Una bella notizia per il nostro Comune. A breve sarà celebrata la realizzazione di un sogno fatto da persone pragmatiche che non vogliono rinunciare ai loro ideali di giustizia sociale, di sviluppo eco-sostenibile, di solidarietà, tolleranza, pari opportunità, rispetto delle diversità, di libertà e di democrazia. Tutto è nato con una scommessa: in una fase politica in cui il centro-sinistra andava in ordine sparso ed i cui dirigenti e sostenitori erano più intenti a lottare tra loro piuttosto che contrastare l’avanzata del nemico comune, a Tremestieri nasceva una lista civica che racchiudeva in se le forze della sinistra (andando oltre la sommatoria di ciò che resta dei singoli partiti che la costituiscono e includendo persone provenienti da esperienze associative e persone che si affacciavano per la prima volta al mondo della politica) e che stipulava un forte accordo programmatico con il PD, costituendo con esso un centro-sinistra coeso. Nasceva uno schieramento unico che andava al di la delle logiche di appartenenza. L’esperimento è riuscito anche se gli esiti elettorali sono stati poco lusinghieri, malgrado l’impegno e la generosità di tanti compagni/e e amici/e che si sono spesi senza riserve. La sconfitta elettorale è stata cocente. Ma qualsiasi analisi e qualsiasi azione politica del centro-sinistra a Tremestieri, devono partire dal significato di questa sconfitta.
Sarebbe semplicistico e ingeneroso addossare la sconfitta a singoli individui e riduttivo liquidare tutto con una generica corresponsabilità dei dirigenti e degli esponenti locali. Sarebbe altrettanta parziale un’analisi in cui la sconfitta venisse imputata interamente all’ondata di destra che ha straripato in tutta Italia ed ha sommerso la Sicilia. Il motivo principale del tracollo generalizzato delle forze del centro-sinistra è imputabile ad uno scollamento tra base (o se si preferisce, società civile) ed i partiti che dovrebbero rappresentarla. Questo per due motivi principali: le forze progressiste (o che si definiscono tali) hanno perso qualsiasi capacità di proposta alternativa al sistema politico-culturale (o meglio sub-culturale) imposto dalla destra. Ciò perché non si ha più la capacità di volare alto, non si riesce più a trovare una progettualità vera, sincera, propositiva e convincente che sia attrattiva e che possa contrastare la polita del voto di scambio delle clientele e del piccolo favore. La sinistra, per dirla con Giorgio Gaber è un gabbiano ipotetico senza più neanche l’intenzione del volo. Il secondo motivo dipende dal fatto che coloro che si sentono (ci sentiamo) difensori delle fasce più deboli della società, sono spesso gruppi autoreferenziali (e spesso salottieri) che hanno perso il contatto con la società vera, fatta da persone in carne ed ossa, e l’hanno sostituita con un modello teorico quanto inconsistente. Siamo fermi ai modelli ed ai comportamenti degli anni settanta: amiamo parlare nel chiuso delle nostre stanze di come e perché il popolo non ci capisca, senza che ci sorga il dubbio che in realtà siamo noi a non capire la società.
Queste considerazioni sono quelle che ci hanno indotto a provare a fare con noi stessi una nuova scommessa: la creazione di un laboratorio politico, di un cantiere che, partendo da esperienze simili portate avanti in altri comuni, possa andare oltre, aggregando tutti coloro che vogliono realmente modificare lo stato delle cose. Questo ovviamente non vuol dire superamento dei partiti, perché con tutti i limiti che essi hanno (e sono innumerevoli) essi rimangono l’essenza della democrazia. Il nostro laboratorio, il movimento l’Altra Tremestieri per il Rinnovamento, ha l’ambizione, nel piccolo della nostra realtà comunale, di dare nuova linfa alla politica. Vuole parlare di programmi di idee, vuole proporle alla cittadinanza ed alle istituzioni municipali, vuole cogliere i problemi dei cittadini comuni e provare a trovarne le soluzioni. Contribuire alla realizzazione dei nostri punti programmatici sarebbe un ottimo risultato che necessita di un riferimento all’interno del consiglio comunale. E quale potrebbe essere il nostro riferimento naturale, se non i consiglieri che sono stati eletti come espressione di tutto il centro-sinistra tremestierese?
