicilia 26 settembre

Le politiche del movimento

Resoconto incontro del 25 settembre:
I punti all’ordine del giorno della riunione odierna erano i seguenti:

bilancio dell’iniziativa del 21/09 “libero mercato del libro usato”
individuazione della sede del movimento
avvio della campagna di tesseramento
iniziativa su rifiuti e TIA
ingresso in giunta del PD

Mercatino del libro usato: l’iniziativa è stata ben strutturata e organizzata in modo encomiabile da Luca e Nino ed ha visto la partecipazione di molti compagni di Rinnovamento e di tanti ragazzi che volontariamente hanno prestato il loro contributo. A tutti quanti mi sento in dovere di dire grazie. La manifestazione ci ha consentito di stare una giornata intera tra la gente, facendoci conoscere come movimento, mostrando il nostro simbolo, associandolo alle nostre persone. Attraverso questa iniziativa abbiamo fornito un servizio alla cittadinanza ed in particolare ai giovani. Abbiamo ospitato una mostra di pittura. Ma la cosa più importante è stata la partecipazione di un gruppo di ragazzi che, come dicevo, ha lavorato allo stand dei libri. C’è una componente del mondo giovanile che è di sinistra, con la quale possiamo entrare a contatto e che può essere coinvolta quando si fanno cose concrete. In modo simbolico, vorrei sottolineare che in seguito alla giornata del mercatino in piazza, abbiamo avuto la prima adesione al movimento da parte di una giovanissima ragazza che ha dato il suo apporto volontario alla manifestazione. Anche da un punto di vista del bilancio economico, la manifestazione è stata un successo in quanto oltre a ricoprire le spese organizzative (principalmente quelle sostenute per la realizzazione del volantino) ci ha consentito di fare un minimo di utile. Ritengo che con l’esperienza fatta domenica scorsa, ed avendo una sede a nostra disposizione il prossimo anno si potrà organizzare una nuova iniziativa che possa partire da una manifestazione in piazza e proseguire nei giorni successivi. Questo potrebbe farci entrare a contatto con molte persone e fungere da valido strumento di autofinanziamento.

Sede: è necessario avere una sede come centro aggregativo, come base logistica e come sede legale dell’associazione. E’ necessario avere una sede ufficiale anche per un’autonomia (anche politica) del movimento. La sede, così come discusso in precedenti incontri, dovrà essere mantenuta grazie al tesseramento.

Campagna di tesseramento: deve partire immediatamente. Questo per garantire sia un autofinanziamento di base necessario per qualsiasi attività politica, sia per garantire un minimo rispetto delle regole democratiche alla base di qualunque forma aggregativi. Chi e quanti possono prendere una decisione importante su argomenti rilevanti, quali la posizione politica da assumere verso la giunta del nostro comune? Oggi non si è potuto affrontare questo tema perché non sapevamo se eravamo democraticamente rappresentativi di tutto il movimento.

Iniziativa coordinata dal gruppo di lavoro Rifiuti-TIA: si è concordato che Giancarlo e Giovanni stileranno a breve il documento con cui esprimeremo le nostre posizioni e sulla base di quello ci confronteremo con le istituzioni municipali e con gli altri soggetti interessati.
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Piattaforma programmatica da discutere nel prossimo incontro:

E’ necessario prendere subito una posizione politica decidendo se collocarci all’opposizione o se dichiararci parte della maggioranza che amministra il comune. Ritengo che ciò sia di fondamentale importanza, anzi indispensabile, per una qualsiasi dialettica politica e per una qualsiasi attività politica. La posizione del movimento deve essere assolutamente autonoma da quella del suo alleato politico, il PD, pur ritenendo utile un rapporto unitario del centro sinistra di Tremestieri. La posizione che verrà assunta dal movimento dovrà essere resa pubblica attraverso un comunicato stampa.
Una volta presa una posizione politica, qualunque essa sia, sulla base di quanto discusso in data odierna, ci incontreremo con i consiglieri comunali del PD chiedendo loro un confronto su un argomento che comunque, indipendentemente dalle posizioni politiche che verranno assunte, è di comune interesse: quello della raccolta differenziata dei rifiuti e più in generale della loro gestione in un momento in cui questa problematica è diventata drammaticamente esplosiva.
Successivamente (anche in questo caso indipendentemente dalla collocazione del movimento) si chiederà un confronto pubblico con il sindaco e l’assessore interessato per chiedere cosa la giunta vuole fare sul problema dei rifiuti e rivendicare le nostre istanze attraverso il documento programmatico da noi prodotto.
Infine si potrà organizzare una manifestazione pubblica da associare alla presentazione ufficiale del movimento ed all’apertura formale della campagna di tesseramento. I modi ed i termini di questa iniziativa saranno affrontati nel corso del prossimo incontro.

