Già abbiamo la mafia, già abbiamo il reddito più basso d'Italia e la disoccupazione più alta, già siamo indicati dal resto del Paese come la Regione «mangiasoldi», ci mancava pure la crisi dell'immondizia. Non diventeremo come Napoli, ma già quasi lo siamo. Anzi Napoli è stata ripulita, mentre la Sicilia viene sommersa da tonnellate di rifiuti. I contribuenti sono morosi (paga uno su quattro), l'Ato non ha soldi e non paga né lo stipendio dei netturbini in sciopero e né le discariche autorizzate (che stanno chiudendo battenti), i Comuni (quasi tutti) non intervengono: ecco spiegato il disastro ecologico che con la calura estiva può trasformarsi in emergenza sanitaria. Su questa situazione intollerabile che sta esasperando la popolazione si gioca a scaricabarile: i Comuni dicono che la responsabilità è degli Ato e non più loro, gli Ato dicono che non ce la fanno, i prefetti non sanno come risolvere la situazione perché non rappresentano enti erogatori, ma lo Stato. E lo Stato sta a guardare. Per Napoli ha provveduto, per la Sicilia no, o almeno non ancora. Ci dobbiamo affidare a Bertolaso? Per fortuna in serata è intervenuto il presidente Lombardo che darà agli Ato il denaro necessario a risolvere la situazione, defalcando queste somme somme dai trasferimenti regionali a quei Comuni che dicono di non essere in grado di contribuire e restano inerti davanti allo sfacelo. Dovevamo arrivare all'emergenza per sperare di non vedere più spazzatura lungo le strade.
il Messaggero
Sicilia, megadiscarica off limits da oggi per 19 comuni
CATANIA (18 luglio) - La più grande discarica della Sicilia, quella di contrada Tiritì di Motta Sant'Anastasia, da oggi è off limits per 19 Comuni della Sicilia centro-orientale, compresi Siracusa e Caltanissetta, per il mancato pagamento di 15 milioni di arretrati alla società che la gestisce, la Oikos Spa, da parte dei quattro Ato di appartenenza. La discarica è aperta e perfettamente funzionante per gli altri Comuni, come Catania, che hanno debiti di minore entità e che oggi hanno regolarmente scaricato i rifiuti in contrada Tiritì. La scorsa settimana la Oikos aveva inviato una diffida agli Ato Simeto Ambiente, Caltanissetta 1, Siracusa 1 e Aciambiente, ma a quest'ultima per la sola spazzatura raccolta nel comune di Aci Sant'Antonio, chiedendo di fare fronte ai debiti per evitare la chiusura dei cancelli per i loro autocompattatori. «La situazione finanziaria della discarica - spiegano dalla Oikos - non permette più il pagamento degli stipendi, che questo mese non sono stati corrisposti al personale, e la regolare gestione dei servizi». Nel capoluogo etneo, davanti la sede dell'Ato 3, c'è stata la protesta dei lavoratori del consorzio per la raccolta dei rifiuti Simco, che non hanno ricevuto lo stipendio di giugno e la quattordicesima.
Radio Catania
Catania: allarme rosso rifiuti alle viste in città e provincia
Inserito il 16 luglio 2008 alle 09:04:00 da LucaAllegra. IT - CATANIA NOTIZIE
Problemi di liquidità per l'Ato 3 Simento Ambiente. Proteste anche della società che gestisce la discarica di Motta Sempre maggiore il rischio dell'emergenza rifiuti nella provincia di Catania: è infatti a rischio la raccolta dell'immondizia nei 18 comuni serviti dall'Ato 3 Simeto Ambiente. In allarme ci sono in primis i dipendenti che attendono il pagamento della mensilità di giugno e che entreranno in agitazione a partire da oggi. Inoltre l'Oikos, la ditta che gestisce la discarica di contrada Tiritì a Motta Sant'Anastasia, annuncia che a partire da venerdì i cancelli resteranno chiusi: alla base della protesta il credito di ben 30 milioni di euro vantato dall'Oikos nei confronti di Simeto Ambiente. Preoccupato il presidnete della società Mimmo Galvagno che chiede ai comuni di anticipare le somme necessarie
Radio Catania
Inserito il 18 luglio 2008 alle 08:56:00 da
LucaAllegra. IT -
CATANIA NOTIZIECatania: incontro in prefettura sull'emergenza rifiutiSi tenta la mediazione dopo le proteste dei dipendenti Si attendono buone nuove dall'incontro di oggi in prefettura per trovare una soluzione all'emergenza rifiuti: due i problemi sul terreno le due mensilità spettanti agli operatori deputati alla raccolta dell'immondizia che hanno incrociato le braccia e la paventata chiusura della discarica Tiritì di Motta Sant'Anastasia gestita dalla ditta Oikos che vanta un credito milionario dall'Ato 3 Simeto Ambiente. All'incontro con il prefetto di Catania Giovanni Finazzo saranno presenti: i sindaci dei 18 comuni della provincia etnea serviti dal consorzio, i sindacati, i vertici di Simeto Ambiente e i dirigenti della Oikos