Sui metodi nuovi di fare politica, pensiamo che siano necessari nuovi strumenti e nuove forme aggregative che possano fornire validi servizi alla cittadinanza e che possano avvicinare categorie di persone che con gli strumenti “classici” della politica non raggiungeremmo mai. Ecco perché il movimento politico non può che essere una delle due ali del nostro gabbiano ipotetico, mentre l’altra dovrà essere costituita da un’associazione che possa permeare ed essere permeata dal contesto socio-culturale del nostro comune e che sia in grado di parlare lo stesso linguaggio di coloro di cui vogliamo essere espressione.
L’obiettivo che ci siamo prefissi è ambizioso e difficile, specie nel deserto di macerie nel quale ci troviamo dopo le elezioni che noi (e non i nostri avversari) abbiamo creato. Ma adesso è giunto il momento di ricostruire. E’ giunto il momento di provare nuovamente a volare.
Sarebbe semplicistico e ingeneroso addossare la sconfitta a singoli individui e riduttivo liquidare tutto con una generica corresponsabilità dei dirigenti e degli esponenti locali. Sarebbe altrettanta parziale un’analisi in cui la sconfitta venisse imputata interamente all’ondata di destra che ha straripato in tutta Italia ed ha sommerso la Sicilia. Il motivo principale del tracollo generalizzato delle forze del centro-sinistra è imputabile ad uno scollamento tra base (o se si preferisce, società civile) ed i partiti che dovrebbero rappresentarla. Questo per due motivi principali: le forze progressiste (o che si definiscono tali) hanno perso qualsiasi capacità di proposta alternativa al sistema politico-culturale (o meglio sub-culturale) imposto dalla destra. Ciò perché non si ha più la capacità di volare alto, non si riesce più a trovare una progettualità vera, sincera, propositiva e convincente che sia attrattiva e che possa contrastare la polita del voto di scambio delle clientele e del piccolo favore. La sinistra, per dirla con Giorgio Gaber è un gabbiano ipotetico senza più neanche l’intenzione del volo. Il secondo motivo dipende dal fatto che coloro che si sentono (ci sentiamo) difensori delle fasce più deboli della società, sono spesso gruppi autoreferenziali (e spesso salottieri) che hanno perso il contatto con la società vera, fatta da persone in carne ed ossa, e l’hanno sostituita con un modello teorico quanto inconsistente. Siamo fermi ai modelli ed ai comportamenti degli anni settanta: amiamo parlare nel chiuso delle nostre stanze di come e perché il popolo non ci capisca, senza che ci sorga il dubbio che in realtà siamo noi a non capire la società.
Queste considerazioni sono quelle che ci hanno indotto a provare a fare con noi stessi una nuova scommessa: la creazione di un laboratorio politico, di un cantiere che, partendo da esperienze simili portate avanti in altri comuni, possa andare oltre, aggregando tutti coloro che vogliono realmente modificare lo stato delle cose. Questo ovviamente non vuol dire superamento dei partiti, perché con tutti i limiti che essi hanno (e sono innumerevoli) essi rimangono l’essenza della democrazia. Il nostro laboratorio, il movimento l’Altra Tremestieri per il Rinnovamento, ha l’ambizione, nel piccolo della nostra realtà comunale, di dare nuova linfa alla politica. Vuole parlare di programmi di idee, vuole proporle alla cittadinanza ed alle istituzioni municipali, vuole cogliere i problemi dei cittadini comuni e provare a trovarne le soluzioni. Contribuire alla realizzazione dei nostri punti programmatici sarebbe un ottimo risultato che necessita di un riferimento all’interno del consiglio comunale. E quale potrebbe essere il nostro riferimento naturale, se non i consiglieri che sono stati eletti come espressione di tutto il centro-sinistra tremestierese?
Sui metodi nuovi di fare politica, pensiamo che siano necessari nuovi strumenti e nuove forme aggregative che possano fornire validi servizi alla cittadinanza e che possano avvicinare categorie di persone che con gli strumenti “classici” della politica non raggiungeremmo mai. Ecco perché il movimento politico non può che essere una delle due ali del nostro gabbiano ipotetico, mentre l’altra dovrà essere costituita da un’associazione che possa permeare ed essere permeata dal contesto socio-culturale del nostro comune e che sia in grado di parlare lo stesso linguaggio di coloro di cui vogliamo essere espressione.
L’obiettivo che ci siamo prefissi è ambizioso e difficile, specie nel deserto di macerie nel quale ci troviamo dopo le elezioni che noi (e non i nostri avversari) abbiamo creato. Ma adesso è giunto il momento di ricostruire. E’ giunto il momento di provare nuovamente a volare.
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