Non sono stati tema della discussione odierna ma vorrei proporre all’ordine del giorno del prossimo incontro anche i seguenti temi:

Ampliamento dell’uso del blog
Fino a questo momento è stato uno strumento informativo interno ed una rassegna stampa sui temi importanti per il nostro comune. Ritengo che esso possa essere uno strumento dalle potenzialità maggiori, se potrà avvalersi della collaborazione (nel rispetto dei tempi e delle disponibilità individuali) di tutti quanti. Penso che possa essere anche una sorta di Agorà telematica, una sede di dibattito e confronto creativo e produttivo. Inoltre pensavo alla possibilità di linkare il nostro blog con quello di altre organizzazioni affini.

Associazione
Penso che sia necessario avviare un percorso, seppure preliminare, per la realizzazione dell’associazione ed a tal fine proporrei la creazione di un gruppo di lavoro specifico.

Contatti con organizzazioni di altri comuni:
In questi giorni, ho avuto il piacere di ricevere apprezzamenti e proposte di collaborazione da parte della Federconsumatori di Mascalcia e della Casa della Sinistra di Trecastagni. Gli apprezzamenti sono stati rivolti sia al blog sia al lavoro che abbiamo fatto come movimento. Riterrei utile e produttivo allacciare una collaborazione con queste ed altre organizzazioni.

Nei prossimi giorni verrà indetta la data della prossima riunione.

Simeto Ambiente

Secco «no» da Serit e Comuni
Vertenza Simeto Ambiente. Sindaci oggi di nuovo in Prefettura per chiedere la ripresa del lavoro dei netturbini

Lo sciopero continua e scatta lo stato d’allerta. Oggi sesto giorno d’astensione dal lavoro degli operatori ecologici, con la questione rifiuti rimasta irrisolta nei 18 comuni gestiti dalla Simeto-Ambiente. Finisce con una risposta negativa per la Simeto-Ambiente, il cda della Serit; ed un no arriva anche dai sindaci dopo il vertice in Prefettura, conclusosi nella tarda serata di ieri.
Le speranze, dunque, di trovare una soluzione sono tutte, miseramente, crollate. Ricostruendo la turbolenta giornata, le prime brutte notizie sono arrivate nel primo pomeriggio di ieri, a conclusione della riunione del consiglio d’amministrazione della Serit, chiamata a decidere sulle anticipazioni di cassa da versare alla Simeto-Ambiente. Un milione e mezzo circa gli euro necessari per pagare gli stipendi del mese d’agosto dei lavoratori oltre alla discarica di Motta Sant’Anastasia.
Le illusioni, diffuse nei giorni scorsi, di una cda puramente formale, sono miseramente crollate, quando si è appreso del secco no a versare nuove somme, arrivato a conclusione del vertice del cda. La Serit ha espresso alla Simeto-Ambiente la volontà di voler rivedere la convenzione per l’anno 2008, con la possibilità di modificare le somme percentuali d’anticipazione in ribasso. Determinante, in questo caso, sarà la verifica sulle somme riscosse per l’anno 2007.
In attesa, dunque, la Serit non versa un euro e rinvia tutto ad un nuovo consiglio d’amministrazione che dovrà esserci nei prossimi giorni. "E’ una mancanza d’impegno nei confronti della nostra società - dice il presidente della Simeto-Ambiente, Andrea Castelli - Lo stesso presidente della Serit, il senatore Sudano, si era impegnato in prima persona, assicurandoci che non si sarebbero stati problemi per le anticipazioni, ma così non è stato. Si chiude la porta in un momento di profonda crisi". E proprio al presidente della Simeto-Ambiente, Andrea Castelli, è toccato dare la brutta notizia della mancata anticipazione da parte della Serit, nel vertice in Prefettura di questo pomeriggio, quando attorno ad un tavolo si sono ritrovati il prefetto, Giovanni Finazzo, i vertici della Simeto-Ambiente, i sindaci dei 18 Comuni e i dipendenti del Consorzio Simco e della discarica di Motta. Ai sindaci è stato chiesto di sottoscrivere un contratto, da presentare, poi, come garanzia da parte delle società che gestiscono il servizio di raccolta e la discarica, nei confronti delle banche. Un contratto a tre, tra i Comuni, le ditte e la Simeto-Ambiente, dove si sottoscrive che in caso di mancanza di liquidità della Simeto-Ambiente, saranno i Comuni a coprire le somme.
Secco no da parte dei sindaci che ribadiscono che non hanno i fondi per fare anticipazioni di cassa.
E i sindaci oggi, in protesta, arriveranno in Prefettura, per trovare una soluzione. "Vogliamo un incontro con i vertici regionali e con il presidente della Provincia perché si dia una soluzione al problema - dichiara il sindaco di Paternò, Pippo Failla - Non andremo via se le nostre città non saranno ripulite".
MARY SOTTILE
La Sicilia 25 settembre