ADNCRONOS
Rifiuti, bandi dei termovalorizzatori sono da rifare
Palermo, 17 lug. - (Adnkronos) - Sono da rifare i bandi per i quattro termovalorizzatori da realizzare in Sicilia. Lo ha deciso la Giunta regionale siciliana, presieduta dal Presidente Raffaele Lombardo, che si e' riunita ieri sera a Palazzo d'Orleans.Di recente l'Unione europea aveva aperto una procedura d'infrazione, da qui la decisione di rifare tutto. La giunta siciliana ha dato mandato all'Agenzia delle acque e dei rifiuti di definire l'accordo con gli operatori industriali che stanno portando avanti i lavori, che non dovrebbero subire stop. ''L'obiettivo - si legge in una nota dopo la riunione di ieri sera della giunta di governo - e' di realizzare gli impianti prima che si esaurisca la capacita' delle discariche, per evitare rischi di crisi ambientali e sanitari''.I vincitori dei nuovi bandi, pubblicati a breve, acquisiranno i progetti, le autorizzazioni e i siti dove saranno costruiti gli impianti per il trattamento dei rifiuti.
La Regione Siciliana ha dato il via libera per rifare i bandi dei quattro termovalorizzatori di Bellolampo alle porte di Palermo, Augusta nel siracusano, Casteltermini nell'agrigentino e Paternò, in provincia di Catania. I nuovi bandi dovrebbero essere pronti tra ottobre e novembre, mentre si dovrà attendere fino a febbraio per le aggiudicazioni.Una decisione che giunge a un anno esatto dalla sentenza della Corte di Giustizia europea contro le modalità di assegnazione dei lavori utilizzate dalla Sicilia. Nel 2003, infatti, i bandi erano stati assegnati con una procedura per la concessione dei servizi invece che con quelle previste per gli appalti di servizio. In particolare non sono state applicate le procedure della direttiva 92/50/Cee (che coordina le modalità di aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi) e soprattutto il bando di gara non era stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale delle comunità europee (così come previsto agli articoli 11,15 e 17 delle direttiva comunitaria).Adesso la Regione ha deciso di rifare i bandi promettendo di seguire le direttive europee in materia. Un punto contenuto nella relazione dell'Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, presieduta da Felice Crosta, e presentata alla Giunta di Raffaele Lombardo. E proprio alla luce di quanto contenuto nella relazione, che illustra tutti i passaggi avvenuti prima e dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea, il governatore Lombardo ha affidato a Crosta il compito di definire l'accordo con gli operatori industriali per poter giungere alla nuova gara d'appalto secondo quanto stabilito con la Commissione europea.Nei giorni scorsi, infatti, il Ministero degli affari esteri (che ha tenuto i rapporti con gli uffici comunitari dopo la sentenza dello scorso luglio) ha inviato un cronoprogramma che prevede di bandire le nuove gare evitando però di ripartire da zero. Tutto questo salvaguardando quanto è stato fatto in questi anni dai due gruppi imprenditoriali che si erano aggiudicati, cinque anni fa, la realizzazione dei quattro termovalorizzatori: si tratta di tre società del Gruppo Falk (che avevano vinto le gare peri i siti di Bellolampo, Augusta e Casteltermini) e di Waste Italia (che si è aggiudicata la realizzazione del termovalorizzatore di Paternò).Inoltre verrà chiamato anche un advisor internazionale che dovrà verificare i costi sostenuti dai due gruppi che nel frattempo hanno già avviato i lavori (il costo totale per la realizzazione delle quattro opere si aggira attorno a 1,25 miliardi). «Chi si aggiudicherà la nuova gara – afferma Felice Crosta, che ha avuto il mandato dalla Giunta regionale di predisporre il nuovo bando – dovrà depositare una fideiussione a garanzia del pagamento dei costi fino a oggi sostenuti dagli operatori industriali. In cambio, i vincitori delle gare acquisiranno i progetti, le autorizzazione e i siti dove dovranno essere realizzati gli impianti del sistema di termovalorizzazione».Intanto, nei giorni scorsi il Tar del Lazio ha accolto il ricorso delle tre società del Gruppo Falk che si erano rivolti al tribunale amministrativo per contestare un decreto del governo precedente che le escludeva dal riconoscimento del Cip6 (ovvero la circolare n. 6/1992 del Comitato interministeriale prezzi).
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