mercoledì 24 settembre 2008

Ancora emergenza rifiuti

La discarica «respinge» i rifiuti
Porte chiuse alla Oikos. Cancelli sbarrati, ieri mattina, alla discarica di Motta Sant’Anastasia, e la situazione rimarrà inalterata anche oggi, con i lavoratori che resteranno a braccia incrociate, in segno di protesta per il mancato pagamento dello stipendio di agosto. Gli operatori ecologici del Consorzio Simco sono, quindi, obbligati, a restare fermi, con l’immondizia che continuerà a crescere lungo le strade. I cumuli di rifiuti hanno ormai letteralmente invaso le arterie viarie cittadine, con le auto costrette a fare anche le ginkane per evitare la spazzatura.
Nel quinto giorno di protesta, cresce anche la preoccupazione per il rischio igienico-sanitario che si sta creando. Il fetore è diventato insopportabile e la pioggia di ieri ha peggiorato la situazione. Situazione critica soprattutto davanti le scuole. «La situazione è divenuta insostenibile - evidenzia il presidente della Oikos, ditta che gestisce la discarica di Motta, Domenico Proto -. Vogliamo interlocutori credibili. Non vogliamo più parlare con la Simeto-Ambiente, che ha dimostrato ad oggi di non essere in grado di gestire la situazione».
Per uscire dall’emergenza, il presidente della Simeto-Ambiente, Andrea Castelli, ha chiesto un incontro urgente al prefetto di Catania. «E’ strano - denuncia Castelli - che finisce lo sciopero della ditta e comincia quello discarica. Mi chiedo se c’è un progetto in tutto questo. Vorrei capirlo». Il rischio da non sottovalutare, è anche il fallimento societario, con il risultato che si avrebbero le rescissioni dei contratti e la perdita dei 500 posti di lavoro degli operatori ecologici. In tutto questo marasma l’Agenzia regionale per i rifiuti cerca di richiamare all’ordine ed in una nota evidenzia come «i comuni sono obbligati a prevedere, in quanto soci delle autorità d’ambito, nei propri bilanci la copertura totale dei costi della gestione integrata dei rifiuti, a garanzia di una eventuale carenza nella riscossione».
Anche i sindaci, rivolgono un appello. Pippo Failla, sindaco di Paternò, chiede al legislatore della Regione di «far presto. Bisogna che si risolva subito la questione legiferando. Qualsiasi decisione si prenda è necessario non perdere più tempo, per evitare ulteriori situazioni di crisi. Il legislatore decida, qualsiasi sia la scelta, se Ato o comuni».
La sicilia 24 settembre

martedì 23 settembre 2008

Convocazione asseblea di aderenti e simpatizzanti

Giovedì 25 alle ore 20.30, presso la sede di Canalicchio si terrà un incontro del movimento, con il seguente OdG:

1. mercatino del libro usato
2. individuazione della sede del movimento
3. avvio campagna di tesseramento
4. iniziative rifiuti e tia
5. ingresso in giunta del PD e posizione che deve assumere l'Altra tremestieri
6. varie ed eventuali


domenica 21 settembre 2008

Mercatino del libro usato

Oggi si è tenuta la prima mmanifestazione pubblica del movimento. Per tutta la giornata, siamo stati in piazza Dante con il mercatino del libro usato e la mostra di pittura. E' la prima iniziativa ma non sarà una cosa isolata.
L'iniziativa di oggi è riuscita bene e possiamo ritenerci soddisfatti. Un grazie sentitissimo a tutti i compagni che hanno dato il loro contributo alla realizzazione dell'iniziativa ed in primo luogo a Nino e Luca che hanno organizzato e diretto con capacità e con impegno la manifestazione.


Comunicato stampa pubblicato in data odierna da La Sicilia:
Mercatino del libro usato in piazza Dante
c.d.m.) Oggi dalle 9 alle 21, in piazza Dante a Tremestieri Etneo, il movimento «L’Altra Tremestieri per il rinnovamento», organizza il primo libero mercato del libro usato. L’iniziativa ospiterà le opere di pittori locali come Anna Raciti, Maria Concetta Bongiovanni, Marenza Barbagallo, Flavia Ventura, Cristina Campagna e Cristina Settembrini. «L’iniziativa è stata pensata come risposta al sempre più esoso costo dei libri scolastici», spiega il coordinatore del Movimento Giovanni Romeo. Alla manifestazione aderirà, con un proprio stand, l’associazione «Un gesto per la vita - Valentina Valenti - Lotta alla leucemia».

giovedì 18 settembre 2008

Canalicchio: più contenitori per la raccolta differenziata

E’ stato potenziato, a Canalicchio, il servizio di raccolta differenziata. Nei giorni scorsi il sindaco di Tremestieri, Nino Basile, ha chiesto alla ditta Gesenu, che si occupa dei servizi di nettezza urbana sul territorio comunale, di aumentare gli ecopunti. Infatti, l’impresa ha rimosso le 12 postazioni di
campane già esistenti, sostituendole con 50 nuovi contenitori più capienti (circa 110 litri), che sono stati dislocati lungo il territorio della frazione. In ogni ecopunto l’utente potrà differenziare carta (cassonetto con coperchio giallo), plastica (coperchio blu), vetro (coperchio verde) e frazione organica (coperchio marrone). L’azienda invita i cittadini a deporre i diversi materiali all’interno e non fuori del rispettivo contenitore, a schiacciare le bottiglie in plastica per ridurre il volume e a sciacquare i contenitori prima di depositarli. «E’ un primo passo verso la riqualificazione di Canalicchio - ha dichiarato Basile - Invito i nostri concittadini a rispettare le istruzioni per un regolare conferimento dei rifiuti e per il corretto svolgimento del servizio. Come
promesso seguiranno sicuramente altre iniziative, come l’istituzione di un distaccamento di vigili urbani nella centralissima via Carnazza nei prossimi giorni. A breve anche la consegna dei lavori per la riqualificazione del parco Federico II e la progettazione per il rifacimento dei marciapiedi delle vie Nizzeti e Nuovaluce».
La sicilia 18 settembre

Assegnate le deleghe

Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale il primo cittadino Antonino Basile ha presentato il programma che intende seguire nei prossimi 5 anni. Terminata l’esposizione, la minoranza ha lasciato l’aula e si è passati alla presentazione degli assessori con le deleghe attribuite: per il dr. Pietro Cammarata, assente giustificato, medico di base, Politiche sociali, Politiche della terza età, Gestione centro diurno, Consulta degli anziani, Consulta giovani, Politiche giovanili e Consulta disabili; al dr. Carlo Maugeri medico di base, Attività e beni culturali, Informatizzazione, Rapporti con l’università, le comunità, le associazioni, le frazioni e i quartieri, Cerimoniale, Igienee sanità, Servizi demografici, Famiglia e servizi alla persona, Rapporti con il consiglio; per l’ass. Antonino Romano imprenditore, Urbanistica, Pianificazione territoriale, Prg, Edilizia economica popolare, Sportello unico dell’edilizia, Espropriazioni, Sanatoria, Manutenzione edifici pubblici, vie e piazze, Manutenzione del verde, Manutenzione pubblica, Illuminazione, Parchi urbani e Viabilità; al dr. Domenico Lo Presti, Bilancio, Politiche fiscali, Finanze e programmazione finanziaria, Tributi, Commercio, Annona, Sviluppo economico, Mercati e Impianti di manutenzione; al dr. Aldo Tringali ginecologo, Welfare comunale, Affari generali, Tempo libero, Innovazione tecnologica, Sistema informatico territoriale, Trasporti, Economato, Autoparco, Sagre e mostre, Politiche del turismo; all’ass. Vito Torrisi imprenditore, Lavori pubblici, Politiche del centro storico, Edilizia sportiva, Edilizia scolastica e Progettazioni speciali; per il dr. Rosario Condorelli funzionario camera di commercio, Affari istituzionali, Area metropolitana, Politiche attive del lavoro, Politiche comunitarie, Progetti comunitari, Ecologia, Ambiente, Pari opportunità e trasparenza, Attuazione statuto e Formazione professionale. Il sindaco ha tenuto per se, Polizia municipale, Pubblica istruzione, Personale, Politiche scolastiche, Organizzazione amministrativa, Contenzioso,
Protezione civile, Attività del decentramento della comunità di Canalicchio, Sport, Impianti sportivi, Gestione patrimonio comunale, Manifestazioni, Spettacoli grandi eventi, Cimitero e servizi cimiteriali, Servizio e ufficio stampa.
La Sicilia 17 settembre

domenica 14 settembre 2008

Rifiuti un problema tanto parlATO e mai affrontATO

Lunedì 15 settembre alle 10, nell’aula consiliare del comune di Mascalucia, si terrà conferenza stampa sulle vicende che interessano l’Ato - Simeto Ambiente . All’incontro, indetto dal primo cittadino di Mascalucia, Salvatore Maugeri, prenderanno parte i sindaci dei Comuni di Misterbianco, Tremestieri, San Pietro Clarenza, Sant’Agata Li Battiati, Camporotondo e Nicolosi.

Simeto Ambiente

Si riparte con un nuovo consiglio d’amministrazione che resterà in carica, visto la nuova riforma, fino a fine anno. La Simeto-Ambiente ha infatti il suo nuovo presidente, ed un nuovo consiglio d’amministrazione. Ad eleggerli, ieri mattina, è stata l’assemblea dei soci, composta dai sindaci dei 18 comuni dell’Ato Ct-3. I primi cittadini hanno fatto cadere le loro preferenze su Andrea Castelli, paternese, già componente del consiglio d’amministrazione. Con lui a sedere in consiglio d’amministrazione anche un altro paternese, l’avvocato Carmelo Fallica e l’adranita Carmelo Caruso. Castelli, in quota An, prende il posto del dimissionario Mimmo Galvagno, anche lui paternese, del Movimento per l’Autonomia. Castelli potrebbe essere l’ultimo presidente della Simeto-Ambiente, in vista dell’entrata in vigore della riforma, voluta dal presidente della Regione Raffaele Lombardo, attesa per il prossimo mese di gennaio. Nel 2009 è attesa la costituzione di un Ato unico per provincia e non è escluso che il servizio torni ad essere gestito dai comuni. «Traghetteremo la Simeto-Ambiente senza pesare più sulle casse dei comuni - afferma il neopresidente Castelli - Lavoreremo con la massima attenzione per far partire con più slancio la raccolta differenziata e combattere l’evasione». E ieri, altro importante atto dei sindaci dei 18 comuni della Simeto-Ambiente, è stata l’approvazione del bilancio societario per il 2008. Certo nel corso della riunione non sono mancati i momenti di tensione e gli aperti dissensi dei primi cittadini. Alla fine, però, il buon senso ha prevalso ed i sindaci hanno votato l’atto. L’approvazione sarà, infatti, il passaggio fondamentale per portare il nuovo bilancio alla Serit (l’agenzia di credito della Simeto-Ambiente) che avvierà le procedure per l’anticipazione di cassa, necessaria a coprire le spese degli stipendi dei lavoratori. Ed intanto per lunedì prossimo, all’Ispettorato del Lavoro, è fissato un incontro con i sindacati, per scongiurare un possibile sciopero dei lavoratori. Dalla Simeto-Ambiente assicurano che i fondi per gli operatori ecologici del consorzio Simco ci sono anche se con qualche giorno di ritardo rispetto alla data prevista del 15 settembre. «Pagheremo entro la prossima settimana - afferma Andrea Castelli - Voglio rassicurare lavoratori e sindacati, che gli stipendi ci saranno, solo bisognerà attendere qualche giorno in più. Un problema questo che non dovrebbe ripetersi nei prossimi mesi, visto che attendiamo una forte liquidità già a fine mese, data in cui scade il pagamento della Tia». La speranza è che sia scongiurato qualsiasi sciopero da parte degli operatori ecologici, evitando le catastrofi ambientali registrate nei mesi scorsi.
MARY SOTTILE
La Sicila 13/09

Cronache dal comune

Ricorso di un candidato

(c.d.m.) Il 24 settembre alle 9.30 il Consiglio della seconda sezione del Tar di Catania si riunirà per la discussione della domanda cautelare del ricorso presentato nei giorni scorsi dagli avvocati Elena Cassella ed Eleonora Gula nell’interesse di Filippo Giuffrida, candidato a consigliere comunale di Tremestieri nella lista "Vivi Tremestieri". Il 17 dicembre si svolgerà l’udienza in merito. Il ricorso è stato presentato per l’annullamento e la correzione previa sospensione del verbale 74 del 25 maggio scorso con cui la commissione elettorale di Mascalucia ha deciso di confermare l’esclusione della lista civica "Vivi Tremestieri" dalle elezioni.
La Sicilia 14/09/08